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:: Dal libro al cinema: Shanghai Surprise di Tony Kenrick a cura di Giulietta Iannone

1 ottobre 2024

Film di culto per alcuni, immane boiata per altri, Shanghai Surprise fu sicuramente accolto da una ridda di recensioni pessime da una critica inferocita che per essere precisi lo polverizzò, non concedendogli nessun lato positivo, sebbene rivedendolo oggi, fu girato da Jim Goddard nel 1986 e coprodotto da George Harrison, ci presenta una deliziosa Madonna, incantevole davvero nella parte della giovane e ingenua missionaria laica Gloria Tatlok alle prese con un carico d’oppio scomparso e con un avventuriero un po’ sbruffone, interpretato dall’allora marito Sean Penn, abbastanza credibile nell’improbabile e quantomai bizzarra parte del commerciante di cravatte fosforescenti, Glendon Wasey. C’è da dire che tutto parte da un divertente romanzo, un tantino scollacciato, di Tony Kenrick del 1983 Faraday’s Flowers, impossibile da portare sullo schermo in versione integrale date alcune scene, e uno spirito goliardico di fondo, consigliabile solo a un pubblico adulto. Ne hanno invece fatto un film di avventura accessibile a tutti, epurandolo, quasi del tutto, dalla parte più sovversiva della storia, densa di un umorismo anche rozzo e poco addomesticato. Della funambolica e visionaria scrittura di Tony Kenrick poco rimane, ma è la storia di per sè non priva di gag ad effetto e colpi di scena, che lo rendono un film per certi versi da rivalutare nella filmografia di Madonna. Insomma non era un’attrice così pessima, la sua parte, per quanto limitata in una sceneggiatura attenta a non urtare troppo la sensibilità del pubblico (il libro è tutta altra storia pensiamo solo alla scena di seduzione tra China Doll e Glendon Wasey) è fresca e briosa, trasmette anche una dolcezza espressiva riscontrabile non solo dai suoi più accaniti fan. Allora abbiamo un carico d’oppio, appartenuto a un avventuriero occidentale, Walter Faraday, che diventa ambito da diversi personaggi uno più strampalato dell’altro, e ricercato dalla signorina Tatlock e dalla sua Associazione per scopi trapeutici (per farne morfina per i soldati). La signorina Tatlock sulle prime non è convinta che Glendon Wasey sia l’uomo giusto da impiegare nella ricerca, ma poi si ricrede date le mille risorse che sembra avere. Naturalmente Glendon Wasey si accorge subito che la situazione si fa pericolosa, e vorrebbe svicolare, ma la signorina Tatlock ha metodi convincenti per non farlo scappare via a gambe levate. Divertente il colpo di scena finale che non anticipo, anzi ce ne sono due, entrambi ben assestati. Non dico che sia un capolavoro, ma per una serata senza pensieri, è un’apprezzabile visione.