:: Anna Karenina di Lev Tolstoj (Einaudi, 2016) a cura di Giulietta Iannone

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«Come opera d’arte, Anna Karenina è la perfezione e nulla può esserle paragonato».
Fëdor Dostoevskij

Anna Karenina dello scrittore russo Lev Tolstoj è forse in assoluto il libro che da sempre ho amato di più. Capolavoro universale della letteratura ottocentesca, è un libro che ancora oggi ha molto da dire sulle dinamiche dell’animo umano, sia maschile che femminile, sulle trappole delle convenzioni sociali e la loro velenosa ipocrisia, sulla fede, sull’aspirazione verso la libertà, la realizzazione di sé, e la ricerca dell’amore. Certo ci parla di un mondo scomparso, l’alta società russa della seconda metà dell’Ottocento, considerate solo che il tradimento matrimoniale fu considerato reato penale fino al 1917, ma l’essenza vera dei personaggi è eterna e universale e di questo Lev Tolstoj voleva occuparsi con l’aiuto di sua moglie Sòfja Andrèevna Bers, detta Sonja, che molto contribuì a illuminarlo sull’animo femminile così magistralmente tratteggiato nel personaggio di Anna. Non spaventatevi dalla mole del libro, quando lo si inizia è come se del miele fluisse dalle pagine e non si può che avanzare nella lettura. Certo ci sono pagine più filosofiche e morali, più complesse e per certi versi impegnative, ma in tutta sincerità ho trovato interessanti anche quelle, sia per capire l’autore stesso e il suo tempo, che il suo romanzo. Uscito inizialmente a puntate, come il più classico feuilleton, sul periodico Russkij vestnik a partire dal 1875 fino al 1877 quando la conclusione del romanzo venne pubblicata solo in forma di riassunto. Tolstoj decise in seguito di far pubblicare integralmente l’ultima parte a proprie spese. Di cosa parla Anna Karenina? Se vogliamo la trama è molto semplice: una donna giovane, sensibile, molto bella, intrappolata in un matrimonio di convenienza, come era abitudine tra le classi aristocratiche, con un alto funzionario zarista molto rigido, molto all’antica, molto più anziano di lei all’improvviso incontra l’ufficiale dell’esercito Aleksèj Kirìllovic Vrònskij e scopre l’amore, la passione, il sentimento svincolato da ragioni economiche, pratiche o utilitaristiche. L’effetto è devastante, nella sua vita, nella sua psiche, nella dinamica delle sue relazioni affettive (per lui sarà costretta a separarsi dal figlio, e questa frattura se vogliamo segnerà il suo destino). Se la società accetta relazioni extraconiugali futili, effimere, slegate da reali sentimenti profondi e condivisi, relazioni che appunto non turbino l’ordine sociale e le convenzioni, tanto che il marito credendola tale all’inizio la tollera, la passione di Anna per Vrònskij invece diventa una minaccia, sconveniente dal punto di vista sociale che mai la considererà legittima. Anna è troppo fragile, sensibile, appassionata per sopportare la condanna sociale e la colpa morale di cui si sente tragicamente prigioniera e non potrà che cercare rifugio nella morte. Devo dire che la bravura di Tolstoj è stata innanzitutto quella di non rendere Vrònskij il classico seduttore: è stempiato, forse neanche tanto avvenente, ma è l’occhio di Anna che lo idealizza e lo rende degno del suo amore incondizionato. La mia avversione per Vrònskij, più che per il marito Karenin, si è stemperata con gli anni, e oggi devo ammettere che è un personaggio che merita una riscoperta e una rivalutazione, insomma Vrònskij ama sul serio Anna ma anche lui non può fare niente per difenderla dalle dinamiche sociali di un mondo che per autoconservarsi calpesta sentimenti, aspirazioni e volontà. Specchio di Anna nel romanzo se vogliamo è Konstantìn Dmìtric Levin forse il personaggio che ho amato di più dopo Anna, da molti identificato con Tolstoj stesso. Se Anna ha una parabola discendente, Levin al contrario ottiene alla fine tutto dalla vita: l’amore, il matrimonio, i figli, la realizzazione di sé e la fede. Ma tanti altri sono i personaggi che incontrerete tra la pagine di Anna Karenina, Dolly, Stiva, Kitty, il fratello di Levin, e ognuno di loro sono certa resterà nel vostro cuore. Di cose da dire su questo libro ce ne sono senz’altro molte, ma questo mio scritto si limita ad essere un invito alla lettura, un consiglio per chi magari ha esitato ad affrontarne la lettura fino a oggi. È meraviglioso, non potevo non parlarne nel mio blog.  Traduzione di Claudia Zonghetti. 

Di Lev Nikolaevic Tolstoj (Jasnaia Poljana 1828-Astapovo, Rjazan 1910) Einaudi ha pubblicato: Guerra e pace, Anna Karenina, La sonata a Kreutzer, Carteggio confidenziale con Aleksandra Andrejevna Tolstaja, Resurrezione, Racconti, I quattro libri di lettura, Due ussari, Racconti di Sebastopoli, Quattro romanzi (La felicità familiare, Morte di Ivan Ilic, La sonata a Kreutzer, Padre Sergio).

Nota: Ho segnalato la traduzione della Zonghetti perchè più reperibile, ma io l’ho letto in quella di Leone Ginzburg.

Source: libro del recensore.        

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