Tea ripropone dopo una trentina d’anni uno dei titoli fantasy che introdusse al genere molti dei ragazzi e ragazze degli anni Ottanta: La pietra del vecchio pescatore di Pat O’Shea, uscito sull’onda del successo de La storia infinita di Michael Ende ma non certo un suo clone, anche se c’è un’idea simile di partenza, sviluppata in maniera diversa.
Al di là dell’effetto nostalgia canaglia, che funziona sempre, non si può che essere felici per questo ritorno in libreria, e immergersi in un mondo ambientato in una delle terre iconiche della fantasia per antonomasia, l’Irlanda, perfettamente sospesa tra realtà e immaginazione, dotata di un patrimonio di miti, fiabe, leggende, creature fantastiche tra i più ricchi forse al mondo.
Pidge e Brigit, fratello e sorella, vivono felici in una vallata dell’Isola di Smeraldo, tra giochi, esplorazioni, rimproveri della zia Bina e attese del papà, spesso fuori per lavoro. Un giorno i due ragazzini mettono le mani su un vecchio e malconcio libro e varcano la sottile soglia che separa il mondo reale da quello fantastico. Li aspetta una missione fondamentale per salvare la loro dimensione e l’altra, recuperare, per conto di un’antica divinità irlandese, una pietra macchiata di sangue, prima che cada nelle mani della Morrigan, la Regina del Male a tre teste, dea celtica della guerra.
Nel loro viaggio iniziatico che affonda le sue radici nelle fiabe, Pidge e Brigit incontreranno vari personaggi, animali e non: la somarella Serena, il misterioso Vecchio Pescatore, i due amici Patsy e Boodie, che mostreranno poi chi sono realmente, la volpe Cutu, in un mondo di inganni, labirinti, porte magiche, laghi tenebrosi, creature ostili, incantesimi che hanno intrappolato innocenti e non, in un microcosmo che nasce dalle colline irlandesi per andare oltre e svelare un mondo e un’avventura fantastica.
Una fiaba per tutte le età, da rileggere se la si è letta negli anni Ottanta, magari come prima porta per entrare in mondi fantastici, e da scoprire oggi per chi è nato dopo, e ha scoperto il fantasy grazie magari a Harry Potter.
Tra viaggio fantastico, avventura, folklore irlandese, antiche tradizioni, ironia, La pietra del vecchio pescatore si rivela un classico del genere, capace di avere ancora molto da dire oggi, in qualunque modo lo si legga, con nostalgia, passione, interesse verso un nuovo mondo.
Pat O’Shea (1931-2007) è nata a Galway, in Irlanda, dove è cresciuta in mezzo a storie e personaggi molto simili a quelli che si incontrano nel suo primo romanzo, La Pietra del Vecchio Pescatore, alla cui stesura ha dedicato ben 13 anni: pubblicato nel 1985 e tradotto in numerose lingue, è considerato uno dei grandi classici della letteratura fantastica.
Source: acquisto dell’edizione originale Longanesi negli anni Ottanta.
Tag: Elena Romanello, Fantascienza Fantasy Horror, fantasy, La pietra del vecchio pescatore, letteratura irlandese, Pat O'Shea, TEA
8 novembre 2017 alle 13:08 |
è nella mia lista di libri da leggere 🙂
8 novembre 2017 alle 13:36 |
Bello, bello, bello.