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:: Intervista a Gordiano Lupi a cura di Giulietta Iannone

19 novembre 2009

GordianoBenvenuto su Liberidiscrivere. Iniziamo con le presentazioni. Descriviti ai nostri lettori. Raccontaci alcuni tuoi pregi e alcuni tuoi difetti. 

Sono nato a Piombino nel 1960, dove vivo ancora. Scrivo romanzi e racconti di genere (ambientati a Cuba ma anche in provincia), saggi sul cinema italiano anni 70 – 80 e su problematiche criminali, traduco autori cubani, faccio pure l’editore… forse uno dei miei difetti è fare troppe cose! Nel tempo libero collaboro con la Stampa di Torino (traduco Yoani Sanchez) e con i quotidiani di provincia del Gruppo Espresso (recensioni), ma anche con Profondo Rosso di Luigi Cozzi e Dario Argento. Pregi: sincerità, passione, dedizione, entusiasmo. Difetti: un brutto carattere, abbastanza polemico, da maledetto toscano.

Parliamo del tuo debutto. Hai fatto fatica a trovare il tuo primo editore? 

Il mio primo editore non merita di essere ricordato perché  era un pirata a pagamento. Non sapevo niente di questo ambiente e come tanti ci sono caduto. Considero il mio primo vero editore Mursia, che ha pubblicato Cuba magica. Ho inviato la proposta ed è stata accettata, così come è capitato con Stampa Alternativa, Olimpia, Rizzoli, Mediane, Perdisa (il mio miglior editore in assoluto)… Credo che essere pubblicati non dipenda tanto dal nome quanto da cosa proponi. Mi capita spesso – ancora oggi – di veder rifiutare progetti che a me piacciono, ma che gli editori ritengono non vendibili. Credo sia un loro diritto… 

C’è qualcuno che ti ha particolarmente aiutato all’inizio della tua carriera che vuoi ringraziare? 

Marcello Baraghini di Stampa Alternativa e Luigi Cozzi di Profondo Rosso. Hanno creduto in me quando non ci credeva nessuno. Per contrasto voglio dedicare quanto di buono ho fatto (e non è poco) a personaggi del mondo letterario come Giulio Mozzi, Marco Drago e Giorgio Pozzi che per fortuna non frequento più… 

Sei direttore editoriale delle Edizioni Il Foglio. E’ un impegno che ti appassiona? 

Certo, ogni cosa che faccio mi appassiona. Se così non fosse, non lo farei. Il guadagno economico è talmente modesto che senza la passione non si può fare l’editore. 

Hai tradotto molti romanzi dell’autore cubano Alejandro Torreguitart Ruiz. Che esperienza è stata, vuoi parlarcene? 

Ho tradotto molti autori cubani. Spero sappiate che ho scoperto Yoani Sanchez e l’ho fatta conoscere in Italia, curando il suo primo libro (Cuba libre) per Rizzoli. Adesso traduco Yoani per La Stampa di Torino (www.lastampa.it/generaciony). Alejandro è un parente di mia moglie, un giovane scrittore avanero che scrive con stile satirico e pungente cercando di mettere alla berlina i vizi del potere. Gli scrittori che traduco mi assomigliano molto, esiste consonanza spirituale tra me e loro, altrimenti non lo farei. L’ultimo libro di Torreguitart è Mister Hyde all’Avana (Edizioni Il Foglio – www.ilfoglioletterario.it).

Puoi parlarci di “Una Terribile Eredità” per Perdisa Editore? 

E’ il mio miglior libro di narrativa. Racconto una storia a metà tra la guerra d’Angola e le gesta cruente di un cannibale metropolitano. Il sonno della ragione genera mostri, è il messaggio del libro, ma come sempre la storia è una scusa per raccontare Cuba. 

Che consigli daresti ai giovani scrittori in cerca di editore? 

Sono i soliti luoghi comuni, me ne rendo conto, ma non possiedo altri consigli se non la mia esperienza. Scrivere solo di cose che appassionano e cercare l’editore più adatto al proprio lavoro. Darsi molto da fare, credere nelle proprie possibilità e insistere. Se ci sono le doti qualcosa viene fuori. Un avvertimento: non sperate di campare scrivendo. E’ cosa per pochi. 

Ci sono scrittori esordienti che ti hanno particolarmente colpito? 

Moltissimi. Mi colpiscono più loro dei soliti noti… 

Quali sono i tuoi scrittori preferiti? 

Impossibile fare un elenco. Leggo di tutto. Cito in ordine sparso: Leonardo Padura Fuentes, Pedro Juan Gutierrez, Heberto Padilla, Roberto Ampuero, Luis Sepulveda, Milan Kundera, Abilio Estevez, Alejandro Torreguitart, Yoani Sanchez, Aldo Zelli… 

Ti piace partecipare alle presentazioni dei tuoi libri? Raccontaci un aneddoto curioso di uno di questi incontri? 

Sono cose che vanno fatte, pure se a volte si rischia di trovarsi in una sala semideserta. Aneddoti? Quando parlo di Cuba davanti a un auditorio di sinistra capita spesso che si rischi lo scontro fisico. Notare che io sono di sinistra… 

Che rapporto hai con i tuoi lettori? Vi scambiate mails, lettere, molti sono diventati amici? 

Non sono uno scrittore famoso, ma molti lettori mi scrivono e la cosa mi fa piacere. Rispondo a tutti personalmente. Il contatto con il lettore è la cosa più gratificante per uno scrittore.  

Gordiano Lupi e la critica. C’è una recensione che ti ha particolarmente fatto piacere? 

Sì, quella di Mario Baudino su la Stampa a Una terribile eredità. Molto bella davvero… Resta il fatto che una recensione non ti cambia la vita e non fa la fortuna di un libro. 

A che libro stai lavorando in questo momento? Puoi anticiparci qualcosa? 

Dovrebbe uscire Sangue habanero per Eumeswill, ma ho altri noir cubani che mi piacerebbe proporre a Perdisa. Sto finendo una monumentale Storia del cinema horror italiano. Spero di trovare un editore disposto a pubblicare circa 700 cartelle…