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:: Chi bacia e chi viene baciato, Rosa Mogliasso, (Salani, 2014) a cura di Giulietta Iannone

25 luglio 2014

chi baciaPremesso che non è un noir, né un vero e proprio giallo, Chi bacia e chi viene baciato della torinese Rosa Mogliasso, quarto episodio delle avventure del commissario Barbara Gillo, una via di mezzo tra Grace Kelly e Franca Valeri, è un romanzo surreale in cui con umorismo e leggerezza si trattano sì crimini e omicidi, (questa volta avremo a che fare niente meno che con la mafia russa, per poi scoprire che i tatuaggi nelle carceri sovietiche si facevano con l’inchiostro ottenuto fondendo il cuoio delle scarpe mischiato all’urina del tatuatore o del tatuando) ma quello che più conta forse è il personaggio principale, con la sua vita sentimentale, la sua bellezza algida e la sua torinesità.
Un po’ se vogliamo trovare un genere preciso per questo romanzo potremo accostarlo ai romanzi della Gazzola, spumeggianti, ironici, più rosa appunto che gialli, anche se la Mogliasso utilizza a tratti un linguaggio forse più crudo e grezzo. E questo suo giocare con il linguaggio è senz’altro la caratteristica più interessante del romanzo. La Mogliasso alterna registri linguistici, utilizza schegge di dialetto, punta tutto sui dialoghi, realistici quel tanto che basta per dare maggiore verve e lo fa in modo simpatico e informale con il tipico understatement sabaudo. E Torino e la sua provincia (per la precisione il Monferrato) senza dubbio emergono sullo sfondo, importanti quasi come personaggi del romanzo. E questo è assai piacevole, soprattutto per chi Torino la conosce e ci vive.
Se siete appassionati di gialli e noir forse non fa per voi, ma se amate i romanzi umoristici, vi divertirete sicuramente. La Mogliasso ha una certa facilità nel legare assieme gag, freddure, motti di spirito, battute sarcastiche e lo fa con naturalezza e vivacità nella più che brillante tradizione dardiana.
Ma diamo un’occhiata alla trama, a dire il vero un po’ esile, e giusto capace di legare i vari personaggi coinvolti. Tutto ruota intorno ad un inspiegabile delitto. Una giornalista francese, Chantal Morini, in possesso di informazioni sulle attività della mafia russa in Italia, viene assassinata con un colpo in fronte in un bed end breakfast di via Plana, vicino alla centralissima Piazza Vittorio. (Ah, se la conosco via Plana, la frequentai spesso al tempo dell’Università). Nella camera d’albergo gli inquirenti trovano in uno spazzolino da denti una chiavetta USB con immagini di nudi di gente famosa, scattate (poi si scoprirà) da un fotoreporter italiano piuttosto cialtrone, tale Mario Teiera, all’occorrenza un paparazzo, sempre in compagnia di starlett in cerca di notorietà. Che legame c’è tra le foto e il delitto? Chi può aver ucciso la bella giornalista famosa per i suoi reportage coraggiosi e sempre occupata in cause umanitarie, considerata in patria poco meno che un’ eroina nazionale?
Chiamata ad indagare, Barbara Gillo, dovrà prima riprendersi dalla notizia che il suo braccio destro, Peruzzi, vuole dimettersi dalla polizia per aprire un’agenzia investigativa per sistemare la figlia disoccupata, per poi scoprire che…
Naturalmente Barbara Gillo arriverà alla verità, non prima di aver conosciuto un simpatico poliziotto a cavallo, atleta delle fiamme oro, disciplina salto ad ostacoli, e solo nelle ultime pagine del romanzo avremo concentrata la parte gialla del libro, ma come dicevo le ragioni per leggere questo libro sono altre.

Rosa Mogliasso è nata a Susa e vive a Torino. Laureata in storia e critica del cinema, da alcuni anni si dedica al teatro d’ombra e alla scrittura. In un’intervista ha rivelato che per lei «a Torino c’è tutto, basta farci un po’ di rumore intorno e la magia della narrazione ha inizio». L’ambientazione delle sue pagine è Torino, «tra il Bar Elena di piazza Vittorio e il Circolo Amantes di via Principe Amedeo». L’assassino qualcosa lascia edito da Salani è il suo primo romanzo. A gennaio 2011 è uscito il secondo: L’amore si nutre di amore. Nel 2012 La felicità è un muscolo volontario.