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:: I banchieri del diavolo di Vito Bruschini (Newton Compton 2025) a cura di Patrizia Debicke

12 giugno 2025

Marion Clementi, è una ragazza con forti carenze affettive, orfana fin da ragazzina, ha subito forti traumi che cerca  di superare  con l’aiuto di uno psicanalista, ma è  anche un’ aspirante scrittrice alla ricerca di un editore per il suo primo romanzo. Con l’aiuto del vicino di casa, un noto scrittore , riuscirà  a far arrivare alla sua editor  la bozza del suo libro. Questa, intuendo nello scritto delle possibilità lo inoltra a Ulisse Aldrovandi, proprietario dell’omonima casa editrice. Aldrovandi, pur concedendo un colloquio a Marion, valuta il suo testo non ancora all’altezza di una  pubblicazione e  le propone invece, al corrente della  sua preparazione in materia,  un lavoro da ricercatrice in Vaticano  per conto del  famoso scrittore francese Michel Constantin. Costantin  sta lavorando a un saggio sul Jacques Necker, il banchiere svizzero  padre della celebre Madame de Staël, che alla fine del Settecento con Luigi XVI si era  arricchito con numerose speculazioni.
Marion decide di accettare  la proposta, intanto perché  sarà ben pagata e in più imparerà a fare i primi passi nell’ambiente editoriale e letterario.
Ottenuta l’autorizzazione a entrare nell’Archivio Vaticano, all’accettazione troverà, impegnato in veste di prefetto laico responsabile della biblioteca,   Tommaso, suo ex compagno universitario, con cui dieci anni prima  ha  persino avuto un filarino. Nei giorni successivi, scavando e rovistando tra gli innumerevoli documenti dell’archivio, troverà  poco su Necker e invece  quasi per caso un fascicolo con sopra scritto 1793 l’anno dell’inizio in Francia del Terrore, l’orrenda  carneficina  che aveva coinvolto reali, aristocratici, borghesia e gente comune.  E dentro un interessante contenuto: in diverse lettere da lui indirizzate alla sua amante  Juliette Drouet la conferma dell’esistenza di una copia in tedesco, di un manoscritto inedito di Victor Hugo sulla famiglia Bergmeyer, una delle famiglie di banchieri più antica famosa e ricca del mondo. Una copia quindi che dovrebbe contenere il seguito del suo ultimo romanzo pubblicato , inizialmente previsto come il primo di una trilogia.
Solo dopo lunghe ricerche troverà anche quel testo, di cui nessuno conosceva l’esistenza e  in cui si spiegano modi e tempi della fulminea ascesa della famiglia Bergmeyer, diventata alla fine del 1800 tra le più importanti entità bancarie internazionali. Tempi e modi che si dimostrano quasi un’accusa contro di loro, secondo Hugo responsabili di gran parte delle guerre dell’epoca, grazie alle quali la dinastia ha accumulato tali ricchezze da essere considerata la famiglia più facoltosa della storia dell’umanità.
E qual’era  il loro segreto? Semplice: ogni volta si alleavano con entrambi i contendenti. Per  esempio, nelle guerre napoleoniche i Bergmeyer del ramo francese finanziarono Napoleone, mentre quelli del ramo inglese Wellington. Per loro non contava chi vinceva tra i due. In un modo o nell’altro i vincitori sarebbero stati sempre loro, i Bergmeyer e le loro banche.

Quello in mano a Marion rappresenta quindi un vero e proprio atto d’accusa contro l’alta finanza che, grazie a quella dinastia, ancora oggi condiziona la vita economica del mondo occidentale.
Ma il suo iniziale entusiasmo per quella straordinaria scoperta verrà quasi annullato da una tragedia. Recatasi  a casa di Constantin infatti, per metterlo al corrente, scoprirà lo scrittore barbaramente assassinato con un’ascia bipenne. E non solo lui perché poco lontano dal suo cadavere scoprirà anche quello della governante, ma invece di chiedere aiuto, fuggirà terrorizzato confidandosi solo con la sorella Nora. Ma i delitti non sono finiti. Dopo Costantin e la governante toccherà all’agente letteraria. Insomma una serie di brutali omicidi, che in qualche modo sembrano legati a quel manoscritto  perduto di Hugo ciò nondimeno man mano, che l’incredibile storia di Victor Hugo riverbera nel presente, par voler ruotare intorno oltre che a quegli omicidi  anche  alle delicate e complesse vicende private della protagonista che ne ha fatto la scoperta. Forse a qualche  inquietante segreto a lei legato?
Molto, troppo inquietante.
Le indagini della polizia, guidate dalla tenente Viola Monarca, sembrano non approdare ad alcun risultato, solo  l’intuito del sottotenente Salvo Cammarata farà notare che  le date degli omicidi paiono quasi rappresentare scelte cabalistiche con  rituali esoterici.
I banchieri del diavolo riprende dunque  la storica trilogia citata  dallo stesso Victor Hugo nella prefazione di L’uomo che ride e che, unitamente a Novantatré, nelle intenzioni dello scrittore francese avrebbe dovuto comprendere un terzo e ultimo romanzo dedicato agli oscuri legami tra monarchia e banchieri.
Romanzo che è un mix di generi perfetto: storico, giallo, politico-economico, psicologico anche se a ben guardare praticamente romanzo nel romanzo. Con colta e suasiva ricostruzione e ritmo incalzante, infatti ci introduce da  un racconto che si svolge nel XIII secolo a  una narrazione contemporanea con una ben documentata ricerca storica che regala al lettore una approfondita conoscenza di quelle che furono le origini dell’alta finanza dalla fine del ‘700. Appassionante fino all’ultima riga, attraverso una ricostruzione, immaginifica ma molto realistica, dei movimenti storici che hanno costruito le prime oligarchie finanziarie della vecchia Europa, il romanzo getta luce su quanto il nostro presente politico, sociale ed economico derivi dall’ascesa di grandi famiglie di banchieri senza scrupoli che ancora oggi ambiscono a sovvertire i delicati equilibri internazionali e a conquistare (se non lo hanno già fatto) il potere mondiale.»

Vito Bruschini, artista, designer, giornalista professionista, dirige l’agenzia stampa per gli italiani nel mondo «Globalpress Italia». Con Giorgio Bocca ha scritto le dieci puntate di “Storia degli Italiani – Dall’Unità al Terrorismo” mentre, per il teatro, è stato autore di “Sotto un cielo di bombe”, una rievocazione del primo bombardamento di Roma.
Il suo primo romanzo, edito da Newton Compton nel 2009, si intitola “The Father. Il padrino dei padrini” e parla della storia della mafia dalla Sicilia agli Stati Uniti. In seguito, sempre con Newton Compton, ha pubblicato anche “Vallanzasca. Il romanzo non autorizzato del nemico pubblico numero uno” e “La strage. Il romanzo di Piazza Fontana”, riscuotendo un notevole successo di critica e pubblico. Il suo ultimo romanzo si intitola “Educazione criminale. La sanguinosa storia della banda dei Marsigliesi” e parla della storia di una delle più spietate bande criminali del secondo dopoguerra.