Oggi ospitiamo su Liberi un guest post d’ Autore, di Alessandro Mana, ripperologo stimato e conosciuto anche internazionalmente, autore del principale blog in italiano Redjack, interamente dedicato alla figura e ai crimini di Jack the Ripper, nella Londra vittoriana. Ha recensito per noi Jack di Sara Di Furia. Lascio a lui la parola.
Jack lo Squartatore è il nome del più noto serial killer attivo nel distretto di Whitechapel ( Londra) nel 1888.
Gli attacchi attribuiti a Jack riguardarono prostitute che vissero e lavorarono nei bassifondi dell’East End della capitale dell’Impero Britannico. Le loro gole vennero tagliate prima di orrende mutilazioni addominali. La rimozione di organi interni di almeno tre delle vittime portò all’idea che l’assassino avesse conoscenze anatomiche o chirurgiche di qualche genere.
Quando gli omicidi si intensificarono, nel settembre e nell’ottobre del 1888, alcune lettere vennero recapitate ai media e a Scotland Yard da qualcuno che affermò di essere l’assassino. Il nome “Jack lo Squartatore” ebbe origine proprio da una di queste lettere.
Quando George Lusk, presidente del Comitato di Vigilanza di Whitechapel, ricevette la lettera “From Hell” con la metà di un rene umano conservato – presumibilmente estratto da una delle vittime – il pubblico si convinse sempre di più della presenza di un serial killer sia a causa della natura straordinariamente brutale degli omicidi, che per il trattamento di questi dai media dell’epoca. L’ampia copertura giornalistica conferì infatti una notorietà internazionale e duratura allo Squartatore.
L’indagine della polizia su undici brutali omicidi avvenuti a Whitechapel fino al 1891 non fu in grado di collegarli tutti in modo definitivo a Jack.
Solo cinque vittime – Mary Ann Nichols, Annie Chapman, Elizabeth Stride, Catherine Eddowes e Mary Jane Kelly – conosciute come le “cinque canoniche”, e i loro relativi omicidi (tra il 31 agosto e il 9 novembre 1888) vengono spesso considerati i più probabili da imputare a Jack lo Squartatore.
Gli omicidi non furono mai risolti e le leggende che li circondano sono diventati una combinazione di autentica ricerca storica, folklore e pseudo-storia. Oggi ci sono oltre un centinaio di ipotesi sull’identità dello Squartatore, e gli omicidi hanno ispirato molte opere di finzione.
Una di queste è “Jack” di Sara Di Furia, edito da La Corte Editore.
Nel tentativo di dissolvere le ombre che avvolgono questa serie di efferati omicidi e far luce sulla identità del misterioso serial killer, l’autrice costruisce una storia tra il thriller ed il paranormale utilizzando elementi storici ed una narrativa avvincente che tiene il lettore incollato alle pagine, fornendo una personale interpretazione dei fatti.
Per rendere al meglio la narrazione di quei tragici eventi utlizza il personaggio di Damon Blake, trasferitosi in Inghilterra dall’ India per sfuggire ad un passato burrascoso di truffe e suicidi.
Sebbene i delitti portino la firma di Jack Lo Squartatore, Blake ne viene coinvolto e travolto finendo nel mezzo di un vero e proprio incubo che, tra visioni notturne e donne misteriose, lo porterà a dubitare anche delle sue stesse facoltà mentali, facendolo giungere sull’ orlo della follia.
In qualità di ripperologo ed autore di Redjack (un blog dedicato allo studio e all’analisi del caso di Jack lo Squartatore), mi sento in obbligo di ricordare al lettore più esigente e/o informato sugli eventi narrati che l’opera della Di Furia è comunque una storia di Fiction.
L’autrice, che tra le righe del suo romanzo dimostra di aver fatto ricerca sugli eventi del 1888 e sulla possibile identità del serial killer, utilizza tuttavia questi dati per raccontare la sua storia e dipingere le atmosfere di una Londra vittoriana in cui la realtà storica cede il passo alla fantasia.
Considerato tutto questo, le 256 pagine del romanzo risultano avvincenti, ben scritte e piene di colpi di scena che celano sino all’ultimo la soluzione del mistero.
Sara Di Furia: è nata a Brescia e ha all’ attivo già diverse pubblicazioni, tra cui LA REGINA ROSSA, con La Corte Editore, che l’ hanno fatta apprezzare da lettori e critica per la sua scrittura intensa e le atmosfere intrise di mistero. E’ membro dell’ associazione EWWA (European Writing Women Association) ed è insegnante nella scuola secondaria di secondo grado. Con questo romanzo la sua scrittura vira decisamente verso tinte più scure, pur mantenendo le sue qualità intatte.
Guest blogger
Alessandro Mana: orientalista, DJ, promoter, organizzatore eventi e ripperologo originario di Torino, attualmente residente in un piccolo paese rurale della provincia di Asti.
Dal 2013, la passione per il caso irrisolto di Jack lo Squartatore, lo ha condotto allo studio dilettantesco della criminologia e della ricerca storica per contestualizzare il blog Redjack, il principale sito dedicato a Jack lo Squartatore in lingua italiana.
Collabora dal 2014 con la comunità internazionale di studiosi del caso del Ripper.