:: La donna nella pioggia di Marina Visentin (Piemme 2017) a cura di Viviana Filippini

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la donna nella pioggiaQuella di Stella Romano, protagonista di “La donna nella pioggia”, edito da Piemme, è una vita monotona, ripetitiva, fatta di una quotidianità a tratti quasi sfiancante. La donna si divide tra i viaggi di lavoro del marito Mattia; le diverse attività che praticano Alice e Sofia, le due figlie; Nina, la domestica ucraina che la aiuta nelle faccende di casa e il proprio amato lavoro di illustratrice di libri per bambini. Tutto assomiglia al ritratto della perfezione assoluta, ma in realtà sotto la superficie di belle apparenze, la vita della protagonista nasconde una serie di eventi e cose che le danno il tormento. Tanto per cominciare si scopre che l’infanzia di Stella è stata minata da un evento drammatico: la morte tragica della madre. Fosse solo questo! Stella non ha mai avuto notizie certe su chi fosse suo padre e il cognome che porta, Romano, è quello di Gabriele, il compagno della mamma che la allevata come una figlia. Questi sono i fantasmi del passato, ma nel presente dove tutto sembra perfetto, la caduta del vaso della madre (unico oggetto che manteneva il legame tra le due) e la sua completa rottura lanciano nel panico la donna. Stella si rende conto che non può più tenersi dentro quello che la tormenta e che la fa soffrire, perché solo affrontato ciò che la assilla potrà, forse, trovare un po’ di pace. La protagonista passa dalla calma apparente in una spirale di crescente ansia che le fa rasentare la pazzia, tanto è vero che ad un certo punto la donna inizia a prendere dei medicinali (ansiolitici), e soffre per il fatto che le due amate figlie sono in vacanza con i parenti del marito e lui, Mattia, ecco non è così fedele come vuole fare credere. Ognuno di questi elementi non farà altro che gravare in modo maggiore sulla stabilità psicofisica di Stella che, oltre a sentirsi sempre più oppressa, prova un senso di minaccia incombente. Marina Visentin porta noi lettori a seguire il cammino nella psiche della protagonista, la quale prende coraggio e decide di indagare il suo passato per capire cosa la tormenta, perché ormai lei ha capito che il suo malessere è legato a qualche evento traumatico accaduto tanto tempo prima. Alla Milano del presente, quella dove Stella di divide tra mondo borghese ed editori di qualità, si innesta ad un certo punto il passato. Un tempo andato dal quel emergono gli aspetti cupi e mai del tutto chiari dei tanti delitti violenti e molto spesso inspiegabili che segnarono l’Italia degli Anni di piombo. Stella fa una viaggio alla ricerca delle proprie radici e per compierlo mette in gioco tutta la sua forza in un cammino di ricerca della verità complesso e pieno di difficoltà che la metteranno a dura prova. Questo non importa a lei, perché sono passi vitali da compiere, per dare un senso al proprio vivere. “La donna nella pioggia” di Marina Visentin, attraverso la vicenda personale di Stella, ci presenta mondi diversi, fatti di contraddizioni e contrasti che influiscono sul singolo essere umano e che lo destabilizzano a tal punto da trovare il primordiale istinto di coraggio per mettersi in discussione e ricercare la verità sul proprio passato e sulla propria esistenza.

Marina Visentin è nata a Novara, ma da quasi trent’anni vive e lavora a Milano. Giornalista, traduttrice, consulente editoriale, una laurea in filosofia e un lontano passato da copywriter in un’agenzia di pubblicità. Ha collaborato con varie testate nazionali, scrivendo di cinema e altro; attualmente si interessa di scrittura autobiografica, organizzando laboratori a Milano e dintorni. Ha pubblicato testi di critica cinematografica, saggi sulla storia del cinema, libri di filosofia e psicologia. Dopo la fiaba noir “Biancaneve” (Todaro Editore, 2010), “La donna nella pioggia” è il suo primo thriller psicologico.

Source: inviato dalla casa editrice al recensore, si ringrazia Luigi Scaffidi dell’ ufficio stampa.

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