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::Destino di una famiglia ucraina, Ivan Nechuy- Levytsky  (Bonfirraro editore, 2024 ) A cura di Viviana Filippini

8 settembre 2025

“Destino di una famiglia ucraina” di Ivan Nechuy- Levytsky è un romanzo ucraino, uscito per la prima volta nel 1879 e rappresenta un esempio di letteratura realista ucraina. Le qualità narrative dello scrittore portano il lettore  dentro al mondo di questa famiglia protagonista del romanzo alle prese con i problemi, gioie e dolori della vita quotidiana nella seconda metà dell’Ottocento. Da subito emergono le caratteristiche della terra protagonista,  dedita alla produzione agricola e in bilico tra impero austro-ungarico da una parte e russo dall’altra. Poi però, con Ivan Nechuy- Levytsky scopriamo chi sono coloro dei quali conosceremo la storia. Protagonista l’intera famiglia di Omel’ko Kajdaš,un contadino ucraino molto legato alle tradizioni, alle fede e anche all’alcool. Accanto a lui ci sono i due figli, Karpo e Lavrin che, nel corso della trama, prenderanno mogli portandole dentro al loro microcosmo. Un atto che destabilizzerà un po’ tutti gli equilibri interni alla famiglia, tra genitori e figli, mogli e mariti e tra nuore e suoceri. Per le due giovani spose il nuovo corso esistenziale in famiglia non sarà per niente una passeggiata e, giorno dopo giorno,  si trasformerà in una vera e propria lotta alla sopravvivenza, non tanto per il rapporto con i due mariti, ma con la suocera che metterà a dura prova entrambe le ragazze. La donna ha maniere molto dure, scontrose  e brutali  nel trattare le nuore, per lei ogni scusa è buona per attaccarle, criticandole per ogni cosa o gesto compiuto, provocando in loro la perdita della pazienza. Motria e Melaska, moglie di Karpo la prima e di Lavrin la seconda, devono – o meglio vorrebbero- controbattere alla suocera che ha una visione del mondo familiare del tutto patriarcale, molto radica al passato, che le impedisce di vedere e capire quanto la società dove vivono stia cambiando in modo completo. Le due spose sono così esasperate dalla suocera che, ad un certo punto, una di loro se ne andrà da casa seguendo una mistica religiosa nella speranza di trovare un po’ di sana pace e tranquillità, persa o comunque messa in crisi nel momento dell’inizio della convivenza con la suocera. Ivan Nechuy- Levytsky  racconta il quotidiano vivere di una famiglia contadina ucraina dove i valori della tradizione vengono messi a dura prova dallo svilupparsi di conflitti generazionali che si possono manifestare in una famiglia quando cominciano a convivere negli stessi spazi mentalità fortemente legate alla tradizione, al passato e menti che guardano al domani di cambiamento e trasformazione. In “Destino di una famiglia ucraina” a fare da sfondo ai tumulti di un piccolo mondo familiare, c’è un’ Ucraina in cambiamento e trasformazione, che va di pari passo a quell’ essere una sorta di “oggetto del desiderio” di due imperi (austro-ungarico e russo) che tanto vogliono annettere la terra nei loro possedimenti. Una  situazione del passato, se ci fate caso, ancora attuale. Traduzione Alessandro Achilli.

Ivan Nechuy-Levytsky (1840-1918) è uno dei più importanti scrittori ucraini del XIX secolo e un pioniere del realismo letterario. Nato in una famiglia contadina vicino a Kyiv, studiò all’Università di Kyiv e si dedicò alla scrittura, diventando noto per la sua capacità di rappresentare la vita rurale ucraina. Le sue opere, tra cui “Destino di una famiglia ucraina” (Kaidash Family), esplorano le tensioni sociali, familiari e culturali, evidenziando le lotte di un popolo in cerca di identità. Nechuy-Levytsky è ricordato anche per il suo attivismo culturale e il suo impegno per la lingua e l’identità ucraina. (Fonte sito Bonfirraro editore)

Source: inviato dall’editore.

:: La guerra delle regine di Aquilino (Bonfirraro Editore, 2025) a cura di Giulietta Iannone

18 giugno 2025

Alla morte di Alessandro Magno, figlio di Filippo II e di Olimpia, il suo immenso impero non fu affidato a un unico erede, ma fu conteso, in sei sanguinose guerre, dai diadochi, i generali macedoni che avevano aiutato Alessandro nelle sue conquiste. Morendo Alessandro diede origine infatti a faide sanguinarie al termine delle quali il Mediterraneo ebbe un nuovo ordine che perdurò fino all’avvento dei romani. Ma quali furono le donne, dietro le quinte, a orchestrare queste faide in una lotta per il potere di inaudita ferocia? A illuminarci su questo ci pensa Filippo II ormai un’ombra dell’oltretomba. Dopo tanti schiamazzi in vita ora che è nel regno del silenzio può vedere più lucidamente l’inutilità di tutto quel darsi da fare per ottenere ricchezze, potere, onori quando destino di tutti è la morte e il bilancio della sofferenza che abbiamo lasciato in vita. Tutto quell’orrore, il pianto dei feriti, il dolore di vecchi, donne e bambini, le città distrutte, erano davveo necessari? Tutta quell’immane sofferenza che l’ambizione sfrenata di alcuni ha causato. Se le guerre le combattono gli uomini, gli eroi, i soldati, dietro le quinte le donne, le principesse, le regine, le ancelle orchestrano le loro vendette, i loro piani, le loro gelosie, tessono i loro intrighi. La guerra delle regine di Aquilino narra le loro storie con cadenza epica e respiro ampio e così veniamo a conoscere la temibile Olimpia, la sfortunata Cleopatra, la bellissima Rossane moglie di Alessandro Magno, Cinane, guerriera illirica, e Adea sebbene solo adolescente temibile quanto le altre. Fedele al dettame storico, l’autore crea una storia immaginaria in cui il bene e molto spesso il male guidano i destini degli uomini (e delle donne), che capiscono sempre troppo tardi l’inutilità di tutta questa sofferenza quando si sarebbe potuto operare per il bene con maggior profitto. Ora che Filippo ha gli occhi della morte e vede più in profondità, si rammarica che l’uomo al bene dell’umanità preferisce attività più piacevoli: mangiare e bere, abitare in una casa magnifica, avere tanti soldi, fare sesso, diventare famoso, sperimentare tutti i piaceri, avere amicizie altolocate, possedere cose che suscitano l’invidia altrui. Tutti così prevedibili, tutti così simili nei desideri e nelle aspirazioni, indifferenti alla sofferenza che si reca agli altri nel perseguire i propri intenti. Ma ormai Filippo è un’ombra sullo sfondo della storia, i suoi ammonimenti, le sue preghiere si perdono nel silenzio delle ombre. La guerra delle regine si rivela un romanzo storico di piacevole lettura, che fa luce in un periodo poco noto della storia con competenza e accuratezza, e una verve di rigore morale, che ci accompagna nelle pagine e ci fa riflettere come l’uomo non sia in realtà cambiato dopo tutti questi secoli.

Aquilino Salvadore, nome d’arte Aquilino, è nato a Tradate nel 1949 e vive a Oleggio. Ex insegnante, ha pubblicato più di sessanta libri per bambini, ragazzi e adulti. Drammaturgo e regista, ha vinto numerosi premi nazionali di letteratura e di teatro.
Collabora con l’associazione Tecneke e ora si diletta anche di pittura.

Source: libro inviato dall’editore, ringraziamo Alberto dell’Ufficio stampa Bonfirraro.