:: Recensione di Tuo fino alla morte di Gunnar Staalesen a cura di Giulietta Iannone

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1Un caldo pomeriggio di fine febbraio, in cui la primavera sembra aver fatto capolino portandosi via le ultime tracce d’inverno, Varg Veum chiuso nel suo ufficio di Bergen riceve un’insolita visita. Un bambino di otto anni, Roar, dopo aver preso una guida telefonica, scelto un numero a caso tra gli investigatori privati, preso da solo l’autobus, fa il suo ingresso e gli chiede aiuto. Una banda di bulletti che infesta il suo quartiere di casermoni alla periferia degradata della città capeggiata da Joker un ragazzo un po’ più grande davvero “cattivo” gli ha rubato la bicicletta e lui non potendo chiedere aiuto a suo padre guarda fiducioso negli occhi Varg Veum. La richiesta di aiuto commuove l’investigatore forse perché ha anche lui un figlio di quell’età lontano chissà dove, forse perché il suo passato da assistente sociale lo spinge a cercare di aiutare sempre i più deboli così recupera la bici e fa la conoscenza della madre di Roar, Wenche, abbandonata dal marito per un’altra donna, che smuove in lui qualcosa nel profondo forse semplicemente perché è decisamente troppo sensibile al fascino femminile. Joker e la sua banda naturalmente non restano con le mani in mano e meditando vendetta rapiscono Roar facendo si che Varg si ritrovi invischiato in una storia di emarginazione e desolazione, figli rifiutati, madri alcolizzate. Poi l’imprevedibile, il padre di Roar viene accoltellato e ucciso e le prove portano diritte dritte verso Wenche ma Varg non vuole credere che sia davvero colpevole, i suoi occhi blu sono così profondi, le sua labbra così morbide, e pronto a tutto per dimostrare la sua innocenza inizia a indagare nei segreti di alcuni abitanti dei casermoni scoprendo infine la verità amara e imprevista che lo sommergerà come un magma nero in cui nessuno è davvero innocente. A chi mi chiedesse quale è il mio giallista scandinavo preferito senza esitazione risponderei Gunnar Staalesen innanzi tutto perché definirlo giallista scandinavo è riduttivo. I suoi libri, quasi una ventina in patria con protagonista una città norvegese Bergen e un investigatore privato Varg Veum, tre editi da noi da Iperborea I satelliti della morte, Tuo fino alla morte, La donna nel frigo, più che gialli sono veri e propri romanzi tout court, capaci di lasciare nel lettore un eco, non semplici prodotti di consumo che una volta letti non lasciano tracce né graffi. Tuo fino alla morte pubblicato per la prima volta nel 1979 e ora tradotto dal norvegese da Danielle Braun è una storia complessa e delicata, arricchita da sfumature sociali e umane che come dicevo esulano dal semplice campo del giallo. L’autore l’ha definito un romanzo sull’amore, il matrimonio e l’infedeltà che solo incidentalmente ha i connotati del romanzo giallo e penso che non ci sia definizione migliore. Concludo con una notizia che almeno a me ha fatto decisamente piacere, gli altri romanzi della serie del detective Varg Veum sono tutti in corso di pubblicazione presso Iperborea nella collana Ombre.

Gunnar Staalesen è nato a Bergen nel 1947. Considerato il padre del giallo norvegese, dalla sua penna è nato il famoso personaggio di Varg Veum, il detective più emblematico del noir nordico, che con i suoi conflitti interiori, la sua scanzonata ironia, e il suo contrastato rapporto con le donne e la bottiglia, esplora le ferite e i vizi della società. Dei quindici romanzi della serie, tradotti in altrettante lingue e adattati per il piccolo e il grande schermo, Iperborea ha già pubblicato Satelliti della morte, Tuo fino alla morte e La donna nel frigo.

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