
«Non è morto ciò che può vivere in eterno,
e in strani eoni anche la morte può morire»
(H.P. Lovecraft, La città senza nome)
Scrittore, poeta, saggista ed epistolografo – autore, si stima, di un centinaio di migliaia di lettere. Nativo del New England e uomo del Rhode Island, tanto da aver fatto incidere sulla propria lapide I am Providence (“Io sono Providence”). Figura chiave della narrativa fantastica e capostipite della weird fiction. Scrittore pulp e al tempo stesso continuatore della tradizione gotica americana inaugurata da Edgar Allan Poe. Arcaista nello stile e grande innovatore del suo genere, che mischia orrore e fantascienza. Narratore di quella che definì «la più antica e potente emozione umana», la paura dell’ignoto. Maestro nel creare mondi di orrore cosmico e universi alieni e indifferenti spalancati su abissi indicibili. H.P. Lovecraft è tutto questo: è «il Copernico dell’horror», per usare una felice espressione di Fritz Leiber, è il gigante sulle cui spalle stanno intere «generazioni di scrittori di horror fiction» (Joyce Carol Oates), da Robert Bloch a Stephen King. Questa splendida e curatissima edizione Mondadori annotata da Leslie S. Klinger e introdotta da Alan Moore è un degno omaggio al Solitario di Providence. L’edizione italiana dell’opera di Klinger, curata da Massimo Scorsone e targata Oscar Draghi, contiene un migliaio di note che approfondiscono numerosi aspetti della vita e delle opere di Lovecraft, oltre a quasi trecento illustrazioni, tra cui alcune sgargianti copertine dei pulp magazines d’epoca, come Weird Tales e Astounding Stories. Viene antologizzato in questo volume il meglio della produzione narrativa lovecraftiana: ventidue opere tra romanzi brevi e racconti, tra cui Dagon, Il richiamo di Cthulhu, Il colore venuto dallo spazio, L’orrore di Dunwich, Le montagne della follia, La maschera di Innsmouth e molti altri. Le traduzioni dei racconti sono tratte dal volume Tutti i racconti (Mondadori 2017) curato da Giuseppe Lippi, ma il curatore ha ritradotto alcuni passaggi laddove richiesto dal commento di Klinger. Dopo l’introduzione di Alan Moore segue la corposa ed esaustiva prefazione di Leslie S. Klinger, essenziale punto di partenza per conoscere Lovecraft. La prefazione si apre con una accurata storia del genere horror, dall’antichità fino all’epoca d’oro dei pulp magazines, passando naturalmente per gli ispiratori di Lovecraft: Edgar Allan Poe, Ambrose Bierce, Robert W. Chambers e i suoi quattro «maestri moderni» – Arthur Machen, Lord Dunsany, Algernon Blackwood e M.R. James. Segue un breve profilo biografico in cui, tra le altre cose, Klinger ci presenta il ritratto di un lettore onnivoro (scopriamo essere divoratore dei pulp), mente curiosa attratta dalla chimica, dall’astronomia e dai classici greci e latini. In seguito viene presa in esame la carriera letteraria di Lovecraft, dai suoi esordi come autore di articoli scientifici amatoriali (compresa una sua lettera pubblicata su Scientific American) fino alla produzione narrativa, oltre naturalmente alla sua attività prolifica e quasi compulsiva di epistolografo. Mi sarei aspettato anche qualche cenno alla sua vasta opera poetica, tuttavia non presente in questa sezione. Analizzando la ricezione critica di Lovecraft, Klinger cita la stroncatura da parte del critico di The New Yorker, Edmund Wilson, tristemente noto per aver definito Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien «juvenile trash» (“robaccia per bambini”). Inutile dire che a Wilson non piacesse neanche Lovecraft: definì infatti «ciarpame» i suoi racconti e ironizzò che l’unico orrore suscitato dai suoi scritti è «l’orrore suscitato dal cattivo gusto e dalla pessima scrittura». Viene quindi analizzato il pensiero filosofico dell’autore (il “cosmicismo”) e ripercorsa la storia dei cosiddetti Cthulhu Mythos, definizione coniata da August Derleth per designare la mitologia personale di H.P. Lovecraft (da lui chiamata «ciclo di Arkham» in una lettera a Clark Ashton Smith), che si differenzia dal legendarium tolkieniano «visto e considerato che nessuna orditura linguistica e mitologica accuratamente elaborata appare sottesa alle sue invenzioni narrative» (p. LXIV). I racconti sono preceduti da alcune righe di presentazione e corredati da illustrazioni comparse sulle riviste (una sua tutte, Weird Tales), fotografie di luoghi citati o che hanno ispirato l’autore, locandine di film, pagine manoscritte e schizzi autografi di Lovecraft, copertine dei suoi libri, mappe e molto altro. In fondo al volume troviamo le appendici: una tavola cronologica degli eventi narrati nelle opere di Lovecraft, il personale docenti della Miskatonic University, uno scritto di Lovecraft sulla Storia del «Necronomicon», la genealogia degli Antichi, una cronologia della produzione narrativa lovecraftiana compilata da S.T. Joshi, una cronologia dei racconti scritti in collaborazione con altri autori o come ghostwriter, un interessante rassegna delle principali influenze lovecraftiane sulla cultura popolare (dai giochi di ruolo alla band rock H.P. Lovecraft fino ai fumetti EC Comics), una tabella dei lungometraggi cinematografici basati sulle sue opere, una lista degli adattamenti audio e radiofonici e infine una nutrita bibliografia contenente i testi consultati e le edizioni di riferimento dell’opera lovecraftiana. Non siete ancora convinti? Sentite cosa hanno detto di questo Lovecraft annotato: Joyce Carol Oates lo ha definito «un tesoro per tutti i fan di Lovecraft», Harlan Ellison «una pietra miliare degli studi sulla moderna letteratura gotica», S.T. Joshi «una magnifica festa per la mente per ogni appassionato di Lovecraft e della weird fiction». Insomma, questa miniera di informazioni sulla vita e le opere del Solitario di Providence non può mancare nelle librerie di studiosi e appassionati.
Leslie S. Klinger (1946) è uno dei massimi esperti di Sherlock Holmes, Dracula, Frankenstein e H.P. Lovecraft. È il Tesoriere della Horror Writers Association. Laureato in inglese all’University of California e in legge all’University of California School of Law, vive a Malibu, California, e pratica la professione legale a Westwood, California. Ha curato le edizioni annotate di Sherlock Holmes, American Gods e Sandman di Neil Gaiman e Watchmen di Alan Moore.
Source: inviato dall’editore. Si ringrazia l’Ufficio Stampa Oscar Mondadori.