:: Il principe rosso, Qiu Xiaolong (Marsilio, 2016) a cura di Giulietta Iannone

by
images

Clicca sulla cover per l’acquisto

Eccoci qui, noi “ricconi”, in un mese senza pioggia,
in un bar a forma di sampan, dove una giovane cameriera
raccomanda la specialità della casa, la carpa di Qianlong
con gli occhi che ancora roteano nel piatto.

Pagina 61 “Le poesie dell’ispettore Chen” Qiu Xiaolong

Non c’è niente di meglio per conoscere la Cina contemporanea che leggere un romanzo di Qiu Xiaolong, qualcosa di più di un giallo, e di giusto meno di un trattato di sociologia e politica. Per chi ama l’ Estremo Oriente, sempre in bilico tra tradizione e modernità, un’ occasione ideale per conoscere la Cina dall’ interno con le sue contraddizioni e la sua poesia, vista da occhi non filtrati dalla rigida censura governativa, ma di un cinese che vive nella “libera” America e può permettersi di delineare luci e ombre della più grande repubblica socialista ancora in piedi.
E’ crollato l’URSS, Cuba tentenna, la Cina resta rigorosamente e orgogliosamente rossa, con il suo statico governo centralizzato, la sua retorica rivoluzionaria rivisitata dalle canzoni patriottiche che risuonano dalle metropolitane ai locali pubblici, per riaccendere un fuoco forse sopito dopo anni di regime. Ma il sogno di Mao sembra resistere non ostante i compromessi, l’economia di mercato, l’inquinamento, i principi rossi, la corruzione diffusa, la burocrazia ceca, o il rampantismo carrierista.
E su tutto nello sfondo resiste la Cina antica con la sua poesia, con i suoi piatti tipici, le vecchie tradizioni dure a morire perché il socialismo reale in questo paese resta spiccatamente cinese, unico al mondo, forse improducibile in altri paesi anche dell’Asia.
Che Qiu Xiaolong provi nostalgia per la sua Shanghai è indubbio e come tutti gli esuli questa malinconia vela le sue pagine di rimpianto e aspettative. E tutto ciò è anche parte della bellezza dei suoi romanzi polizieschi, scevri da una rigida ortodossia, ma partecipi della vita che scorre in questa grande metropoli avveniristica per certi versi, ma che conserva angoli antichi dove bere una tazza di una delle miriadi varianti di pregiato tè. Ci sono i locali notturni, che scimmiottano i locali del vizio occidentali, frequentati dai ricchi oligarchi rossi e dai loro figli, e le trattorie tradizionali dove mangiare il pesce allevato, e non certo preso dai laghi inquinati, tragico strascico del boom economico.
Shanghai Redemption, in Italia Il Principe Rosso, edito da Marsilio e tradotto da Fabio Zucchella, è una nuova storia dell’ispettore Chen Cao.
Inizia in un cimitero per la festività di Qingming, quando Chen, sotto la pioggia, incontra una donna. Ormai non è più ispettore, per toglierlo di mezzo è stato promosso a una carica, creata forse su misura, che finge di essere una promozione e invece nasconde insidie, puro bizantinismo in salsa cinese. Fuori dalla polizia non può fare più danni, o almeno così sperano coloro che tramano nell’ombra e vogliono la sua fine sociale e politica.
Di questa tacita cospirazione, di cui Chen Cao non sa spiegarsene il motivo, ne ha le prove quando rischia di essere sorpreso in un locale notturno in atteggiamenti equivoci con procaci fanciulle. Una telefonata della madre lo salva, ma chi è il nemico senza volto, chi vuole la sua fine? Chen Cao lo scoprirà e nel farlo scoperchierà un vero vaso di Pandora di corruzione, e delitti nascosti in cui l’unica radice resta l’avidità e la sete incontenibile di privilegi e ricchezze.
Non vi anticipo troppo della trama, perché i lettori dei gialli possano scoprirla pagina dopo pagina, ma è solida, intricata e prevede una rivelazione finale sicuramente all’altezza delle aspettative. Donne affascinanti, pericoli, principi rossi che nascondono le ombre di carriere apparentemente irreprensibili dove la ricerca del potere non è esattamente tesa al benessere socialista di tutti.
Chen Cao si interroga, smaschera ipocrisie, si tormenta con il rimpianto di non essere diventato lo studioso che il padre voleva che fosse, ma a suo modo è un uomo del sistema, che cerca di bilanciarlo con il suo senso di giustizia e di verità. E in più ha da salvare la sua vita e la sua reputazione.
Liberamente ispirato a fatti e scandali realmente accaduti, Il Principe Rosso è una storia nera dove non mancano coraggio, lealtà amore e speranza. Dopo tutto Chen Cao il poliziotto poeta resta un ottimista, un figlio della Cina. Una buona serie, all’altezza con le migliori, soprattutto per chi ama l’Oriente e il poliziesco.

Xiaolong Qiu è scrittore e traduttore. Nato a Shanghai, dal 1989 vive negli Stati Uniti, dove insegna Letteratura cinese alla Washington University di Saint Louis. Insieme ai nove episodi della serie dell’ispettore capo Chen Cao, pubblicata in venti paesi, di Qiu Marsilio ha pubblicato i romanzi Il Vicolo della Polvere Rossa e Nuove storie dal Vicolo della Polvere Rossa, oltre a un volumetto di poesie dedicate a Chen Cao.

Source: libro inviato dall’editore, ringraziamo l’autore e Chiara dell’Ufficio Stampa Marsilio.

Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.

Tag: , , , , , , , , ,

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.


%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: