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:: Ucraina e Russia, una pace possibile?

4 marzo 2023

Partendo dall’assunto che tutti vogliono la pace, sia coloro che per pragmatismo e realismo politico giustificano attualmente l’uso delle armi, che coloro che ritengono che la guerra non sia in nessun caso mai una strada percorribile, possiamo ritenere che i punti di convergenza siano sempre maggiori di ogni possibile divergenza. Innanzitutto ritenere che la pace sia possibile è il punto di partenza, senza farsi scoraggiare dai fallimenti pregressi che hanno portato a questo drammatico punto. I popoli dell’Ucraina e della Russia sono popoli slavi, popoli fratelli, con radici storiche, economiche, linguistiche, spirituali comuni. Questo pone un principio inderogabile se si vuole ottenere la pace: l’Ucraina non va smembrata, russi e ucraini hanno legami familiari, religiosi, etici così strettamente connessi tra loro che è impensabile volere tagliare l’Ucraina in due (dal Dnepr in giù come alcuni ipotizzano) come il celebre bambino conteso dalle due madri di salomonica memoria. Chi persegue le ragioni della pace e crede in una pace duratura ha ben presente che i popoli che vivono nei territori che formano gli stati hanno il sacrosanto diritto di autodeterminarsi. Di scegliere la struttura sociale e politica che li amministri e garantire che questo avvenga, rispettando le leggi del diritto internazione che regola la convivenza tra gli stati, spetta all’ONU il cui ruolo mai come in questo momento è cruciale. Dopo la caduta del Muro di Berlino, e l’ipotizzata fine della storia, per alcuni anni si è ipotizzato che una forma di governace mondiale democratica e condivisa era auspicabile e avrebbe garantito pace e progresso per il mondo intero. Nello sforzo di tendere verso una grande casa comune. Non eravamo ancora pronti, ma questa crisi nel cuore slavo dell’Europa se vogliamo ha riportato i riflettori sull’importanza di intraprendere questa strada. Di riprendere il percorso che si era interrotto. Siamo giunti a un bivio o riprendiamo la strada dell’integrazione e della cooperazione o ci avviamo verso quella dell’autodistruzione. Non si tratta più di chi vince o chi perde. Se perseguiamo le ragioni della pace vinciamo tutti non solo Ucraina e Russia, ma l’Europa tutta e il mondo intero. Se ci ostiniamo a volere sopraffare uno dei due contendenti non otterremmo che macerie per tutti. L’Ucraina non è una potenza nucleare, per quanto sia nell’ombra della NATO e degli Stati Uniti, ma vogliamo davvero vederla rasa al suolo da un inverno nucleare? Se una delle sue centrali nucleari esplodesse anche solo accidentalmente avremo ottenuto un obiettivo strategico? Mi rifiuto di credere che Stati Uniti e NATO vogliano questo. E mi rifiuto di credere che la Russia manderà mai un’atomica su un suo popolo fratello. Quindi protrarre il conflitto con tutti i rischi connessi (di incidenti non programmati) non conviene a nessuno. E’ di tutti interesse la sospensione del conflitto e la ripresa di un discorso diplomatico e politico drammaticamente interrotto dagli accadimenti di questo ultimo anno. L’incompetenza, l’irragionevolezza, la leggerezza di alcuni comportamenti va pesantemente sanzionata, in favore della ragionevolezza e del buon senso. Che solo Papa Franceso un anziano e malato ottantenne capo religioso creda, parli e veda la pace come possibile è una cosa che dovrebbe fare arrossire di vergogna qualsiasi politico di professione che persegue gli interessi e il benessere del popolo che l’ha eletto. Ecco queste sono le mie riflessioni in merito, se avete qualche commento da fare potete esprimerlo nei commenti sarò felice di intraprendere un dialogo costruttivo e realistico con voi. Noi naturalmente non decidiamo niente, non siamo al tavolo delle trattative, ma magari potremmo sensibilizzare le coscienze di coloro che in tutta sincerità vorrebbero fare qualcosa o perlomeno capire cosa sta succedendo. Grazie.