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:: Taiwan – L’isola nello scacchiere asiatico e mondiale di Giacomo Gabellini LAD Gruppo editoriale 2023 a cura di Giulietta Iannone

21 marzo 2024

Proprio quando l’Europa sta affrontando la più grave crisi dalla fine del secondo conflitto mondiale ad oggi con tutte le incognite legate alla difficile composizione del conflitto tra Russia e Ucraina, che ormai si trascina da due lunghi anni e che da un momento all’altro può deflagrare in una imprevedibile escalation dalle conseguenze irreparabili, lasciamo per un attimo l’Europa, che a torto o a ragione non è il centro del mondo, per spostarci nell’Indo- Pacifico e analizzare forse il nuovo punto caldo del pianeta dove si giocheranno nei prossimi anni gli equilibri geostrategici mondiali. Parlo dell’isola di Taiwan con la sua capitale Taipei, isola posizionata a sole tre miglia nautiche dalla costa cinese, proprio di fronte al porto di Xiamen, nella provincia del Fujian e roccafòrte militare statunitense e baluardo della Cina non comunista. Dunque un’isola sentinella, con molte similitudini con la Cuba, a parti invertite, degli anni ’60. La Repubblica Popolare cinese non nasconde la sua volontà di riannetterla pacificamente al territorio cinese (come in tempi recenti è accaduto per Hong Kong e Macao) in conformità alla formula teorizzata da Deng Xiaoping di “un Paese, due sistemi”, gli Stati Uniti dal canto loro sono pronti a tutto per mantenerla come punto di appoggio per il controllo del Pacifico. Per cui è sicuramente di estremo interesse la lettura di Taiwan – L’isola nello scacchiere asiatico e mondiale dell’analista indipendente Giacomo Gabellini che con i suoi soliti acume e libertà di pensiero parte dall’analisi storica delle vicende che toccarono Taiwan per giungere, intrecciando i dati economici, politici e militari, a conclusioni personali e non prive di coerenza e originalità. I rapporti tra Washington e Pechino sono messi a fuoco e analizzati nel dettaglio, interessanti le pagine dedicate a Nixon e Kissinger e alla “diplomazia triangolare” culminata con la storica visita ufficiale a Pechino del presidente americano Nixon del febbraio del 1972 che diede l’avvio al riconoscimento della Repubblica Popolare Cinese come stato sovrano e alla sua inclusione nelle Nazioni Unite (a scapito di Taiwan). Per la Cina Taiwan resta un affare interno cinese e tollera con molto fastidio le interferenze americane che si frappongono a questo, dai cinesi considerato inevitabile, ricongiungimento. Taiwan non ha solo una collocazione geostrategica unica, tanto da essere una vistosa spina nel fianco del colosso cinese, ma è di per sé una piccola potenza economica con centri all’avanguardia (soprattutto nel campo informatico) e capacità tecniche e scientifiche di prim’ordine. Stratega dell’avvicinamento se non dell’alleanza tra Stati Uniti e Repubblica Popolare cinese fu senz’altro Kissinger, abile tessitore di rapporti diplomatici, che comunque lasciò una porticina aperta con Taiwan negli accordi autorizzando il suo governo a rifornire l’isola di sistemi d’arma difensivi per pararsi le spalle da eventuali ripensamenti e gettando quel germe di incertezza che tuttora persiste e che il prof. Li Peng nella sua postfazione non esita a definire vera e propria interferenza statunitense negli affari interni cinesi stigmatizzando il suo ruolo attivo nell’ostacolare la riunificazione dell’isola con la Cina continentale. Il sostegno a Taiwan da parte degli Stati Uniti comunque non venne mai a mancare basti pensare che tra il 1950 e il 1962 gli Stati Uniti erogarono all’isola ben 4 miliardi di dollari di cui 1,5 destinati all’industrializzazione e 2,5 al rafforzamento dell’apparato militare. C’è da dire che ai vari richiami della Cina continentale a ricongiungersi con Pechino con tutte le concessioni del caso, Taipei ha sempre rispedito al mittente le proposte puntando al conseguimento di un’indipendenza anche formale da ottenere mediante l’istituzione di un nuovo Stato opportunamente “de-sinizzato”. Che non esistano rapporti di collaborazione tra Pechino e Taipei comunque non è esatto, basti pensare che le sinergie generate dalla complementarietà tra le strutture produttive taiwanesi e cinesi rendono in una prospettiva anche futura un apporto economico di tale entità che rende Taiwan irrinunciabile per la Cina continentale. Si arriverà mai a uno scontro diretto per il possesso dell’isola? Dio non voglia, un’invasione militare di Taiwan da parte cinese, seppur seguita anche a obiettive provocazioni statunitensi, segnerebbe una via di non ritorno con ripercussioni catastrofiche. Per ora il Dragone attende il momento opportuno per fare le sue mosse, sempre preferendo una via pacifica tra negoziati e sostegno popolare. Per ora la popolazione di Taiwan non sembra volerne sapere di un ricongiungimento con Pechino, ma le condizioni potrebbero cambiare, le alleanze rinsaldarsi e Washington accetterebbe di perdere Taiwan? Staremo a vedere nei giochi delle sfere di influenza che si verranno a creare nel Pacifico e avranno ripercussioni sul mondo intero. Insomma l’affare Taiwan non è così marginale come può sembrare, ma è al contrario da monitorare attentamente calibrando sviluppi e opportunità. Gabellini con il suo documentato saggio (ricca e aggiornata la bibliografia) getta una luce nella comprensione di queste dinamiche e lo fa con successo tanto da essere apprezzato e guadagnarsi la stima di un esperto dell’Istituto di ricerca di Taiwan dell’Università di Xiamen come il prof Li Peng che lo invita addirittura nella sua Università per confrontarsi con gli studiosi cinesi della maggiore e più nota istituzione accademica di ricerca su Taiwan tra le università cinesi.

Giacomo Gabellini (1985) è saggista e ricercatore specializzato in questioni economiche e geopolitiche, con all’attivo collaborazioni con diverse testate sia italiane che straniere, tra cui il centro studi Osservatorio Globalizzazione e il quotidiano cinese «Global Times». È autore dei volumi Ucraina. Una guerra per procura (Arianna, 2016), Israele. Geopolitica di una piccola grande potenza (Arianna, 2017), Weltpolitik. La continuità politica, economica e strategica della Germania (goWare, 2019), Krisis. Genesi, formazione e sgretolamento dell’ordine economico statunitense (Mimesis, 2021) e Dottrina Monroe. Il predominio statunitense sull’emisfero occidentale (Diarkos, 2022). Vive a Terre Roveresche (PU).