Posts Tagged ‘letteratura cinese’

:: Gruppo di lettura – Il sogno della camera rossa

4 settembre 2025

Mi piacerebbe iniziare questo precoce autunno con un nuovo Gruppo di Lettura, e avrei scelto la lettura de Il sogno della camera rossa. Leggerlo da soli è un’impresa improba ma assieme diventa un’esperienza meravigliosa. E’ un libro affascinante e misterioso, pieno di segreti, oltre a essere considerato uno dei massimi capolavori della narrativa cinese della dinastia Ching e dei capisaldi della letteratura mondiale. Io ho l’edizione BUR, tradotto da Edoarda Masi, eminente sinologa. Ma ci sono altre edizioni. Cosa ne pensate? Volete unirvi a noi? Divideremo il libro in gruppi di capitoli, non più di 50 pagine alla volta e ci riuniremo sul blog ogni sabato dalle 18.00 alle 19.00 per discuterne. Sarà divertente vedrete.

https://it.wikipedia.org/wiki/Il_sogno_della_camera_rossa

Edizione Einaudi: https://amzn.to/4mGZrJD

Edizione BUR: https://amzn.to/463SETf

Acquistando il libro a questi link guadagnerò una piccola commissione. Grazie!

Vanno bene anche altre edizioni.

Primo appuntamento 1-50 pag. Oggi 27 settembre Ore 18.00. Siate numerosi!

:: L’età dell’oro di Wang Xiaobo (Carbonio Editore, 2024) a cura di Giulietta Iannone

19 ottobre 2024

L’età dell’oro“, (Huangjin shidai 黄金时代), è il primo volume della “Triologia dell’età”, che comprende anche L’età dell’argento (Baiyin shidai 白银时代) e L’età del rame (Qingtong shidai 青铜时代) quest’ultimi ancora disponibili unicamente in lingua cinese. Il romanzo fu scritto dallo scrittore cinese pluripremiato Wang Xiaobo, morto prematuramente nel 1997, a soli 45 anni, per arresto cardiaco. Pubblicato per la prima volta a Taiwan nel 1991, e poi in Cina solo nel 1994, e ora finalmente disponibile anche in lingua italiana grazie alla Carbonio Editore, in un’edizione filologicamente rigorosa curata da due affermate sinologhe: Alessandra Pezza per la traduzione e Patrizia Liberati per la cura editoriale, “L’età dell’oro” è un’opera innovativa rispetto alle narrazioni coeve intrise di patetismo che narrano storie perlopiù legate a esperienze autobiografiche drammatiche accadute durante la Rivoluzione Culturale.

La Rivoluzione Culturale in Cina, per chi volesse approfondire, fu un fenomeno sociale e politico avviato nel 1966, e ufficialmente considerato concluso nel 1976, con la morte di Mao Zedong, avvenuta il 9 settembre 1976. Fu un periodo della storia cinese recente importante per comprendere gli sviluppi della storia cinese attuale, e il ruolo degli studenti denominati Guardie rosse; per chi fosse interessato a ulteriori approfondimenti ci sono numerosi testi ben documentati come Mao Zedong. Il Grande Timoniere che guidò la Cina dalla rivoluzione al socialismo del professore Guido Samarani, o Stella rossa sulla Cina. Storia della rivoluzione cinese di Edgar Show.

Testo fondamentale di introspezione, auto-analisi e critica sociale nel panorama della letteratura cinese contemporanea, L’età dell’oro sancisce la consacrazione letteraria di Wang Xiaobo, autore di culto sia in Cina che all’estero, dopo una gestazione di circa vent’anni di scritture e riscritture. L’autore, con la sua prosa caratteristica incisiva e il suo sguardo acuto e disincantato, riesce a catturare l’essenza di un’epoca segnata da contraddizioni e repressioni, offrendo al lettore un viaggio privilegiato attraverso le complessità dell’animo umano in un contesto politico in cui la libertà individuale viene sacrificata sull’altare dell’interesse comune e di partito.

Utilizzando un mix esplosivo e originalissimo di umorismo, critica sociale, riflessioni sulla libertà e l’amore non solo spirituale ma anche nella sua dirompente carica erotica, l’autore ci presenta un’opera di sicuro valore non solo letterario ma anche umano. Molte sono le scene di sesso esplicito utilizzate per esplorare temi più ampi come la libertà personale, l’intimità e la ribellione contro le restrizioni sociali, in opposizione a un puritanesimo di regime che vede il sesso come un fenomeno perturbante e contrario agli interessi dello Stato. Esempio se vogliamo esplicativo la castrazione dei bufali perchè pensino solo a mangiare e lavorare. Wang Xiaobo utilizza dunque la sessualità come un mezzo per esprimere la ricerca di autenticità e comunione umana in un contesto di oppressione e divisione.

Tuttavia, è importante notare che queste descrizioni, affatto pornografiche, sono integrate nella narrazione e non sono fini a se stesse, ma piuttosto parte di un discorso più ampio sulla condizione umana e le relazioni interpersonali complesse e anche conflittuali. Il sesso, come l’umorismo anche triviale, che l’autore spesso utlizza, diventano strumenti di resistenza all’interno di una società oppressiva che tenta di piegare e omologare gli individui tramite un costante e martellante indottrinamento ideologico.

L’età dell’oro” di Wang Xiaobo può essere perciò considerato di fondamentale importanza anche da un punto di vista morale e di denuncia. In questo senso, “L’età dell’oro” non è solo un’opera letteraria seminale, ma anche un importante manifesto morale che invita alla riflessione e alla denuncia delle ingiustizie, rendendolo un testo significativo sia in Cina che nel resto del mondo. La penna di Wang Xiaobo si rivela dunque un’arma potente contro l’ingiustizia e l’oppressione, rendendo questa opera un capolavoro della letteratura cinese. La sua capacità di affrontare temi complessi con una prosa incisiva e una profonda umanità lo colloca di diritto tra i grandi autori del XX secolo, e “L’età dell’oro” rimane un’opera imprescindibile per chiunque desideri accostarsi alla letteratura cinese contemporanea e comprendere le sfide dell’individuo in un mondo apparentemente disumanizzato e statico, ma in realtà in continua e perenne evoluzione.

Wang Xiaobo (1952-1997) è stato tra i maggiori scrittori cinesi del Novecento. Nato a Pechino da una famiglia di intellettuali, come molti giovani istruiti della sua generazione a sedici anni fu costretto a trascorrere un periodo di ‘rieducazione’ nella provincia rurale dello Yunnan. Trasferitosi negli Stati Uniti, conseguì una laurea presso l’università di Pittsburgh. Tornato in Cina, insegnò all’Università del Popolo e all’Università di Pechino e nel 1992 diede le dimissioni per dedicarsi interamente alla letteratura come scrittore indipendente. Morì d’infarto a 45 anni. Due volte vincitore del prestigioso United Daily News Award for Novel, della sua vasta produzione letteraria ricordiamo la “Trilogia delle età”, di cui fa parte L’età dell’oro, e le raccolte di saggi A Maverick Pig e The Silent Majority.

Source: libro inviato dall’editore. Ringraziamo Costanza dell’Ufficio Stampa Carbonio Editore.

:: Intrigo a Shanghai di Xiao Bai (Sellerio, 2013) a cura di Giulietta Iannone

28 settembre 2024

Cina inizio anni ’30. Shanghai è un porto franco diviso in tre settori: la città cinese, la Concessione internazionale, la Concessione francese. I giapponesi sono all’orizzonte, dopo aver invaso la Manciuria, terra natale dell’antica dinastia Qing, si apprestano a occupare la Cina del sud, tra cui nel 1937 il porto di Shanghai crocevia di traffici, più o meno leciti, di genti di ogni nazionalità, e soprattutto di spie. Questo lo scenario in cui è ambientato Intrigo a Shanghai di Xiao Bai, un elegante noir con derive spionistiche, edito da Sellerio e tradotto dal cinese da Paolo Magagnin (titolo originale: Zu Jie). Una storia di spie, dicevamo, intente a fare il doppio, se non il triplo doppio gioco, in cui si muove il protagonista Xiao Xue, un uomo tra due mondi, di padre francese e madre cinese, che vive scattando fotografie e vendendole ai giornali. Un giorno arriva a Shanghai a bordo del piroscafo Paul Lécat in compagnia della sua amante, Therese Irxmayer, un’ebrea russa dalle frequentazioni ambigue e pericolose. Con loro Cao Zhengwu, alto funzionario del partito nazionalista cinese con sua moglie Leng Xiaoman, ex rivoluzionaria. Cao Zhengwu cade vittima di un attentato e da qui in poi si dipana una storia violenta e pericolosa, drammatiche le scene dell’arresto di Xiao Xue, e delle torture con la testa in un secchio di metallo. Tutti vogliono informazioni, e non tutti dicono la verità. Tra comunisti e nazionalisti la partita è aperta, e i traffici d’armi rendono ben chiara la guerra all’orizzonte. Xiao Xue è in fondo un sentimentale, ama due donne e fa il doppio gioco per sopravvivere in un mondo corrotto e spietato dove ognuno pensa solo ai suoi interessi e a trovare il modo di arricchirsi e sopravvivere. Certo c’è anche un velo di idealismo, ma è la lotta per il potere che dirige le fila di questo noir complesso per le varie angolazioni in cui è narrato e per il sorprendente numero di nomi diversi dei personaggi che creano un affresco dettagliato e ben documantato del periodo. Un noir di atmosfera, in cui Xiao Bai si perde in tante trame e sottotrame, descrizioni dettagliate e zoom quasi cinematografici. Non di semplice lettura, ma interessante.

Xiao Bai è lo pseudonimo, assunto per motivi non politici, di un quarantenne di Shanghai che dopo aver scritto su blog e riviste ha pubblicato saggi e il romanzo Game point.

:: VersOriente – Il ciliegio del mio nemico Ting-Kuo Wang (Neri Pozza 2018) a cura di Giulietta Iannone

6 aprile 2020

Il ciliegio del mio nemico

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La scorsa estate (sembra un secolo fa ormai) ho letto un libro delizioso, dal titolo Il ciliegio del mio nemico (My Enemy’s Cherry Tree, 2015) dello scrittore taiwanese Ting-Kuo Wang, nato a Taipei nel 1955. Un gioiellino della letteratura cinese contemporanea, celebrato da Asia Weelky come una delle opere dell’anno, che ha il dono raro  di trasportare il lettore in un mondo antico e rarefatto, (sebbene sia una storia contemporanea) in cui ogni gesto, ogni rito, ogni lento accadere delle cose si fa prezioso, e unico. Se vogliamo il libro è la storia di un amore perduto, quello del protagonista (narratore in prima persona della storia di cui non conosceremo mai il nome) e della moglie Qiuzi. Cosa ha determinato la fine di questo amore? Perchè il destino ha portato Qiuzi a lasciare il marito? E chi è Luo Yiming, alto dirigente bancario in pensione? Il lettore avrà il tempo di scoprirlo, pagina dopo pagina, ascoltando gli echi del tempo, e la magia tutta orientale che fa della lentezza un’arte che accompagna il divenire del mondo. Ting-Kuo Wang è uno scrittore dotato di grande talento e umanità, e riesce con tratti delicati e lievi a narrare una storia in cui l’infelicità e la solitudine non sono esattamente una colpa. Al destino non ci si può opporre sembra dire piano, sottovoce, chiedendosi se un marito tradito ha o no il diritto di vendicarsi. Vendicarsi di cosa dopotutto? I sentimenti, sebbene così preziosi, sono fluttuanti, rari e fragili, se sono veri e sinceri, e molto spesso non dipendono da noi, hanno vita propria. Ripercorrendo a ritroso la vita del protagonista si può cercare l’attimo in cui tutto è precipitato, i motivi che hanno spinto la moglie a lasciarlo. Ma forse non è quello l’importante. Romanzo sull’amore, sulla sua fragilità, e la sua forza. Di una bellezza delicata e resiliente. Saprà stupirvi, e tenervi compagnia. Ve lo consiglio.

Wang Ting-KuoTing-Kuo Wang è nato nel 1955 a Taipei, Taiwan. Ha iniziato a scrivere racconti all’età di diciassette anni.

Il ciliegio del mio nemico è il suo primo romanzo, celebrato da Asia Weekly come una delle opere dell’anno.

Source: libro inviato dall’editore. Ringraziamo Daniela dell’Ufficio stampa Neri Pozza.

Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.

Nota: disponibile anche in ebook, in alternativa scegli il punto di consegna e ritira quando vuoi.