
La situazione era grave, parecchio, se non proprio da canna del gas.
Sara guardò con tristezza la colonna di numeri che aveva sotto gli occhi. Impressionante: le cifre in rosso erano più numerose di quelle in nero. Traduzione: i conti da pagare erano maggiori di quelli già pagati. L’estratto conto della carta di credito, poi, non ne parliamo. Avrebbe sbattuto volentieri la testa al muro, ma ormai… il danno era fatto. Per una maniaca dello shopping come lei non c’era proprio rimedio. Lo sapeva di avere un problema, da psichiatra, con tanto di divanetto sul quale distendersi a raccontare del suo vizio, ma non sapeva che farci. Figuriamoci se aveva soldi da buttare in sedute dallo psicanalista.
Qui l’impellenza era scegliere se pagare l’affitto o le bollette, perchè con la stessa banconota da 500 euro che aveva davanti agli occhi, avrebbe dovuto pagare affitto, condominio, bolletta del gas e della luce, nell’ordine. O no? Cosa poteva aspettare? L’affitto no, sennò era in strada in capo a pochi giorni. Il padrone di casa era un vero bastardo. Le bollette? Ma se non pagava, e non era la prima volta che pagava in ritardo, le avrebbero tolto le utenze… Bel casino.
Brava ragazza, complimenti. Sei la più grossa cretina che abbia mai visto sulla faccia del globo terracqueo.
Il pipistrello appollaiato pacificamente sulla sua spalla e che sputava sentenze così illuminanti era Sam, la sua per così dire mascotte, nonché grillo parlante della situazione. Ovvio che era un transfer, tanto per rimanere in tema psichiatrico. Aveva creato lei stessa quella creatura raccapricciante che la chiamava all’ordine quando esagerava, e capitava spesso, ahilei.
Lo aveva creato così brutto perchè pensava che un mostro le avrebbe messo più paura di un batuffolo di pelo che la rimproverasse… Non serviva lo stesso, però. Che casino, porca miseria, porc…
Le imprecazioni non servivano uguale, ma almeno si sfogava.
Ragazza della via Pal, si disse Sara prendendo il coraggio a quattro mani, qui bisogna resettare un attimo il cervello, e pensare bene a cosa fare.
Prima e non unica certezza, era che viveva al di sopra delle proprie possibilità. Ma come si fa, dico io. E il parrucchiere, le unghie ogni tre settimane, sennò si vede la ricrescita, quel bel foularino, tanto è in saldo….
Ragazza, ti vedo male.
Aveva un lavoro, ma era una presa per il lato B, più che un lavoro. Lavorava da casa, da remoto, come call girl, con Internet. Che avete capito, no, niente balletti rosa. Faceva la risolvi-cazzate per una ditta di vendita per corrispondenza. Doveva stare sei ore al giorno a sentire le lamentele di casalinghe disperate e sottoacculturate, una pizza infinita ma almeno aveva il suo assegno a fine mese. Magro assegno, per la verità.
La manina svelta nell’aprire il portafoglio ci stava tutta, invece, per sua disgrazia.
Comunque, il latte era versato irrimediabilmente e le lacrime lo avevano diluito di un bel po’. Ma che schifo. Invece di pensare a queste cazzate, le disse il Sam, pensa ad una strategia per toglierti dalle ambasce, e in fretta… Qui sennò va in pericolo anche la mia pappa futura.
Altre scemenze, oddio che casino!
Niente, qua è meglio che vado a letto, tanto non risolvo niente. Dicono che la notte porti consiglio. Non ho niente da perdere, provarci non costa nulla… almeno quello è gratis.
L’indomani si svegliò un po’ meno angosciata ma ancora più consapevole che stavolta l’aveva fatta proprio grossa… non sapeva come cavarsene fuori, stavolta, sul serio. Pensa, ragazza, pensa… Un altro lavoro? Ma dove lo trovava, con questa crisi… già era stata una botta di culo spaziale trovare questo… e l’aveva trovato solo perchè la sua amica Anna voleva andarsene a gambe levate… Aveva sostituito un’amica che, beata lei, almeno per due anni non avrebbe avuto di questi problemi. Era incinta e per fortuna il suo uomo aveva un buon lavoro e poteva permetterselo, il fatto di fermarsi, lei.
E se mi trovassi un uomo anch’io?, pensò la Nostra mentre si lavava i denti nel suo minuscolo bagno del minuscolo appartamento trovato poco tempo prima. Minuscolo per ovvie ragioni. Meno affitto e meno spese di casa, più soldi per lo shopping. Furbona, eh?
Irrecuperabile, ormai.
L’idea le balenò lì per lì, senza fare neanche troppo rumore e provocare un black out fra le sinapsi del suo cervellino da Barbie viziata.
Un annuncio… adesso è di moda, su Internet. Tutti quei siti dove ti perdi fra gli argomenti degli annunci…
Corse al computer e cominciò a visitare un po’ tutti i siti del genere, dopo aver digitato su Google la dicitura “migliori siti di annunci economici”.
Sì, sì, quelli che aveva pensato erano proprio i più promettenti…
Alt, fermati solo un istante. Metto un annuncio, ok, ma per offrirmi come COSA?
Il suo curriculum di studi non era dei migliori. Aveva al suo attivo solo un inutilissimo diploma di maestra d’arte, che le serviva solo per confezionare stupendi album di foto esclusive; usava vecchi cataloghi di carte da parati, che le procurava un vecchio amico di famiglia, proprietario di un negozio del settore.
Quando aveva comunicato a suo padre che voleva laurearsi nientemeno che in conservazione dei beni culturali e restauro, le aveva riso in faccia e chiuso definitivamente i cordoni della borsa. Fintanto che era ancora in famiglia, i suoi avevano in qualche modo assistito al crescendo del suo vizietto, tamponando i debiti che lasciava in tutti i negozi del centro. Ma quella volta erano cose da ragazzina, un jeans, una magliettina… ora viaggiava a carte da cento, con le griffe. Sempre più furbona.
Niente, pensò scoraggiata. La prenderò come un’ indagine di mercato, questa navigata sui siti di annunci. Almeno ho imparato come si fa. Devo pensare a cosa fare, al testo dell’annuncio, che deve essere chiaro ma nello stesso tempo anche un po’ sexy, deve attirare più persone possibili.
Tud, tud. Mi sono cadute le braccia. Questa è proprio una cretina, e forte.
Vuole trovare lavoro puntando sul lato sexy… Devi fare il contrario, scemotta, sennò penseranno dal principio che sei una facile…. Mioddio, è irrecuperabile.
Dopo elucubrazioni MOLTO intense che le costarono vari pianti isterici, Saretta giunse finalmente a elaborare il suo testo accattivante, e a decidere quale sarebbe stato il suo futuro lavoro. Assistente personale di un top manager.
Ma hai il delirio, in che film hai visto una cosa del genere?
Ragazze laureate e bilingui non trovano posto che in uno squallido ufficetto da avvocato Azzeccagarbugli, tutto il giorno a trascrivere verbali di efferati crimini, tipo furti di polli e beghe condominiali.
E tu, tu chi sei per trovare subito un super lavoro, ben retribuito, ovviamente, per spendere e spandere in inutili vestiti firmati e soprattutto in scarpe, scarpe e ancora scarpe? La seconda stanza del tugurietto l’aveva trasformata in guardaroba, e stava scoppiando di merce, ma soprattutto SCARPE: tutte rigorosamente tacco 12, ovvio.
Lei scacciò i commenti al vetriolo che le faceva il Sam, dalla spalla sinistra.
Statti zitto, topastro del malaugurio. Io faccio quello che voglio, la vita è mia, e vedrai che ce la farò. Uh, come no, farai la figura della stupida! Ma taci, va ad appollaiarti a testa in giù alla catenella del cesso, che quello è il posto tuo!
Urka, la tipa si è proprio incavolata, stavolta, pensò il Sam rifugiandosi nel gabicesso e facendo proprio quello che gli era stato chiesto di fare, cioè mettersi appeso a testa in giù, attaccato alla catenella dello sciacquone del cesso. Eeetcì! Cavolo, devo dire alla tipa di cambiare gusto di deodorante per la tazza, questo mi fa venire l’allergiaaaaa….tcììì.
Due giorni di solitudine con il suo problema diedero a Sara quella autoconsapevolezza che può derivare solo da una mente malata. Era fierissima di quelle quattro righe deliranti in cui si offriva nientemeno che come assistente personale di un top manager.
Dunque… mumble mumble… dovrebbe andare bene….”Giovane e bella ragazza offresi come assistente personale a top manager. Buona cultura, (sic!) aspetto curato, ottimo italiano, disposta a viaggi di lavoro e a trasferte, anche all’estero. Richiedesi e assicurasi max serietà.”
Saretta nostra spinse con decisione il tasto enter del computer. Era fatta! Adesso non doveva far altro che aspettare.
Un rimasuglio di istinto di conservazione le suggerì di creare un account mail SOLO per quell’annuncio. Meglio premunirsi. Se avesse potuto permettersi una seconda scheda telefonica o un secondo (ri-sic!) cellulare, gli avrebbe dedicato addirittura un numero…. ma doveva arrangiarsi.
Per altri due giorni non successe niente. Poi, la mattina del terzo giorno, andando nella mail box, con stupito piacere scoperse che c’erano addirittura una dozzina di mail in risposta al suo annuncio!
Perse subito l’entusiasmo perchè 5 erano di tipi strani e allupati ( ma va?, che strano, eh?), ma l’aveva messo in conto. (Oscar alla furbizia!)
Con trepidazione aprì la prima mail. Due righe di chiacchiere carine, e poi la fatidica frase… ma per il dopocena, c’è un extra sulla tariffa-base?
Aperse tutte le mail e con disappunto scoprì che TUTTE erano sullo stesso tono… tutti volevano solo sesso da lei… Uffa, ma perchè, cosa aveva scritto di sbagliato…?
L’unico sbaglio è che tu abbia messo un annuncio del genere, cretina d’alto bordo!!
Taci, taci, oggi non ho proprio voglia di starti a sentire… guarda che ti ci annego, in quel cesso… sta’ attentino, satanasso…
Uh-uh, meglio squagliare. Quando la tipa è così, meglio fuggire, all’istante. Non si arrabbia perchè ci vuole troppo cervello per farlo, e il suo latita nella scatola cranica. Ma le rare volte che lo fa… meglio volatilizzarsi…
Niente, proprio niente da fare. Una trentina di risposte in quattro giorni, e tutti dello stesso genere… dove aveva sbagliato? Doveva cambiare tono alle parole dell’annuncio? In un barlume di mini-sinapsi il suo cervellino bacato riuscì a partorire l’illuminata locuzione “astenersi perditempo e mercenari” al già succitato annuncio.
Una trovatona!! Ora gli annunci diminuirono solo di numero, ma non di intenzioni. E questo perchè è nell’ordine naturale delle cose, in questi siti: man mano che passa il tempo e la gente ne mette di nuovi, tu sparisci dalla visibilità…. ma Sarina non sapeva questo abnorme segreto e diede la colpa al sito. Ne cambiò tre, e niente, tutti a volere solo la sua virtù. Con un gesto di stizza stava per cancellare l’account mail per non dover più leggere certe porcate, quando, nel fondo del fondo dell’elenco “in arrivo”, scoperse una maillina non letta… piccina picciò… come aveva fatto a non accorgersene…?
La aprì senza tanta convinzione, ed invece…. Miracolo! Il tipo sembrava serio, le dava persino del Lei!
“Gentile signorina, spero vivamente che lei sia ancora disponibile…. io faccio due-tre viaggi di lavoro al mese, ed avrei bisogno proprio di una persona come lei…. se mi manda un suo recapito telefonico, possiamo parlarne a voce, che ne dice? Cordialmente, Giorgio qualcosa.”
Presa dall’entusiasmo, la Nostra Eroina – purtroppo nel senso di fatta-fatta di eroina – subito rispose al BT, (Buzzurro Turlupinatore?) Bel Tenebroso, dandogli tanto di numero di cellulare, tutta trepidante. Premio Strega con bacio accademico alla faciloneria. Ovviamente, tempo un’ora e il bt (quello tra parentesi è quello giusto) era già bellamente in dialogo con la Nostra, tutta miele e peperoncino per fare colpo. Una pena infinita.
“Oh, ma Giorgio, cosa mi dice! Sono appena cinque minuti che parliamo e lei già sa che sono una brava ragazza, e tutto dalla voce… Effettivamente è vero, sono proprio una brava ragazza…”
“Certo, Sara, ci mancherebbe… allora, quando viene a Milano che ne parliamo di persona? Ovviamente lei sarà mia ospite, treno pagato. Al ritorno le metterò a disposizione la mia macchina con autista che la porterà dove lei avrà piacere…”
ALT, blocca tutto. Una ragazza, anche poco esperta di uomini bastardi, ma con un minimo di cervello, a questo avrebbe fatto una pernacchia spaziale al tipo e gli avrebbe chiuso il telefono in faccia…. Macchina con autista… ma dove siamo, in Pretty Woman? Sveglia, Saretta del mio cuor, sei proprio una imbecille!
Ovviamente la Sara partì in quarta con la fantasia e si mise a raccontare la storia della sua vita al malcapitato bt (un minimo di punizione anche a lui, e che caspita).
Per due giorni le telefonate ed i messaggi si ripeterono, costanti. Ma chissà perchè, il biglietto on line che le aveva promesso il baldanzoso Giorgio non arrivava. Che strano, eh? Non doveva essere un chiaro campanello d’allarme? Ma nooo, tutto ok per la nostra Sarilla: un giorno prima, ormai lanciatissima, e dopo aver messo in violaceo la carta di credito per unghie, parrucchiere e vestito nuovo per il fatidico appuntamento, tutta preoccupata cominciò a tampinare di messaggi la segreteria telefonica del bastardo. Lui fece orecchie da mercante per qualche ora. Poi, esasperato dalla sua insistenza, si fece vivo con un messaggio sibillino…. “Io le mando il biglietto del treno se si rende un po’ più disponibile… Veda lei”.
Che cribbio voleva dire? Sara cominciò a preoccuparsi e gli scrisse di spiegarsi meglio. La risposta non tardò ad arrivare, e anche esauriente: “Mi faccia vedere un po’ del suo corpo e le mando subito il biglietto.”
Saruccia restò di sasso e incassò a malapena il colpo. Ma ci teneva un sacco a viaggiare gratis in prima classe fino a Milano, dalla sua piccola cittadina del Nord Est… e il ritorno in auto con l’autista…. poverina, ancora ci credeva.
Ci pensò un po’ su, e incalzata da un altro messaggio aut-aut da parte del verme, prese il coraggio a due mani. Andò nel suo armadio e cominciò a scegliere fra le magliette… trovò un toppino abbastanza scollato e trasparente che metteva solo come sottogiacca…. da solo sarebbe stato troppo sexy. Il Sam, con gli occhi fuori dalle orbite, la stava seguendo dal gabicesso, e quando capì le sue intenzioni, si precipitò in camera da letto e cominciò a farle la morale.
“Ma sei impazzita? Cosa hai intenzione di fare? Di prostituirti per un tipo che nemmeno conosci, ti ha promesso cose assurde e non ti ha mai visto in faccia, di persona? Ma dove vivi? Ovvio che è un sudicio profittatore, da te vuole solo una cosa, altro che darti un lavoro…”
“Ma taci, sei uno sfigato. La vita è mia e faccio quello che voglio. Non gli mostro niente, solo un po’ di seno in trasparenza… non sono mica una di quelle.”
“Sai che ti dico? Fai quello che vuoi. Non venire a piangere, dopo… non ti consolerò.”
E il Sam prese e tornò nel gabicesso con fare offeso.
Lei non ci badò più di tanto. Il Sam era solo una proiezione della sua coscienza, poteva controllarla come voleva. Con fare sensuale, ballando davanti allo specchio a figura intera, la Nostra infilò il famoso toppino, si ritoccò il trucco e diede uno sguardo allo specchio, in generale.
“Niente male, davvero niente male! Se fossi un uomo mi vorrei senz’altro portare a cena fuori…”
Sorrise fra sé, prese il cellulare e si fece un bel selfie allo specchio. Ebbe un solo attimo di ripensamento, ma poi con decisione mandò la foto al bastardo. Che non tardò a rispondere, tutto sdolcinato:” Ecco, vede, Sara? Cominciamo già ad intenderci… Ora faccia l’ultimo sforzo e mi mandi la foto di un suo seno nudo. Me ne basta uno solo: come vede, non pretendo troppo. Il mio dito è già sul tasto INVIO del pc… lei faccia quello che le chiedo e vedrà che il suo biglietto arriverà e andrà tutto bene.”
Un seno nudo? Urka, il tipo era proprio un verme!
Ma niente avrebbe potuto fermarla, ormai.
“Ma sì, se devo prostituirmi, almeno lo farò ad alti livelli, con gente di classe. Farò i soldi, eccome…”
E tu pensi che il deficiente che ti sta inducendo a prostituirti via sms sia un tipo di classe?, pensò sconsolato Sam, penzolando malinconicamente dalla catenella. Sai che ti dico? Arrangiati. Io ti ho avvertito, tu non vuoi ascoltarmi. Kavoli tuoi.
Strano, era passata già mezz’ora e questo benedetto biglietto ancora non arrivava. Scrisse l’ennesimo messaggio al tipo, ora vivamente preoccupata. Lei aveva fatto tutto quello che le aveva chiesto, e lui niente… come mai?
La risposta non tardò ad arrivare. “Su, su, Saretta, crede che mi accontenti di così poco? Il biglietto è qua che l’aspetta. Sia un po’ più disponibile, e vedrà che andremo pienamente d’accordo… Un bel primo piano del suo seno, e io le invio subito il biglietto del treno, ok?”
Lo stronzo! Era a questo che mirava, dal principio!
Sara era turbata, titubante, non sapeva cosa fare.
Non sai cosa fare?, pensò Sam, cambiando posizione;ma mandalo a fanbrodo, e alla svelta… è un verme maschilista profittatore!
Sara ci pensò (con molta fatica, perchè il suo cervello si era messo in sciopero dopo il primo invio di foto quasi-sexy) un po’ su, e poi prese una di quelle decisioni storiche: ma sì, gli avrebbe mandato quello che chiedeva. Era in ballo, ormai doveva ballare… E, cretina spaziale, fece un bel selfie del suo giovane ed eburneo seno, finendo così di buttarsi via per uno stronzo.
Ma, stupore, neanche dopo l’invio dell’ultima foto, arrivò niente… e finalmente ella capì che era stata vittima di un truffaldino profittatore di ingenue fanciulle…. Lui voleva solo le foto, non era vero niente, non voleva che andasse a Milano, niente biglietto del treno, niente colloquio di lavoro, niente ritorno in auto con autista…. Che schifo! L’aveva raggirata.
Ma va, che storie, eh? Ma non hai capito che era solo un povero maniaco che raggira le stupide come te, su Internet? E ringrazia che per una qualche ragione non ti abbia chiesto anche dei soldi! Tu con il tuo cervello bacato, glieli avresti anche mandati…!
Stavolta il Sam non aveva resistito ed aveva detto tutto questo a voce alta, e naturalmente Sara aveva sentito tutto.
Fu un bene. Mandò dei messaggi di fuoco con un po’ di liberatori insulti al malcapitato bastardo. Non ebbe risposta, naturalmente. Lui aveva avuto quello che voleva: era già sparito ad ingannare un’altra sprovveduta.
Ma comunque tutta la faccenda fu positiva per Saretta nostra. Si rese finalmente conto di avere un problema, e che aveva corso un bel rischio…
Confessò tutto a sua madre. Insomma, non proprio tutto. Le raccontò la versione edulcorata – cioè senza i particolari delle foto sexy – della brutta avventura. La madre la sgridò, poi prese in mano la situazione. Le fece distruggere tutte le carte di credito. Le pagò uno psicanalista, che l’aiutasse a superare la dipendenza. Pagò un terzo dei suoi debiti, ma lasciò che pagasse da sola la maggior parte della cifra. Così avrebbe imparato per il futuro a spendere solo il danaro che poteva avere in contanti.
E il Sam? Poteva farlo sparire, in fondo non le serviva più. Ma ci era troppo affezionata, ormai. Lo tenne come promemoria di quello che era stata e che non doveva essere più, nel futuro. Non diventò più furba, ma la lezione le servì a non prendere per oro colato tutte le chiacchiere che la gente le propinava ed a essere molto più cauta con gli sconosciuti.
























