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:: “Straordinarie verità soprannaturali dalla mistica delle meraviglie” di Maria Lataste (Edizioni Segno) a cura di Daniela Distefano

18 Maggio 2025

Si frequentano giorni di cammino piano, dove il sole illumina il tracciato senza offuscare i contorni. Mi è capitato di bere chiarezza e lucidità con questo libro come un maratoneta assetato di Verità. 

Ma andiamo con ordine, chi era Maria o Marie Lataste? Promuovo intanto il mio metodo apodittico di riportare brani interi del suo scrivere per farmi un po’ da segnale stradale e indicare ciò che è caduto sotto i miei occhi, mente, visione mentre lo leggevo con delizia.

Marie Lataste nacque il 21 febbraio 1822 a Mimbaste, vicino a Dax, in Francia. Ultima figlia di contadini pii ed umili, visse un’infanzia molto povera. Quel poco che lei e le sue sorelle conoscevano – leggere, scrivere, cucire e filare – lo appresero dalla madre, che ebbe cura di insegnare loro anche la fede e le virtù cristiane. Il carattere irrequieto e orgoglioso di Marie diede fin dall’inizio non poche preoccupazioni alla madre che per questo non smetteva di raccomandarla al Signore nelle sue preghiere. Il momento di svolta nella sua vita arrivò quando aveva 12 anni. Era il giorno della prima Comunione, quando sperimentò un’intensa impressione della Divina Presenza. Circa un anno più tardi, durante la Messa al momento dell’Elevazione, le parve di vedere una luce brillante che sembrava accenderla di amore per il Signore Eucaristico. Nel 1839, quando aveva appena 17 anni, vide Cristo sull’altare. Da quel momento Gesù la istruirà quasi quotidianamente impartendole una vera e propria formazione spirituale e dottrinale. Gesù le spiegava con un linguaggio semplice le principali verità di Fede, servendosi talvolta anche di visioni simboliche e di parabole. Il 9 maggio 1847 si ammalò improvvisamente. In punto di morte, prima che le fosse impartita l’estrema unzione, ricevette l’autorizzazione a pronunciare i voti. Morì il giorno successivo, 10 maggio 1847, a Rennes all’età di appena 25 anni,  esattamente come le era stato preannunciato qualche tempo prima da Gesù.

Sin qui la vita e la morte di Santa.  Ma cosa ci ha lasciato questa santa fresca come un bocciolo non ancora aperto alle meraviglie del Creato?

La risposta è nella mole di scritti che ne fanno una serva prona al servizio del suo principale che l’ha resa degna della sua dettatura. Gli argomenti, sono quelli di oggi. Un oggi eterno.  

“Conoscere Dio, adorarlo, obbedirgli, tale era la religione dell’uomo sulla terra, nel suo paradiso, e questa religione, dal primo uomo fino a te, è sempre stata la stessa: cosa fai infatti oggi nella religione cattolica, se non conoscere Dio, adorarlo e obbedirlo? Tu lo conosci come lo conosceva Adamo, tu lo adori come faceva Adamo; solo l’obbedienza che dai a Dio è cambiata, come è cambiata per i patriarchi, come per il popolo che mi ero scelto, come quando sono giunto per rimuovere la legge del timore per sostituirla con la legge dell’amore. Ma non è l’obbedienza in sé stessa che è cambiata, è l’obbedienza in relazione alle azioni che Dio ti chiede. Dio stesso ha voluto modificare le prescrizioni che aveva dato ad Adamo, cambiare poi quelle che aveva dato ai patriarchi, cambiare infine quelle che aveva dato a Mosè. Ma è stato lui che le ha cambiate. L’uomo ha dovuto obbedire, e la religione è sempre la stessa, nonostante quei cambiamenti sull’obbedienza dovuta a Dio. Le persecuzioni  si sono abbattute contro di essa; ma da Adamo, il padre del genere umano, da Abele, fedele servitore di Dio, ai più recenti martiri, la persecuzione non ha mai distrutto la religione, lei gli ha solo dato sempre più forza e vigore. Sai perché, figlia mia? Perché è Dio stesso che ha stabilito la religione, che la conserva e la diffonde con i mezzi che ha scelto, e contro i quali le potenze del mondo e dell’inferno non possono nulla”.  

Nelle sue pagine, vibra l’atmosfera apocalittica della gloria e della salvezza eterne

 “Hai coraggio?” Mi chiese il Signore. Allora sfidando me stessa, gridai: “Signore, venite in mio aiuto, datemi la vostra forza e la vostra virtù!” E subito dopo risposi, con forza sovrumana: Sì, ho coraggio; non ho paura di niente.  La porta si aprì, e salii una lunga scalinata che mi portò in un appartamento al termine del quale c’era un’altra scala. Quando entrai in questo appartamento, un uomo, nascosto dietro la porta, mi colpì con un vigoroso colpo di bastone che mi levò quasi tutte le forze. Ho avuto grandi difficoltà nel salire la seconda scala. Ci sono comunque riuscita. Lì trovai un uomo che ebbe compassione per la mia debolezza, e mi offrì un bicchiere d’acqua. Quest’acqua mi rinfrescò e mi ridiede un po’ di vigore.Salii una nuova scala e vidi venire verso di me un uomo possente che mi diede due schiaffi che mi stordirono. Caddi a terra senza essere in grado di rialzarmi. Nella mia angoscia gridai: Signore, vieni in mio aiuto!  Allora la persona che era con me e un altro che era accorso, mi presero tra le loro braccia e mi portarono in cima ad un’altra scala dove trovai un grande crocifisso. Mi gettai in ginocchio, abbracciai i piedi del Salvatore; salii un’altra scala, e raggiunsi un appartamento il cui pavimento e il soffitto sembravano essere un solo specchio. Le pareti erano disseminate di specchi più piccoli, di varie dimensioni, che ricevevano il loro brillìo dagli specchi di sopra e di sotto; dissi a me stessa: questo pavimento e questo soffitto  raffigurano Gesù Cristo in cielo e in terra che riversa la sua luce sui santi, che la riflettono e se la rimandano reciprocamente e, passando da uno all’altro, essa torna al Salvatore Gesù.    Anch’io devo guardare la luce che egli mi manda dal suo trono celeste e dal trono del suo tabernacolo, e riflettere questa luce per illuminare le tenebre del mio prossimo e riportarlo a Gesù, per quanto Dio me lo concederà. Subito lo specchio superiore si aprì in forma di torre, si trasformò poi in forma di scala i cui gradini, lucidi e levigati, portavano ad un piccolo padiglione senza pareti, ma tutto in colonnine di una luminosità abbagliante, e Gesù era al suo centro. Mi chiamò; mi avvicinai a lui e, man mano che mi avvicinavo, sentivo il mio cuore più ardente d’amore per il mio Salvatore. Quando fui vicino a lui, egli tese la mano; io mi gettali ai suoi piedi e mi persi nella dolcezza della sua presenza, sperimentando una felicità al di sopra di tutte le felicità nel mondo, e potei solo esclamare: “Salvatore Gesù, quanto è amabile servirvi! Quanto si è felici nel vivere vicino a voi, con voi, in voi!”.

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La chiamata del Signore è per i giusti e per i peccatori

Tutta la bontà e la misericordia di Dio si trovano nell’ostia dove ci sono tutte le perfezioni di Dio, tutte le virtù, tutte le grazie, poiché colui che vi abita è l’autore della grazia e il Dio delle virtù. E’ qui che a Dio piace fare misericordia, esistendovi per bontà e misericordia. Sarebbe degno di lode un amico che, per il suo amico, si spoglierebbe di tutti i suoi beni, si esilierebbe con lui. E io… sono morto per gli uomini, ho voluto abitare in mezzo ad essi nel loro esilio, per consolarli, fortificarli, consolarli e provvedere ai loro bisogni dando loro quello che loro necessita. Infatti, chi mai, venendo a chiedere a me con fede, speranza, sottomissione, costanza e perseveranza, non sarebbe esaudito? Ah! Figlia mia, in verità di dico, se gli uomini sono così deboli, così sprovvisti di virtù, è perché non ne chiedono mai abbastanza: la maggior parte di loro si riunisce nella mia casa, dice qualche preghiera, con un po’ di fervore, se vuoi, altri le dicono a fior di labbra, tra lo smarrimento e la superficialità del loro spirito. E  come volete che un Dio geloso possa accogliere ed esaudire queste preghiere? Chi è colui che, essendo afflitto, e venuto con sante disposizioni non è stato consolato? E’ proprio per quelli che sono schiacciati dal peso della legge che io sono presente nell’Eucarestia, poiché ho detto: venite a me, voi che siete oppressi, ed io vi solleverò. Non invito solo i giusti, ma anche i peccatori, purché vogliano rinunciare sinceramente ai loro peccati; infatti io sono su un trono di grazie e di misericordia per accogliere quelli che si presenteranno.

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Voglio concludere questo resoconto con un riferimento alla Santa Vergine Maria.. E’ Gesù che parla della Sua Mamma a Marie Lataste. Un  tripudio di dolcezza, fermezza, umiltà. W Maria Santissima

La mia incarnazione era il capolavoro delle manifestazioni esteriori di Dio in cielo e sulla terra. Da tutta l’eternità Dio aveva preparato quest’opera. Quando giunse l’ora, nel mezzo dei tempi, mandò il suo angelo chiamato Gabriele nella stanzetta di Maria. Maria pregava, chiedendo la liberazione del mondo, sospirava ardentemente la venuta del Messia, e Dio viene a lei per mezzo del suo angelo; Dio viene a dirle che il tempo è compiuto, che il Messia nascerà da lei; l’angelo la saluta e si prostra davanti a lei. Dio voleva innalzare Maria e Maria pensava solo ad umiliare se stessa davanti a Dio; la sua umiltà le toglieva la parola, e lei era confusa nel suo nulla proprio quando Dio la esaltava con la sua divinità, che doveva unirsi così strettamente a lei. La sua umiltà divenne la sua forza.