
“L’età dell’oro“, (Huangjin shidai 黄金时代), è il primo volume della “Triologia dell’età”, che comprende anche L’età dell’argento (Baiyin shidai 白银时代) e L’età del rame (Qingtong shidai 青铜时代) quest’ultimi ancora disponibili unicamente in lingua cinese. Il romanzo fu scritto dallo scrittore cinese pluripremiato Wang Xiaobo, morto prematuramente nel 1997, a soli 45 anni, per arresto cardiaco. Pubblicato per la prima volta a Taiwan nel 1991, e poi in Cina solo nel 1994, e ora finalmente disponibile anche in lingua italiana grazie alla Carbonio Editore, in un’edizione filologicamente rigorosa curata da due affermate sinologhe: Alessandra Pezza per la traduzione e Patrizia Liberati per la cura editoriale, “L’età dell’oro” è un’opera innovativa rispetto alle narrazioni coeve intrise di patetismo che narrano storie perlopiù legate a esperienze autobiografiche drammatiche accadute durante la Rivoluzione Culturale.
La Rivoluzione Culturale in Cina, per chi volesse approfondire, fu un fenomeno sociale e politico avviato nel 1966, e ufficialmente considerato concluso nel 1976, con la morte di Mao Zedong, avvenuta il 9 settembre 1976. Fu un periodo della storia cinese recente importante per comprendere gli sviluppi della storia cinese attuale, e il ruolo degli studenti denominati Guardie rosse; per chi fosse interessato a ulteriori approfondimenti ci sono numerosi testi ben documentati come Mao Zedong. Il Grande Timoniere che guidò la Cina dalla rivoluzione al socialismo del professore Guido Samarani, o Stella rossa sulla Cina. Storia della rivoluzione cinese di Edgar Show.
Testo fondamentale di introspezione, auto-analisi e critica sociale nel panorama della letteratura cinese contemporanea, L’età dell’oro sancisce la consacrazione letteraria di Wang Xiaobo, autore di culto sia in Cina che all’estero, dopo una gestazione di circa vent’anni di scritture e riscritture. L’autore, con la sua prosa caratteristica incisiva e il suo sguardo acuto e disincantato, riesce a catturare l’essenza di un’epoca segnata da contraddizioni e repressioni, offrendo al lettore un viaggio privilegiato attraverso le complessità dell’animo umano in un contesto politico in cui la libertà individuale viene sacrificata sull’altare dell’interesse comune e di partito.
Utilizzando un mix esplosivo e originalissimo di umorismo, critica sociale, riflessioni sulla libertà e l’amore non solo spirituale ma anche nella sua dirompente carica erotica, l’autore ci presenta un’opera di sicuro valore non solo letterario ma anche umano. Molte sono le scene di sesso esplicito utilizzate per esplorare temi più ampi come la libertà personale, l’intimità e la ribellione contro le restrizioni sociali, in opposizione a un puritanesimo di regime che vede il sesso come un fenomeno perturbante e contrario agli interessi dello Stato. Esempio se vogliamo esplicativo la castrazione dei bufali perchè pensino solo a mangiare e lavorare. Wang Xiaobo utilizza dunque la sessualità come un mezzo per esprimere la ricerca di autenticità e comunione umana in un contesto di oppressione e divisione.
Tuttavia, è importante notare che queste descrizioni, affatto pornografiche, sono integrate nella narrazione e non sono fini a se stesse, ma piuttosto parte di un discorso più ampio sulla condizione umana e le relazioni interpersonali complesse e anche conflittuali. Il sesso, come l’umorismo anche triviale, che l’autore spesso utlizza, diventano strumenti di resistenza all’interno di una società oppressiva che tenta di piegare e omologare gli individui tramite un costante e martellante indottrinamento ideologico.
“L’età dell’oro” di Wang Xiaobo può essere perciò considerato di fondamentale importanza anche da un punto di vista morale e di denuncia. In questo senso, “L’età dell’oro” non è solo un’opera letteraria seminale, ma anche un importante manifesto morale che invita alla riflessione e alla denuncia delle ingiustizie, rendendolo un testo significativo sia in Cina che nel resto del mondo. La penna di Wang Xiaobo si rivela dunque un’arma potente contro l’ingiustizia e l’oppressione, rendendo questa opera un capolavoro della letteratura cinese. La sua capacità di affrontare temi complessi con una prosa incisiva e una profonda umanità lo colloca di diritto tra i grandi autori del XX secolo, e “L’età dell’oro” rimane un’opera imprescindibile per chiunque desideri accostarsi alla letteratura cinese contemporanea e comprendere le sfide dell’individuo in un mondo apparentemente disumanizzato e statico, ma in realtà in continua e perenne evoluzione.
Wang Xiaobo (1952-1997) è stato tra i maggiori scrittori cinesi del Novecento. Nato a Pechino da una famiglia di intellettuali, come molti giovani istruiti della sua generazione a sedici anni fu costretto a trascorrere un periodo di ‘rieducazione’ nella provincia rurale dello Yunnan. Trasferitosi negli Stati Uniti, conseguì una laurea presso l’università di Pittsburgh. Tornato in Cina, insegnò all’Università del Popolo e all’Università di Pechino e nel 1992 diede le dimissioni per dedicarsi interamente alla letteratura come scrittore indipendente. Morì d’infarto a 45 anni. Due volte vincitore del prestigioso United Daily News Award for Novel, della sua vasta produzione letteraria ricordiamo la “Trilogia delle età”, di cui fa parte L’età dell’oro, e le raccolte di saggi A Maverick Pig e The Silent Majority.
Source: libro inviato dall’editore. Ringraziamo Costanza dell’Ufficio Stampa Carbonio Editore.
























