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:: Natuzza Evolo e gli Angeli di Marcello Stanzione (Edizione Segno) a cura di Daniela Distefano

11 novembre 2024

Dio ama confondere i grandi di questo mondo con i cosiddetti “piccoli”, agli occhi del mondo, e noi vediamo lungo i secoli persone di vita ritirata, come santa Caterina Benincasa da Siena o Lucia dos Santos di Fatima, Bernadette Soubirous di Lourdes e tante altre, indicare addirittura ai papi la strada da seguire ed essere, poi, dei fari della cristianità. Da sottolineare il fatto che esse si annullano sempre di fronte alla loro missione: noi sappiamo ben poco della vita privata e religiosa stessa di santa Bernadette, per esempio. Qual è l’obiettivo di questo libro del ben collaudato scrittore Marcello Stanzione?

Presentare non già la figura di Natuzza Evolo quanto i suoi rapporti con gli Spiriti, siano essi celesti od infernali. Don Marcello tratta con sobrietà la figura della mistica calabrese e scrive queste pagine con l’intento di accrescere la devozione ai santi Angeli, in particolare agli Angeli Custodi.

Natuzza è stata una donna di fede, di speranza e grande carità. Abbandonata dal padre, emigrato in Argentina, la sua infanzia non fu felice neanche per volere della madre, la cui condotta di vita era chiacchierata in paese. Eppure, come quei piccoli, teneri, fiori gialli che nascono ai bordi delle strade, affiancati dai rumori di macchine, motori e uomini, la piccola Natuzza crebbe dolce, paziente, con una delicata bontà interiore. A dieci anni, irrompe il soprannaturale alla sua porta non solo spirituale. E’ l’inizio di un misticismo che la porta ben presto a colloquiare con i defunti, mentre si disegnano immagini sacre formatesi col suo sangue sui fazzoletti sovrapposti al corpo. Dopo un calvario di esami medici, già nel 1941 Natuzza pensò a farsi suora, ma i suoi fenomeni mistici apparvero troppo inquietanti per la vita in un convento. La madre decise allora di farla sposare con il compaesano Pasquale Nicolace, falegname. Il matrimonio fu celebrato nel 1943, fu un’unione felice e la coppia ebbe cinque figli.

Non cessarono gli eventi soprannaturali: comparvero le bilocazioni, le stimmate, le effusioni ematiche accompagnate da stati di sofferenza durante il periodo pasquale, i momenti di estasi.

Riguardo agli Angeli, Natuzza li vede come se fossero bellissimi bambini, provvisti di ali e capelli biondi. Quando Dio glielo permetteva, vedeva l’Angelo custode a fianco del suo protetto. In alcuni casi, numerose persone hanno testimoniato che dal corpo di Natuzza si sprigionasse un forte profumo di fiori senza una spiegazione naturale. Il testo offre anche una carrellata di piccole biografie di altre Sante e Beate che hanno condiviso con gli Angeli il Cielo in Terra. Come Santa Faustina Kowalska che ebbe grazie e visioni del suo Divino Sposo ma anche un rapporto intimo con i Santi Angeli. Un esempio valevole per tutti i santi e le sante che ci hanno mostrato un filo che non si spezza con i nostri eterei protettori.

Una piccola nota critica c’è: Natuzza Evolo forse ha predetto anche la sua morte, non è chiaro. Però non posso pensare diversamente leggendo le biografie della sua scomparsa nel 2009. Si legge ovunque: per blocco renale.

Era una donna anziana e una santa, è morta per Vivere, e lo ha fatto in un letto amico con amori cari e vicini. Il blocco renale è stato come l’ultima esalazione prima di spirare con il Cuore già nell’Eternità. Riportare questa curiosità forse distrae dal considerare che la mistica sapeva già il giorno in cui avrebbe lasciato il mondo. Come quando il Beato Carlo Acutis diceva: “Io morirò”. Ci scandalizza il modo, non la morte.