:: Recensione di Amnesia di Jean-Christophe Grangè a cura di Giulietta Iannone

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A poco a poco la situazione le diventava chiara: l’assassino non poteva essere un barbone o uno spacciatore e tanto meno l’uomo che aveva perso la memoria. Era un killer folle, freddo, razionale. Un essere dai nervi d’acciaio che si era preparato accuratamente in vista del sacrificio. Non era un macellaio né un allevatore e neppure un veterinario, lei ne era sicura. Aveva acquisito quell’abilità soltanto per allestire la sua messinscena.
Anais fremeva all’idea di affrontare un avversario simile, non sapeva se di paura o di eccitazione; probabilmente di entrambe. Era consapevole che nella maggior parte dei casi gli omicidi psicopatici venivano arrestati perché commettevano un errore o perché la polizia aveva un colpo di fortuna. Nel caso del killer, non poteva contare sul fatto che facesse errori; quanto alla fortuna…

Mathias Freire, psichiatra al centro ospedaliero specializzato Pierre-Janet di Bordeaux, e protagonista del nuovo romanzo edito in Italia da Garzanti di Jean-Christophe Grangè Amnesia, titolo originale Le passager tradotto dal francese da Doriana Comerlati, riceve una telefonata in piena notte sul suo cellulare del dottor Fillon, medico di guardia nel quartier Saint-Jean Belcier, che lo informa di un caso singolare avvenuto alla stazione Saint-Jean: verso mezzanotte i guardiani notturni si sono imbattuti in un uomo, un vagabondo nascosto in una cabina all’altezza del punto di ingrassaggio, sui binari. Uno sconosciuto, un uomo completamente privo di memoria, un colosso, alto almeno due metri, di centotrenta kili di peso con indosso un vero Stetson da texano e stivali da cowboy di lucertola. Quella stessa notte il capitano di polizia Anais Chatelet viene chiamata sul luogo di ritrovamento di un cadavere. Un giovane nudo, con diverse ferite. Una messinscena aberrante. Qualcosa che puzzava di follia e crudeltà lontano un miglio. Non una banale rissa finita male né un volgare furto di denaro. Roba seria. Il morto, rinvenuto in una fossa accanto ai binari della stazione di Saint-Jean, “ucciso” da un overdose di eroina, presenta un particolare aberrante: la sua testa non è quella di un uomo ma è inglobata nella testa di un toro. Subito le indagini portano ad un collegamento tra lo sconosciuto senza memoria e il delitto. I casi sono due: o lui è il principale sospettato, o ha assistito al delitto e per lo shock ha perso la memoria. Amnesia inizia così  presentando due personaggi Mathias Freire e Anais Chatelet, che si incontrano casualmente e ci accompagnano per le ben 750 pagine del romanzo facendoci affrontare un viaggio avventuroso e interessante nella psiche umana e nei segreti racchiusi nella memoria ancor più quando è ferita, frammentata, lacerata. Innanzitutto non fatevi spaventare dalla mole del libro, sarà per le frasi brevi, per lo stile incisivo e pulito di Grangè, ma si legge molto velocemente. Se amate i thriller, pieni di colpi di scena, dove nulla è come sembra, dove l’autore sa escogitare trame vertiginose praticamente impossibili da svelare prima che sia lui stesso a farlo, troverete pane per i vostri denti. Se avete amato L’impero dei lupi vi troverete a casa. Senza svelare troppo della trama labirintica e davvero complessa, comunque per sommi capi presente nel risvolto di copertina, sicuramente è un libro in cui un uomo si interroga su chi sia realmente, su quali siano davvero i suoi ricordi, angosciato dalla paura di poter essere un assassino freddo e spietato e minacciato da un reale pericolo del quale non riesce in nessun modo ad individuarne l’origine. Il personaggio di Anais Chatelet, tipica eroina alla Grangè, è sicuramente una coprotagonista riuscita e agguerrita che compete ad armi pari con Mathias Freire. Sin dai tempi di Fiumi di porpora, l’autore ama presentare donne forti, volitive, capaci di reggere il confronto con i personaggi maschili, quasi sempre più problematici pensiamo a Pierre Niemans di Fiumi di porpora appunto o Jean-Louis Schiffer de L’impero dei lupi. Grangè unisce il thriller psicologico al romanzo di azione puro e lo fa conservando il suo stile particolare e tipicamente francese alla Besson per intenderci e dato che ogni romanzo di Grangè ha il destino quasi segnato di diventare un film non ci vedrei male proprio Besson alla regia.

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5 Risposte to “:: Recensione di Amnesia di Jean-Christophe Grangè a cura di Giulietta Iannone”

  1. Michele Says:

    Fantastico Grangé . Numero 1 in assoluto ,oltre che un grande scrittore è anche un grande ricercatore con interessi che spaziano dalla politica all’ antropologia, alla scienza ed in questo romanzo perfino alla psichiatria. E se ne imparano di cose nei suoi romanzi..
    Eccezionale la parte che si svolge a Marsiglia dove sembra veramente di annusare la puzza e percepire l’ imbruttimento dei barboni .
    Poi si viaggia da una città all’ altra della Francia grazie alla geniale trovata del transfert del protagonista da un personaggio all’ altro alla ricerca del suo vero io , e così Grangé ci fa vivere 5 storie diverse . In pratica è come leggere 5 romanzi in uno ( per questo sono 756 pagine)
    Senza dubbio anche questo romanzo farà scuola a molti giovani romanzieri (francesi e non) che hanno trovato soprattutto nel suo modo di scrivere veloce e diretto , fatto di frasi brevi e mai banali o fini a loro stesse, il linguaggio ideale per esprimere le loro idee e raccontare le loro storie .
    Ogni singola frase dei romanzi di Grangé ha una sua utilità all’ interno del romanzo (non è scritta perché è una bella frase o perché suona bene) ed è sempre pregna di informazioni che ci vengono date per definire meglio i suoi personaggi, sempre complessi e tormentati , o per complicare o sbrogliare la trama e perfino per depistarci ..ma senza mai barare.
    Aggiungo che il romanzo più bello di Grangé è sempre l’ ultimo che ha scritto e ciò testimonia che la sua parabola è ancora in fase ascendente.. e dopo 8 romanzi a mio avviso Patricia Cromwell era già finita (ora scrive gialli che sembrano romanzi armony) e Jeffrey Deaver iniziava a pubblicare scialbi romanzi di gioventù (trilogia di Pellam) o improbabili polizeschi da Telelfilm (con l’eroina suo malgrado Rune)-Peccato era il mio mito , speriamo si prenda una pausa per schiarirsi le idee.
    Non si scappa , quando gli editori chiedono 1 o 2 libri all’ anno la qualità scade appunto perchè non ci si documenta a dovere o più semplicemente si scrive controvoglia perchè non ci sono idee..
    Per nostra fortuna il nostro Grangé di idee ne ha ancora e parecchie..
    Se devo trovargli un difetto a tutti i costi (nella vana speranza che legga questo post) è che i suoi finali a volte sono un po’ troppo precipitosi e confusi , soprattutto se li si confrontano con i tempi perfetti e sempre lucidissimi del resto del romanzo .
    A ben vedere infatti i romanzi di Grangé finiscono il più delle volte con una scena d’ azione a velocità supersonica che probabilmente si riesce a rendere meglio con il mezzo cinematografico che con carta e penna . Si fa , come dire ingolosire, dal finale tipo resa dei conti e lo descrive con un po’ troppa foga ..
    Concludo segnalandovi alcuni ” giovani ” autori di romanzi thriller che a mio modesto parere sono già nella top ten dei migliori –
    2 francesi : FrançoisThilliez ” L’ osservatore” (che personaggi…)
    Maxime Chattam “La triologia del male” (..diabolico .. anche se purtroppo ora ha virato verso il genere Fantasy)
    1 americano : Cody Mc fyaden “gli occhi del buio” .. lo stile della narrazione è geniale.. merita veramente , ed infine il nostro DONATO CARRISI che si è rivelato all’ altezza anche con il suo nuovo romanzo ” il tribunale delle anime” , veramento bello.
    Vi lascio ..spero di non avervi annoiato troppo ..putroppo non riesco a parlare di questi argomenti con mia moglie che preferisce di gran lunga la Tv ai libri o con i miei amici (calcio e cene..)

    Michel

    • liberdiscrivere Says:

      Ciao Michele,
      torna a parlare di libri quando vuoi sei tra amici,
      Giulia

      • Michele Says:

        Ciao, vacanze finite..ma finalmente son riuscito a leggere un libro come dico io in 7 – 10 gg massimo , e non le 6 -7 paginette prima di addormentarmi la sera.
        Ho voluto dare un altra chance a Jeffrey Deaver e mi son letto tutto d’ un fiato” l’ addestratore ” . Molto bello ed avvincente, un thriller alla Deaver vecchia maniera anche se a volte abusa delle false piste ed i primi 2 – 3 sospettati ormai non li calcolo nemmeno, conoscendo il nostro Jeffrey che ha fatto dell’ effetto sorpresa la sua fortuna letteraria ..
        A proposito vorrei sapere da chi leggerà questo post, qual’ è il suo libro preferito di Jeffrey Deaver e soprattutto se ha qualche autore nuovo da segnalarmi .. il genere ormai l’ avete capito ..
        Ho letto che hanno fatto un film tratto da Miserere di Grangé , qualcuno sa se è già uscito in dvd ?
        Buona ripresa a tutti e grazie Giulia dell’accoglienza
        Michel

  2. liberdiscrivere Says:

    Ciao Michele,
    credo di aver capito che ti piacciono i thriller psicologici. Ti consiglio Sebastian Fitzek e Wulf Dorn. Davvero bravi. Dorn è tornato in libreria questo agosto con Follia profonda (Corbaccio). Se ti piace Grangè, lo troverai interessante.
    Poi c’è un francese Franck Thilliez adesso in libreria con L’origine della paura (Nord).
    Se ti piacciono i nordici ti consiglio Gunnar Staalesen che io adoro.
    Poi c’è tutta la collana Revolver di BD un po’ pulp , un po’ hardboiled, I fuochi del Nord di Derek Nikitas è bellissimo. Poi se ami il noir c’è un americano molto interessante Dave Zeltserman con La trilogia nera edita da Timecrime. Poi Omicidio allo specchio di Ryan David Jahn. Infine se ami il noir francese non puoi perderti tutto il ciclo di Andrè Helena pubblicato da Aisara.

  3. liberdiscrivere Says:

    Aggiornamento: L’origine della paura di Franck Thilliez è uscito dal programma editoriale e per il momento non so dirti se e quando sarà pubblicato.

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