

Che valore hanno nel mondo di oggi i comandamenti dell’Antico Testamento? Questo è quello che si chiede Emiliano Tognetti nel libro “Voci sul Decalogo: una viaggio nella contemporaneità” edito da Graphe.it. In questo volume, grazie ad una serie di interviste con esponenti (uomini e donne) delle tre religioni monoteiste che si riconoscono nel Decalogo, l’autore ci porta in una serie di conversazioni che riflettono sui comandamenti, sul loro valore, su come esso sia cambiato nel tempo e quale è il rapporto del Decalogo con la contemporaneità. Teologia, storia delle religioni, psicologia e sociologia convivono in queste pagine dove quello che è scritto nelle tavole, per chi crede o anche non crede, appare come strumento di libertà per un percorso di scelte dove oltre alla libertà stessa figurano la pace, la fratellanza. Ne abbiamo parlato con l’autore.
Perché un libro di indagine interreligiosa tra fede e ragione per i giorni d’oggi? Perchè, a mio parere, checché ne dica una parte del mondo contemporaneo, sono temi che per molte persone sono ancora sentiti ed importanti. Fede e ragione sono dinamiche che prescindono da definizioni sociologiche ed il bisogno dell’uomo di avere risposte per il domani, risposte che diano senso alla vita, meritano di essere affrontate ancora oggi.
Come ha scelto le persone da intervistare per raccontare il Decalogo? Le ho scelte in base alla religione e alla confessione che rappresentavano. Ovviamente essendo un libro ed essendo i versetti del capitolo dell’esito limitati, ho dovuto scegliere in modo da avere rappresentanti, maschili e femminili, di Cristiani, Ebrei e Musulmani. Però direi che la scelta è stata azzeccata, perché si tratta di persone “di qualità” ed il libro, per merito loro, ritengo che sia veramente un buon libro che la gente potrà apprezzare.
Leggendo le loro biografie degli intervistati, arrivano da esperienze diverse, come hanno recepito questo libro che indaga i Dieci comandamenti? Direi bene. Ovviamente questi sono coloro che hanno accettato di mettersi in gioco e di rispondere alle mie domande; altri hanno gentilmente declinato l’invito, ma non ho rimpianti. Chi ha risposto, sono persone che veramente hanno tenuto il punto, sono stati cortesi e “hanno studiato”!
Quanto è importante comprendere a pieno i contenuti del Decalogo dal punto di vista della fede e razionale? Direi molto. Perché è importante uscire da una interpretazione “tradizionale”, che va per “sentito dire” e per il quale spesso i comandamenti risultano “antipatici”, se così si può dire. Non parlo ovviamente del “sensus fidei fidelis”, che spesso è un’applicazione “concreta” e “spontanea”, ma non per questo meno raffinata di dotte interpretazioni, di certi teologi o esperti di religione. La ragione si declina in molte sfumature, dalla persona più semplice (il detto dice “contadino, scarpe grosse cervello fino”), alla più “studiata”, ma quello che conta è il cuore con il quale questa ragione viene applicata alla luce della fede.
Tra le interviste fatte, ce n’è qualcuna che l’ha colpita in modo particolare? Se sì perché? Ma in realtà, quella che mi ha colpito di più è quella del Vescovo, quella iniziale, perché permette di vedere il resto degli argomenti del libro in un’ottica contemporanea. Questo credo che sia il contributo più originale, perché permette di leggere in un’ottica complessa, integrata la sfera della fede e della ragione, con la personalità dell’essere umano e con le molteplici sfaccettature che nel mondo di oggi.
Che funzione ha questo testo per chi studia e si occupa di fede e per le persone comuni? Credo che possa essere un punto di partenza per vedere la Fede e la Ragione in un’ottica nuova ed integrata, come ricordato poco fa. L’uomo di oggi, ha delle conoscenze che le persone di ieri non avevano, ha strumenti di studio e conoscenza, come la Psicologia o altre nuove scoperte scientifiche, che permettono di leggere testi antichi e sempre nuovi con nuove lenti e di interpretare insegnamenti e significati che possono arricchire tutti, dalla persona più istruita a quella con un livello di istruzione e conoscenza più elementare. Fede e ragione, sono un patrimonio per tutti e tutte e poterne apprezzare la ricchezza e la profondità è un bene che può dare veramente una marcia in più a chi, liberamente, può aprirsi all’altro e all’Alto.
Emiliano Tognetti (1984) è nato a Pontedera, in Toscana. È giornalista, psicologo, psicoterapeuta e progettista sociale. Attualmente collabora professionalmente con Enti del Terzo Settore e con varie riviste locali o nazionali. Ha la passione per le interviste che pubblica sul magazine online 7Gifts.org dell’associazione Mamre, di cui fa parte assieme ad alcuni amici. Trovi i suoi contatti nella sezione Redazione del sito 7Gifts.org. (Biografia dal sito di Graphe.it e foto autore: Mihaela Oana Marcu).
























