Essendo io ghiotta di qualsiasi cosa sia edibile e pubblicabile ho pensato che il riunirsi di queste due cose in una sola fosse una motivazione sufficiente per leggere (o divorare che dir si voglia) questo romanzo.
La storia de Il sapore sconosciuto dell’amore è molto semplice: cinque sconosciuti, per motivazioni diverse che hanno più o meno tutte a che fare con l’insoddisfazione presente nelle loro vite, decidono di partecipare a una gara culinaria per stabilire chi sia la “nuova Mrs Eaden” e sostituire così l’originale, Katheleen Eaden, icona dell’omonima catena dei supermercati di qualità, nelle pubblicità del marchio. Il presente però si alterna a un altro piano temporale in cui il lettore segue la storia di Katheleen Eaden, la sua difficoltà a realizzare il sogno di diventare madre e il conciliare il suo lavoro di reginetta della cucina con questo desiderio.
I partecipanti alla gara culinaria non potrebbero essere più diversi: Karen, apparentemente sicura di sé, è determinata ad affermarsi nella gara; Vicky, insicura e iperprotettiva verso il figlio di due anni, deve fare i conti con un penoso segreto; Jenny madre amorevole sull’orlo della crisi matrimoniale; Claire, ragazza madre alle prese con un padre assente e infine Mike, padre vedovo alla ricerca di conferme. Ma tutti questi personaggi sono spinti a concorrere dal ruolo che la cucina ha sempre rivestito nelle loro vite, dal benessere che deriva loro dal cucinare e dalla consapevolezza che un piatto ben cucinato può cambiare l’umore e la giornata di chi lo assaggia. Quella che nasce come un’innocua gara di cucina si trasforma pian piano in un’occasione di rivalsa per i partecipanti di mettere ordine nella propria vita.
In un mix che ricorda un po’ la commedia Julie&Julia e un po’ la gara di pasticceria Bake Off, il romanzo alterna deliziosamente i piani di passato e presente. In un passato recente, gli anni Cinquanta dei caschetti gonfi e delle gonne ampie una giovane Katheleen Eaden tenta disperatamente di concretizzare il suo sogno di diventare madre e di conciliare con questa scelta il suo ruolo di scrittrice e volto della cucina nazionale. Una realizzazione costellata da molti e dolorosi fallimenti che inevitabilmente segnano la vita della giovane donna, costringendola a rivedere i suoi obiettivi e le sue scelte lavorative sotto una diversa luce. Frutto delle sue fatiche lavorative sarà la sua unica raccolta L’arte di cucinare al forno che darà alle stampe, decidendo subito dopo di ritirarsi dalla vita mondana per seguire la sua prima figlia, tenuta nascosta agli occhi della gente perché gravemente menomata.
Il presente invece è scandito dalle prove della gara, corrispondenti ognuna alle sezioni del libro di Mrs Eaden. Tra una prova e l’altra i concorrenti tornano alle loro vite e tentano di affrontare i loro problemi. Con il progredire della competizione, la notorietà data loro dalla gara culinaria li porterà a porsi delle domande e a chiedersi cosa vogliono davvero dalla vita. Karen affronterà la distanza del figlio e la sua anoressia; Claire si libererà della difficile relazione con Jay, il padre di sua figlia; Vicky chiarirà il suo doloroso rapporto con la madre affrontando il suo passato e Jenny porrà fine al suo matrimonio in crisi riscoprendo l’amore e il sostegno delle figlie. Ai margini e poco più che una comparsa resta la presenza di Mike. Infatti il romanzo è quasi del tutto femminile, improntato sulla soddisfazione delle esigenze della figura femminile, che tenta costantemente di tenere in piedi casa, famiglia, figli e marito in una continua altalena di desideri e sogni, delusioni e rinunce.
L’elemento culinario è interprete degli stati d’animo dei personaggi; diventa una sorta di meditazione fattiva quella che i protagonisti adoperano ogni volta che prendono in mano uova, burro e zucchero per dar vita all’ennesima dolcezza. Ahimè le ricette sono un po’ troppo lontano dalla nostra dieta mediterranea per provocare quel sano senso di acquolina in bocca che dovrebbe giungere nel leggere un romanzo che ha per tema la cucina, tuttavia la suggestione è molto forte e accompagna piacevolmente il lettore nel mondo zuccheroso e colorato dei dolci.
Il romanzo promette bene fin dall’inizio con una pianificazione piuttosto dettagliata del profilo dei personaggi ma si dilunga in un continuo dispiegare le motivazioni e le complessità che li muovono senza arrivare a stringere davvero le fila del discorso. Il finale è affrettato e si brucia in poche pagine che non lasciano il giusto spazio al tratto conclusivo della parabola evolutiva del personaggio, il quale capisce quello che vuole ma non è chiaro se lo realizza. La parte conclusiva risulta in tal modo nebulosa e un po’ priva di corpo rispetto allo sviluppo delle problematiche trattate.
Sarah Vaughan ha insegnato inglese a Oxford prima di diventare giornalista. Per undici anni ha lavorato come reporter per “The Guardian” e successivamente ha iniziato l’attività di freelance. Vive vicino e Cambridge con il marito e i due figli.