
Cina inizio anni ’30. Shanghai è un porto franco diviso in tre settori: la città cinese, la Concessione internazionale, la Concessione francese. I giapponesi sono all’orizzonte, dopo aver invaso la Manciuria, terra natale dell’antica dinastia Qing, si apprestano a occupare la Cina del sud, tra cui nel 1937 il porto di Shanghai crocevia di traffici, più o meno leciti, di genti di ogni nazionalità, e soprattutto di spie. Questo lo scenario in cui è ambientato Intrigo a Shanghai di Xiao Bai, un elegante noir con derive spionistiche, edito da Sellerio e tradotto dal cinese da Paolo Magagnin (titolo originale: Zu Jie). Una storia di spie, dicevamo, intente a fare il doppio, se non il triplo doppio gioco, in cui si muove il protagonista Xiao Xue, un uomo tra due mondi, di padre francese e madre cinese, che vive scattando fotografie e vendendole ai giornali. Un giorno arriva a Shanghai a bordo del piroscafo Paul Lécat in compagnia della sua amante, Therese Irxmayer, un’ebrea russa dalle frequentazioni ambigue e pericolose. Con loro Cao Zhengwu, alto funzionario del partito nazionalista cinese con sua moglie Leng Xiaoman, ex rivoluzionaria. Cao Zhengwu cade vittima di un attentato e da qui in poi si dipana una storia violenta e pericolosa, drammatiche le scene dell’arresto di Xiao Xue, e delle torture con la testa in un secchio di metallo. Tutti vogliono informazioni, e non tutti dicono la verità. Tra comunisti e nazionalisti la partita è aperta, e i traffici d’armi rendono ben chiara la guerra all’orizzonte. Xiao Xue è in fondo un sentimentale, ama due donne e fa il doppio gioco per sopravvivere in un mondo corrotto e spietato dove ognuno pensa solo ai suoi interessi e a trovare il modo di arricchirsi e sopravvivere. Certo c’è anche un velo di idealismo, ma è la lotta per il potere che dirige le fila di questo noir complesso per le varie angolazioni in cui è narrato e per il sorprendente numero di nomi diversi dei personaggi che creano un affresco dettagliato e ben documantato del periodo. Un noir di atmosfera, in cui Xiao Bai si perde in tante trame e sottotrame, descrizioni dettagliate e zoom quasi cinematografici. Non di semplice lettura, ma interessante.
Xiao Bai è lo pseudonimo, assunto per motivi non politici, di un quarantenne di Shanghai che dopo aver scritto su blog e riviste ha pubblicato saggi e il romanzo Game point.
























