
“L’altra verità: Diario di una diversa” è una delle opere più significative di Alda Merini, pubblicata per la prima volta nel 1986. In questa raccolta, la poetessa affronta il tema della diversità e della marginalità, condividendo la sua personale esperienza all’interno di un manicomio.
La raccolta è composta da poesie che riflettono la sua vita interiore e le sue lotte, ma anche momenti di bellezza e speranza. Merini utilizza un linguaggio evocativo e immagini potenti per descrivere la sua esperienza di isolamento, ma anche la sua ricerca di amore e connessione.
Avevo fame di cose vere,
naturali, primordiali;
avevo fame di amore.
L’avrebbero mai capito
gli altri?
Uno dei temi centrali è il confronto tra la normalità e la follia, con Merini che esplora le sfumature di queste esperienze. La poetessa si fa portavoce di chi vive ai margini della società, invitando il lettore a riflettere sulla condizione umana e sulla necessità di accettare tutto ciò che è diverso. Quest’opera, non è solo un resoconto della sua vita, ma anche un manifesto di libertà e autenticità.
Puntuale, come un’allergia a cui non possiamo dire di no, arriva a vele spiegate l’estate con i suoi ritmi e le sue molteplici consuetudini. E allora ecco spuntare come funghi i cosiddetti giardinieri per diletto o per moda, esercito di forzati d’ogni sorta che d’inverno bivaccano in uffici e si perdono in aperitivi il fine settimana. Ma poi, quando le vacanze fanno capolino, gli stessi si investono ad honorem del titolo di pollice verde, non rendendosi conto di essere dei potenziali killer seriali di bonsai ed affini!























