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:: Un’intervista con Qiu Xiaolong, su “Il Dossier Wuhan” (Love and Murder in the Time of Covid, 2023) a cura di Giulietta Iannone

2 luglio 2024

Benvenuto Xiaolong e grazie per aver accettato questa nuova intervista. Il dossier Wuhan è il tuo ultimo romanzo di Chen Cao. Vuoi parlarcene? Come è stato affrontato il Covid in Cina?

R: Grazie. In Il dossier Wuhan, puoi vedere l’enorme disastro che il Covid ha portato in Cina, ma più specificamente, è un quadro realistico di come la disastrosa politica “zero Covid” sia stata portata avanti con brutale forza dal governo del PCC, causando migliaia di vittime. E migliaia di morti come danni collaterali di questa politica disumana. Ad esempio, come descritto nel romanzo, una donna incinta in travaglio non poteva essere ricoverata in ospedale poiché non aveva quel giorno il certificato di aver effettuato un test Covid con risultato negativo, ed è morta dissanguata durante lo sforzo disperato di spostarla da un ospedale all’altro. Ed è una storia vera.

Il tuo romanzo è un’aperta denuncia dei metodi repressivi utilizzati per contenere l’emergenza epidemica. Non hai paura di eventuali ritorsioni da parte del governo cinese nei tuoi confronti?

R: Naturalmente sono più che nervoso per le eventuali ritorsioni. Ma un libro del genere deve essere scritto. La storia non può essere dimenticata o perdonata. Mi è capitato di essere quello capace di scriverlo, ma anche quello capace di presentarlo ai lettori in diverse lingue. I miei colleghi scrittori cinesi sono stati imbavagliati e non possono scrivere alcuna cosa sul Covid, a quanto mi risulta. Quindi continuavo a ricordare a me stesso una citazione di Confucio: “Ci sono cose che un uomo farà e cose che un uomo non farà“. Scrivere Il dossier Wuhan è una cosa che ho fatto e dovevo fare.

Il personaggio di Chen Cao invecchia insieme a te e diventa sempre più amareggiato per i mali che affliggono la Cina, un paese meraviglioso, dalla cultura millenaria. Il personaggio di Chen Cao rispecchia le tue emozioni? L’amore sarà per lui una consolazione?

R: Sì, sta invecchiando e diventando sempre più rattristato dai mali che affliggono la Cina, come dici tu. Per questo spero che l’amore possa essere per lui una delle poche consolazioni. Anche perché traduco sempre più poesie classiche (via Chen) da una cultura millenaria. È un tentativo di tenere me e Chen al sicuro dalle implacabili delusioni e disillusioni. Ovviamente io non sono Chen Cao.

Chen Cao ama la poesia, il buon cibo, è un ottimo traduttore, ha un forte senso etico e grande umanità, cosa ti somiglia e cosa ti differenzia da lui?

R: Questa è una domanda correlata. Sì, amo la poesia, il buon cibo (così sono diventato lo chef della mia famiglia), e recentemente ho anche scritto una prefazione a una nuova raccolta di poesie di T. S. Eliot pubblicata da un editore americano mentre presto sta per uscire la mia traduzione riveduta delle poesie di T. S. Eliot. Per quanto riguarda “un forte senso etico e una grande umanità“, non spetta a me dire se possiedo o meno queste qualità. Basti dire che condivido alcune qualità con Chen.

Tornando al Covid, tutto è partito da Wuhan, capoluogo della provincia di Hubei. Si parlava di un virus fuggito da un laboratorio a causa di un incidente e anche di trasmissione dagli animali all’uomo di un virus che, a causa di modificazioni genetiche, è diventato mortale per l’uomo. Forse non scopriremo mai le origini di questa epidemia, che idee ti sei fatto?

R: Ho letto parecchio sulla possibilità che il virus fosse fuoriuscito da un laboratorio di Wuhan come origine della pandemia di Covid. Ho fatto i compiti per la stesura del romanzo. Personalmente mi sento propenso allo scenario, anche se non sono mai stato uno specialista del settore. Quindi non posso dirlo con certezza. Grazie alla trasparenza intorno al laboratorio di Wuhan attuata dal governo del PCC, potremmo essere in grado di scoprire l’origine dell’epidemia di Covid nel mondo.

Vorrei davvero iniziare a studiare la lingua cinese, che consigli daresti ad un italiano che vuole intraprendere questo arduo percorso? Ho iniziato ma non sto facendo alcun progresso. Come hai imparato l’inglese? Iniziando a leggere libri in lingua inglese?

R: La mia risposta è semplice. Inizia a studiare senza preoccuparti troppo. La lingua cinese è contestuale. Una volta acquisito un certo numero di vocaboli cinese, potresti essere in grado di comprendere il testo cinese leggendolo contestualmente. Per quanto riguarda il mio modo di imparare l’inglese, ovviamente l’ho fatto attraverso i libri di testo. Come probabilmente saprai, ho studiato inglese principalmente da solo al Bund Park. Anche altri libri in lingua inglese, come narrativa e poesia, mi aiutarono molto, specialmente in quei giorni in cui tutte le opere letterarie erano state vietate tranne le “otto opere rivoluzionarie moderne”. Anche questo mi ha dato uno stimolo in più per imparare l’inglese.

E infine, nel salutarti e nel ringraziarti per la tua disponibilità, come ultima domanda ti chiedo se puoi dirci qualcosa sulla trama del tuo prossimo romanzo.

R: Sto lavorando al prossimo romanzo dell’ispettore Chen. Come forse vi ho detto, a volte è difficile scrivere un libro sulla Cina. Ciò che è accaduto alla Cina in passato e ciò che sta accadendo nel presente potrebbero essere strettamente interconnessi. Quindi il presente romanzo, pur concentrandosi su qualcuno che “è scomparso” nella Cina odierna, abbraccia più di trent’anni, esplorando le complicate interrelazioni nella storia cinese. Nel frattempo, tra un paio di mesi uscirà il mio secondo libro sul Giudice Dee (in francese e inglese).