
Secondo caso da risolvere per l’ispettore Paolo Proietti. Che lo tocca nel profondo, perché il presunto colpevole dell’omicidio citato nel titolo, potrebbe essere il suo migliore amico-fratello Ernesto.
Ma questo è solo l’inizio, perché la trama raccontata dalla scrittrice è emozionante e non tocca solo sfumature gialle e nere, ma molto altro.
Come sempre, nei libri Frilli, viene richiesta una forte presenza del territorio e protagonisti veri. Veraci. Empatici. Emotivi.
Così è. Roma, una città implosa in mille città diverse, è alla base. Con tutte le sue contraddizioni, i milioni di dubbi ai quali non si riesce a dare una certezza che sia una. E i personaggi, le persone. Che soffrono, si schiantano contro muri armati, si sentono sconfitti, si rialzano ammaccati. Cercano una soluzione in mezzo al marasma provocato dalla vita che vivono. Donne e uomini alle prese con il dolore, le mancanze, i vuoti abissali. Le privazioni, gli strappi che il destino sembra costruire appositamente per fare male. La voglia di aggrapparsi al bordo con una mano, almeno una. Il risentimento, il rimorso. Per aver fatto o non fatto, detto o non detto. E la morte, che tutto leva in pochi istanti. Magari appositamente, magari per caso. E la forza, la forza da trovare per andare avanti. Sempre e comunque.
In un’indagine come questa i sentimenti a contrasto e le vittime o i carnefici ci accompagnano in ogni pagina. Ci aiutano a capire e a volte ci portano dove non vorremmo.
Bellissimo libro che vi consiglio assolutamente di leggere.
Ps: se ancora non lo avete fatto recuperate la prima storia dell’ispettore Proietti “I silenzi di Roma”.
Buona lettura!
Un uomo torturato in modo brutale, la sua sofferenza protratta per diverse ore. Un assassino preciso e rabbioso.























