
Viola Saggese è una giovane donna che vive a Torino, dove conduce un’esistenza ordinaria. Fidanzata con il ricco Cesare e prossima alle nozze, Viola lavora come grafica presso una casa editrice. Tutto scorre su un binario tranquillo, senza scossoni, con una monotonia di fondo che prevede alcune noiose cene con i suoceri e con coppie di amici. La giovane è consapevole di questa situazione, ma non riesce a tirarsene fuori. Un imprevisto sta, però, per cambiare ogni cosa: l’incontro con il musicista Christian è destinato a modificare in toto la sua esistenza, sconvolgendola sino a conseguenze estreme. Intanto dall’altra parte dell’oceano, precisamente in Virginia, Alessio Ungaro è detenuto nel braccio della morte del carcere di Sussex, condannato per il barbaro omicidio della fidanzata Elizabeth. Sottoposto a sevizie quotidiane da parte dei crudeli secondini, il ragazzo italiano può contare solo sul supporto di Gloria, suo avvocato. Due vite agli antipodi, non solo geograficamente, quelle di Viola e Alessio, eppure destinate a incrociarsi.
Dopo alcuni anni torna in libreria Monica Campolo con Il fiore del male. Un noir molto intenso la cui struttura narrativa è caratterizzata dall’alternanza di capitoli che raccontano le vicende dei due protagonisti: quelli dedicati a Viola sono scritti in prima persona, gli altri in terza. Il linguaggio, a volte crudo, usato dall’autrice rispecchia perfettamente l’andamento della storia e la cifra stilistica del romanzo. Le personalità delle varie figure sono scavate a fondo, con tutte le sfumature che nascondono o cercano di nascondere. A Viola basta poco per mandare in frantumi la propria esistenza borghese ed è facile comprendere come fosse proprio ciò che desiderava. Alessio, dal canto suo, compie un gesto estremo, consapevole che sia l’unico modo per uscire dall’incubo in cui è precipitato. Christian, invece, resta un punto interrogativo, spesso sfuggente e ambiguo nei confronti di una Viola che si è gettata a capofitto nella loro storia d’amore e sesso. Il tutto sullo sfondo di una Torino dalle mille sfaccettature, non ultima quella esoterica. Il finale del romanzo porta a una resa dei conti davvero sorprendente, ulteriore motivo per cui ne consiglio la lettura.
Monica Campolo, nata ad Alessandria nel 1963, vive in Versilia da quando era bambina.
Appassionata ed eclettica lettrice fin da ragazza, predilige il genere giallo-noir, perché ama il mistero, le sfide e l’analisi dei meandri della psiche umana.
Approdata alla scrittura in età adulta ha scelto di dedicarsi al suo genere preferito e ha pubblicato diversi romanzi e racconti.
Con la Oakmond ha già pubblicato il romanzo Amore d’inverno.
“Lo avevano predetto i tarocchi di Marsiglia: quando il gallo canta a mezzanotte, qualcuno morirà presto. Di morte violenta. E accadrà prima della successiva luna.»























