
Pubblicato nel 1948, questo saggio di mitologia comparata di Georges Dumézil analizza con rigore filologico una delle figure più affascinanti del pantheon scandinavo, Loki, ponendola a confronto con Syrdon, eroe degli osseti, popolazione del Caucaso discendente dagli antichi Sciti. L’autore de Gli dèi dei Germani (Adelphi 1974) e insigne indoeuropeista muove la sua ricerca dalle fonti germaniche in cui troviamo la figura complessa e ambigua di Loki, dall’Edda poetica all’Edda in prosa di Snorri Sturluson, dai Gesta Danorum di Sassone Grammatico alla ballata feringia Lokka táttur. Questo volume, pubblicato l’anno scorso da Massari editore con la curatela e traduzione di Massimiliano Carminati, colma finalmente una lacuna editoriale, permettendo al pubblico italiano di leggere questo prezioso testo in una edizione tascabile e ben curata.
Loki è un outsider, generatore di mostri, «personaggio bisessuale» – come l’ha definito il germanista Jan de Vries nel saggio che gli ha dedicato (The Problem of Loki, 1933) –, antieroico e metamorfico, contraddittorioper natura,amico e nemico degli dei, trickster menzognero e beffardo ma anche fratello di sangue di Odino e compagno di avventure di Thor.
Il suo grigiore morale lo ha reso uno dei villain più iconici dell’universo Marvel, anche se la sua trasposizione su carta e celluloide si discosta notevolmente dalla divinità della mitologia norrena. Infatti ha dato non poco filo da torcere agli studiosi, e le interpretazioni si sprecano. C’è per esempio chi lo ha identificato come personificazione di un elemento naturale come il fuoco, vista anche l’assonanza del suo nome con il termine norreno per “fiamma”, logi. L’ipotesi sembra rispecchiarsi nell’ambivalenza del fuoco, che può essere la tranquilla fiamma riscaldante del focolare domestico quanto un incendio distruttivo, come la fiamma di Surtr che arderà il mondo durante il Ragnarök. C’è anche chi lo ha visto come divinità ctonia e infera o persino satanica. La sua figura ha sollevato numerosi interrogativi, tanto da costituire un «problema», per tornare a citare lo scritto di de Vries. Per esempio, Loki è una figura importante all’interno del pantheon nordico, tanto da comporre (sotto il nome di Lóðurr) insieme a Odino e Hœnir una triade divina che dà vita ad Askr ed Embla, gli Adamo ed Eva della mitologia norrena, ma che è anche all’origine della maledizione dell’oro di Andvari e della vicenda volsungo-nibelungica; eppure, a differenza di altre divinità come Odino e Thor, è caratterizzato dall’assenza di culto e dalla mancanza di toponimi derivati dal suo nome.
Dopo aver passato in rassegna le testimonianze scritte della tradizione scandinava, la seconda parte del saggio è dedicata al confronto di Loki con Syrdon, personaggio dell’epopea narte degli osseti. Dumézil fu un attento studioso della mitologia e in più in generale della cultura e delle lingue caucasiche, cui dedicò diversi saggi come Légendes sur le Nartes (1930) e Textes populaires ingouches (1935). Dal 1925 al 1931 insegnò storia delle religioni all’Università di Istanbul, dove colse l’occasione per apprendere molte lingue caucasiche, come l’osseta, il circasso, l’ubykh e l’abcaso, diventando ben presto un esperto in materia. L’analisi comparativa arriva a toccare anche altri personaggi perfidi e mendaci, come Bricriu ed Evnyssen, seminatori di discordia tratti rispettivamente dalla mitologia irlandese e dal Mabinogion gallese, per arrivare infine a un confronto con il Mahābhārata, il poema più lungo mai scritto.
Questo Loki di Dumézil non è una lettura facile né per tutti, bensì un testo che appagherà solo gli specialisti ed esperti conoscitori di mitologia comparata e filologia germanica. Non è, per intendersi, un saggio divulgativo quanto Gli dèi dei Germani: qui l’autore non lesina riferimenti bibliografici e approfondimenti che potrebbero scoraggiare il lettore che è alla ricerca di un testo più leggero e accessibile, ma come ogni saggio di Dumézil resta una lettura imprescindibile per ampliare le proprie conoscenze di indoeuropeistica.
Source: inviato dall’editore.
























