
Una segnalazione anonima, proveniente da un telefono non rintracciabile, permette di ritrovare sepolto all’Idroscalo di Ostia il cadavere mummificato di una giovane donna. Al dito di quei poveri resti un anellino con due cuori intrecciati che corrisponderebbe a quello che figura nella denuncia di scomparsa di Elisa Ohlsen, diciassettenne allontanatasi dalla casa di vacanze della famiglia per passeggiare nei boschi intorno al lago di Albano e poi svanita nel nulla sette anni prima.
Il caso aveva fatto scalpore, il fascicolo è ancora aperto e le prime indagini della scientifica si indirizzeranno in quel senso cercando una comparazione certa, con il testo del DNA . Il pensiero infatti degli investigatori va subito a lei. Impossibile poi tenere celato il ritrovamento ai cronisti e all’attenzione dei media visto che le indagini si concentrano subito freneticamente sulla riapertura del fascicolo Ohlsen. Il livello di guardia è al massimo e tutti, nel XVII distretto di polizia, sono coinvolti direttamente nel caso, salvo l’ispettore Massimo Valeri – pecora nera della squadra detto l’Indiano di origini shinti ma adottato e cresciuto come un figlio da un funzionario e sua moglie- , che dopo l’ennesima lite con il suo superiore, il sostituto commissario Tognozzi, è stato destinato con l’assistenza di Matteo Landini ad approfondire il ritrovamento del cadavere di Emilio Bassetti, un anziano professore. Un cadavere rinvenuto per caso pochi giorni prima per colpa del pallone lanciato in aria e atterrato in un balcone del primo piano durante una partitella di calcio tra ragazzi. Il tredicenne Marius, un ragazzino dominicano, che l’Indiano conosce bene, si era arrampicato per ricuperarlo ma, così facendo, notando la porta finestra socchiusa, era entrato per scusarsi e aveva trovato il morto. L’uomo viveva solo non aveva relazioni e non era stata più visto da quando sette anni prima era andato in pensione. E poi essendo privo di famiglia, con l’unica sorella che viveva altrove ed era deceduta, nessuno si era preoccupato per lui. Solo il caso aveva fatto ritrovare il suo corpo mummificato sdraiato in una brandina della sua abitazione. Insomma, almeno a prima vista, per l’Indiano un caso facile e da archiviare in fretta. Un caso che gli consentirebbe di tornare sulla sua casa barca, ormeggiata nel porto turistico di Roma e riprendere la relazione con Giulia, felicemente ricominciata la sera prima dopo troppi anni di lontananza. Secondo le prime ipotesi la morte del vecchio parrebbe un suicidio. Ma l’Indiano si è sempre fidato poco delle apparenze. E poi, signori, beh questo è un romanzo giallo.
E infatti presto la faccenda si complica e di parecchio. In un inspiegabile gioco di incastri che coinvolgono il sostituto commissario Tognozzi, Massimo Valeri dovrà farsi carico anche dell’indagine sulla diciassettenne scomparsa. E là cominciano le prime sorprese. Costretto ad ampliare la sua inchiesta, non potrà ignorare le coincidenze che si presentano una dopo l’altra e paiono voler far incrociare il presunto suicidio del professor Bassetti con la scomparsa di Elisa Ohlsen. Le sue ricerche devono per forza allargarsi, in modo esponenziale senza trascurare ogni possibile e immaginabile pista, tanto che ben presto si capirà quanto stia per diventare coinvolgente, complessa e intricata la trama costruita per noi da Antonio Fusco.
Qualcosa poi ai piani alti della politica e addirittura dei servizi pare volersi interessare al caso. Un qualcosa di condizionato da un diverso interesse ? Perchè? Forse un mistero? Potrebbe? Ciò nondimeno, a conti fatti, l’ispettore di polizia Massimo Valeri, detto l’Indiano, straordinario investigatore, insofferente per natura, menefreghista poco amante delle gerarchie ma che sa collaborare con i colleghi, oltre a riuscirsi ad adeguarsi alle situazioni, pur di venire a capo dell’indagine dovrà servirsi di tutte la sua capacità. Addirittura stavolta per riuscire a fare luce nel marcio, Valeri dovrà districarsi in un sottofondo di segreti e incredibili legami, denso di soprusi, feroci ricatti e inquietanti depravazioni con riferimenti alla massoneria e peggio. Cercando di scoprire come e perché delle vite apparentemente normali siano state coinvolte in erotiche e perverse cerimonie rapportabili ad antichi ordini esoterici.
Una complessa e rischiosa indagine, che andrà a scavare in un tormentoso e sconvolgente passato che continua fatalmente a lambire e contaminare anche il presente.
Un’inchiesta che richiama irrisolti e dolorosi casi di ragazze scomparse avvenuti nel passato, come quelli di Rossana Corazzin, Emanuela Orlandi e Catherine Sherl.
E terza volta in libreria per l’ispettore Massimo Valeri, l’Indiano, secondo personaggio creato da Antonio Fusco, che si muove e opera nella dura e complicata realtà della capitale.
La scomparsa di una persona cara è il peggior evento che ogni familiare debba essere costretto ad affrontare. L’omicidio, l’uccisione di una persona di famiglia provoca choc ed orrore, ma di solito piano piano al dolore subentra un faticoso processo di rielaborazione legato alla perdita e al lutto, al quale fa forzosamente seguito l’accettazione. Altra cosa invece è la scomparsa di una persona che suscita incertezza, inquietudine , nulla di certo a cui appigliarsi come una crudele sospensione nei sentimenti. Senza contare l’ impotente senso di un’angoscia che si rinnova ogni giorno e persino di colpa, se si arriva a immaginare che il proprio caro abbia bisogno di aiuto ma non si possa fare abbastanza o addirittura sia impossibile darglielo.
Antonio Fusco, nato a Napoli nel 1964, vive a Pistoia dove è ancora funzionario della Polizia di Stato.Laureato in Giurisprudenza e Scienze delle pubbliche amministrazioni, dal 2000 si occupa di casi di polizia giudiziaria in Toscana ed è criminologo forense.
Ha esordito nella narrativa nel 2014 con il romanzo noir Ogni giorno ha il suo male introducendo il personaggio del commissario Tommaso Casabona protagonista al 2020 di sei indagini.
Con La pietà dell’acqua ha vinto nel 2016 la quinta edizione del Premio Mariano Romiti.
























