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:: Tre libri Marsilio in occasione del Giorno della Memoria

27 gennaio 2025

Frediano Sessi
Quando imparammo la paura. Vita di Laura Geiringer, sopravvissuta ad Auschwitz

La nuova uscita di uno dei massimi esperti della Shoah e del campo di concentramento di Auschwitz. Sessi ci presenta la storia di una sopravvissuta: Laura Geiringer, tornata a casa con la consapevolezza di dover impiegare tutte le sue forze per ricominciare a vivere. Per Marsilio è autore di numerose pubblicazioni in cui riscopre e racconta storie dimenticate dell’Olocausto e di opere divulgative, tra cui Auschwitz. Storia e memorie (2020) e Oltre Auschwitz. Europa orientale, l’Olocausto rimosso (2024).

Il giorno e l’ora della liberazione dai campi di concentramento vengono spesso raccontati e rappresentati come un ritorno alla vita e la fine di atroci sofferenze. Non è stato così per molti dei prigionieri dei Lager, tanto meno per le poche donne scampate all’orrore. E non è stato così per Laura Geiringer, unica sopravvissuta della sua famiglia, tornata a casa con la consapevolezza di dover impiegare tutte le sue forze per ricominciare a vivere. La vergogna e il disgusto per quanto subito la spingono a tacere: chi le crederebbe? A chi parlare dei tremendi esperimenti che il professor Carl Clauberg conduceva sui corpi delle donne ad Auschwitz? Chi non aveva esperienza del Lager non poteva capire, forse non sarebbe nemmeno riuscito ad ascoltare. Unico sfogo per sfuggire al ricordo delle abiezioni di Birkenau è il diario di memorie a cui affida i suoi pensieri.
Grazie a quelle parole, a nuovi documenti e a testimonianze inedite, Frediano Sessi ricostruisce la tragica storia di Laura e della sua famiglia, dalla serenità dell’infanzia all’ignominia delle leggi razziali; dalla tentata fuga a Gruaro alla detenzione a Venezia; dal tragico trasferimento ad Auschwitz sul medesimo convoglio di Primo Levi al tentativo di riprendere, dopo la liberazione, un’impossibile normalità. Accanto alle storie sia degli aguzzini sia delle compagne che con lei hanno condiviso torture e vessazioni, emerge con forza in queste pagine il desiderio di resistere con ogni mezzo a quel male assoluto.

Uwe Wittstock
1940. Il grande esodo della letteratura in fuga da Hitler

Dall’autore del bestseller internazionale Febbraio 1933, l’odissea di artisti e scrittori tedeschi in fuga verso la libertà e la vicenda dimenticata di Varian Fry, l’uomo che li ha tratti in salvo. Tra i protagonisti: Hannah Arendt, Walter Benjamin, Heinrich Mann e Franz Werfel.

Tra maggio e giugno del 1940, l’esercito nazista marcia su Parigi, costringendo a una fuga precipitosa otto milioni di persone. È un vero e proprio esodo, che coinvolge anche gli esuli austriaci e tedeschi che in Francia credevano di aver trovato un rifugio sicuro dalla minaccia hitleriana nel 1933. La Gestapo si mette subito sulle tracce di Hannah Arendt, Walter Benjamin, Heinrich Mann, Franz Werfel, e di tanti dissidenti che dovranno nuovamente scappare. I loro destini e quelli di altri scrittori e artisti, nonché di centinaia di profughi meno noti, convergeranno nel 1940 a Marsiglia. Qui Benjamin affiderà copia del suo ultimo saggio ad Arendt, nella speranza che almeno i suoi scritti possano sopravvivergli. Qui riparerà Max Ernst, evaso dai campi di internamento che il governo francese ha predisposto per i potenziali nemici stranieri. Ed è qui che Varian Fry, un giornalista poco più che trentenne venuto da New York, metterà a rischio la propria vita per far uscire clandestinamente dal paese i perseguitati. Con stile avvincente e ritmo serrato, Uwe Wittstock ricostruisce l’odissea di artisti e intellettuali alla conquista della libertà e riporta alla luce la figura e l’operato di Fry e delle persone straordinarie che riunì intorno a sé per trarli in salvo. Restituendo voce e profondità a queste vite, l’autore racconta come dalla disperazione possa nascere un incredibile coraggio e come, anche nei tempi più bui, ci siano stati «donne e uomini che hanno saputo tenere alto il vessillo dell’umanità».

Petra Rautiainen
Terra di neve e cenere

Romanzo di esordio di una promettente scrittrice finlandese. Un racconto potente e profondamente poetico ambientato nella Lapponia finlandese del 1947, dove la protagonista si trova ad affrontare le verità scomode del passato, in cerca di una possibilità per ricomporre le ingiustizie.

Nel 1947, quando la guerra è ormai alle spalle, Inkeri raggiunge una piccola città della Lapponia finlandese per documentare con le sue foto la ricostruzione della zona. Ufficialmente, deve mettere insieme un reportage per un giornale della capitale, ma il suo vero obiettivo è un altro. Più personale. Quel lungo viaggio da Helsinki a Enontekiö, nel profondo Nord del paese, ripercorre in realtà le tracce del marito di cui non ha più notizie: quello è l’ultimo posto dove Kaarlo è stato visto prima di scomparire. Molte risposte alle sue domande potrebbero trovarsi in un diario. Contiene le parole di un soldato che, chiamato come interprete, ha registrato gli eventi dell’ultimo anno di guerra e sembra fornire un punto di partenza per risolvere finalmente il mistero che avvolge il destino di Kaarlo, e non solo.
Ma sarà l’incontro con una ragazzina sami e la sua comunità ad aprirle davvero gli occhi. Giorno dopo giorno, in quel paesaggio polare di grande bellezza, i ricordi di un popolo che abita le terre artiche da sempre porteranno alla luce fatti sconvolgenti, storie taciute di oppressione e di sopravvivenza.
In un racconto potente e profondamente poetico, dove ognuno dei protagonisti porta con sé un segreto fino alla fine, Inkeri si trova ad affrontare le verità scomode del passato, in cerca di una possibilità per ricomporre le ingiustizie.