Annie Ernaux sa fare della scrittura un’impresa insostenibile. Tra tutti i suoi libri Memoria di ragazza è quello in cui la scrittrice francese reinventa se stessa seguendo la lezione di Proust.
Anche in queste pagine (tradotte magnificamente da Lorenzo Flabbi) Annie va alla ricerca del tempo perduto e di un futuro che ancora non è stato scritto.
L’autobiografia si fa materia di questa sua scrittura, diventa strumento di una narrazione che diventa romanzo e non solo.
La scrittrice racconta da sempre la propria vita, non rinuncia mai al distacco che impone una memoria da coltivare come un’impresa collettiva che parla di noie a noi.
Memoria di ragazza è il libro che l’autrice ha inseguito per tutta la vita. Proprio per questo è il suo romanzo più bello.
La ragazza del 1958, che tanto le somiglia, va alla ricerca di se stessa come educatrice in una colonia di vacanze.
Annie trova una fototessera che la ritrae diciottenne. Così parte l’indagine intorno a se stessa e con un tuffo nel passato torna a quel 1958 dove tutto ebbe inizio.
Con una rinuncia all’io, la scrittrice inizia a scavare nell’inquietudine della sua scrittura per restituire all’oggi il suo modo di affacciarsi al mondo, la sua formazione, le sue vecchie amicizie, forse nel tentativo disperato di trovare un baricentro tra il passato e il presente.
Ernaux racconta, di lacerazione in lacerazione, la sua giovanile immanenza che si affaccia al mondo.
Per fare questo ha bisogno di riflettere sulla scrittura, di esternare (durante il racconto della sua formazione) riflessioni universali sul suo modo di fare letteratura: «Bisogno di scrivere su qualcosa di vivente, con il rischio di metterlo a repentaglio, e non nella tranquillità conferita dalla morte delle persone, restituite all’immaterialità delle creature di finzione. Fare della scrittura un ‘impresa insostenibile. Espiare il potere di scrivere – non la facilità, nessuno ne ha meno di me – tramite la paura immaginaria delle conseguenze».
Annie Duchesne/Ernaux è consapevole che la memoria è una forma di conoscenza. Tornare indietro di oltre mezzo secolo e andare alla ricerca di una diciottenne che in una colonia inizia il suo cammino nella vita per la scrittrice significa una sola cosa. Capire se tra la ragazza del 1958 e Annie di oggi ci sia una somiglianza.
«E quale desiderio c’è oltre a quello di capire, in questo accanirsi a cercare, tra le migliaia di nomi, verbi e aggettivi, quelli che diano la certezza – l’illusione – di aver raggiunto il più alto grado possibile di realtà?»
Annie Ernaux va alla ricerca del suo tempo perduto seguendo sempre una corrispondenza tra vita e scrittura. Scrivere della ragazza che è stata è un esercizio per diseppellire cose, ma soprattutto scrivere significa sopportare ciò che accade e ciò che facciamo.
Annie Ernaux scrive questo libro per cogliere la vita e comprendere il tempo, ma soprattutto godere di esso.
«Ho iniziato a fare di me stessa un essere letterario, qualcuno che vive le cose come se un giorno dovessero essere scritte».
Questo ha pensato la ragazza quando una domenica pomeriggio di fine agosto o inizio settembre 1960 seduta su una panchina dei giardini accanto alla stazione di Woodside Park deicide di scrivere un romanzo.
Alla fine è arrivato Memoria di ragazza, che la stessa Ernaux definisce il racconto di una perigliosa traversata verso il porto della scrittura.
Quello che per lei conta non è ciò che succede, è ciò si fa di quel succede.
Anche qui la grande scrittrice francese ha saputo reinventare l’autobiografia senza mai tradire il legame tra la vita e la scrittura e allo stesso tempo è riuscita a esplorare il baratro tra la sconcertante realtà di ciò che accade nel momento in cui accade e la strana irrealtà che, anni dopo, ammanta ciò che è accaduto.
La ragazza del ’58, grazie a Annie Ernaux, ha un posto nella letteratura. Adesso la scrittrice con lei ha fatto i conti entrando magistralmente nell’abisso dell’essere della memoria. Il risultato è questo libro straordinario, materia immanente di un vivente che ci coinvolge e appartiene.
Annie Ernaux è nata a Lillebonne (Senna Marittima) nel 1940 ed è una delle voci più autorevoli del panorama culturale francese. Studiata e pubblicata in tutto il mondo, la sua opera è stata di recente consacrata dall’editore Gallimard, che nel 2011 ne ha raccolto gli scritti principali in un unico volume nella prestigiosa collana Quarto. Nei suoi libri ha reinventato i modi e le possibilità dell’autobiografia, trasformando il racconto della propria vita in acuminato strumento di indagine sociale, politica ed esistenziale.
Amata da generazioni di lettori e studenti, le sue opere maggiori sono Gli anni (2008), romanzo-mondo salutato come uno dei capolavori dei nostri tempi (Premio Strega Europeo 2016), e Il posto (1983), considerato un classico contemporaneo. Della stessa autrice L’orma editore ha pubblicato nel 2016 L’altra figlia, mentre Memoria di ragazza, il suo ultimo romanzo, è stato acclamato in patria come un’altra sorprendente vetta di una scrittrice ormai imprescindibile.
Lorenzo Flabbi è critico letterario e editore. Ha insegnato letterature comparate nelle università di Paris III e Limoges dedicandosi in particolare agli aspetti teorici della traduzione. Ha tradotto, tra gli altri, Apollinaire, Rushdie, Valéry, Rimbaud, Stendhal e, di Ernaux, Il posto, Gli anni e L’altra figlia.
Source: inviato dall’ editore al recensore. Si ringrazia l’Ufficio stampa.