:: Lontano dagli occhi di Paolo Di Paolo (Feltrinelli, 2019) a cura di Eva Dei

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Lontano dagli occhiUn uomo che sta per diventare padre non lo riconosci da niente.”

Con questa riflessione si apre la storia che ci racconta Paolo Di Paolo nel suo ultimo romanzo Lontano dagli occhi. In effetti non avrebbe senso cedere il posto a sedere sull’autobus a un futuro padre; inoltre lui può fumare, bere, mangiare qualunque cosa senza rischi e sensi di colpa. Può perfino flirtare con una bella ragazza e dimenticarsi, per un momento, di quella dolce attesa che non grava sul suo corpo. Ma qualcosa, se non certamente nel suo fisico, scatta nella sua mente: un cambiamento epocale che dal ruolo di figlio lo eleva a quello non più semplice di genitore.
L’autore prova a indagare questa trasformazione, a ricercare le emozioni e i turbamenti di questo passaggio attraverso le vite di sei personaggi.
A Roma nell’aprile del 1983 tre uomini, l’Irlandese, Ermes e Gaetano, si sentono dire la stessa frase: “sono incinta”. A pronunciarla tre donne: Luciana, Valentina, Cecilia. Coppie completamente diverse per età, lavoro, interessi e problematiche. Le conosciamo in maniera frammentata e alternata. Forse anche parlare di coppie non è esatto: individui che incrociano per un periodo più o meno breve la loro vita; provano qualcosa l’uno per l’altro, questo sì, ma alla voce narrante non interessa indagare il tipo di sentimento o la sua intensità, perché due sono le cose che li accomunano davvero. La prima, quella più ovvia, è che da quell’incontro si genera qualcosa, o meglio qualcuno, una sorta di piccolo alieno che non può essere ignorato, che reclama la loro totale attenzione.

Di indubitabile c’è che, a questo punto, l’Irlandese, Ermes e Gaetano, dispersi nella folla, potrebbero sottrarsi alla parte che a loro spetta nella venuta al mondo di un altro essere umano. Ciò che l’ha determinata è un evento già superato, in una sequenza di eventi che d’ora in avanti li esclude. Perché poi, da qualche parte – visibili, stupefatte, e sole, in quella devastante metamorfosi – ci solo le madri.

Nessuna delle tre donne pensa di mettere fine a quella gravidanza, ma nessuno tra loro sei sembra realmente consapevole di come affrontarla. Inevitabilmente però, e questo è il secondo denominatore comune, nel momento in cui stanno per diventare madre o padre, tutti i protagonisti ripensano al loro essere figli, al rapporto con i loro genitori.
L’autore ci trascina dentro le storie di questi personaggi quel tanto che basta per farci affezionare a loro, per incuriosirci, portandoci a chiedere cosa succederà una volta che gireremo pagina. Ma proprio in quel momento l’artificio letterario si svela in tutta la sua potenza: una pagina grigia ed entra in scena la “Vita”, che dà il titolo all’ultimo capitolo del libro.

“L’alieno ero io. Sono un personaggio di questa storia, un dettaglio nell’angolo in basso della tela. Sono il neonato avvolto nel fagotto di stoffa.”

Queste persone così “possibili”, con le loro storie così verosimili, sono soltanto sei carte in un mazzo infinito di possibilità. Siamo finiti in un gioco “di se e di ma” che potremmo giocare all’infinito, ottenendo realtà sempre diverse ma ugualmente possibili. L’io narrante entra in gioco e immagina di dialogare con i personaggi che ha creato, perché qualcosa delle loro storie potrebbe aver dato origine alla sua.
Con questo romanzo l’autore si interroga sulla genitorialità, fatta non solo di amore e affetto, ma anche di dubbi, incapacità e inadeguatezza. Imprescindibile sembra essere la relazione di un futuro genitore con la sua infanzia: la volontà e insieme la paura di non ripetere gli stessi errori, il vuoto provocato da una perdita, quello causato dalla mancanza di affetto. Scrivendo però Paolo Di Paolo cerca anche di colmare qualcosa, di trovare le risposte a un vuoto, non dato soltanto da un’assenza fisica, ma dalla totale incertezza sulle proprie radici, con le quali tutti arriviamo prima o poi a confrontarci.

Paolo Di Paolo è nato nel 1983 a Roma. Ha pubblicato i romanzi Raccontami la notte in cui sono nato (2008), Dove eravate tutti (2011; Premio Mondello e Super Premio Vittorini), Mandami tanta vita (2013; finalista Premio Strega), Una storia quasi solo d’amore (2016), Lontano dagli occhi (2019), tutti nel catalogo Feltrinelli e tradotti in diverse lingue europee. Molti suoi libri sono nati da dialoghi: con Antonio Debenedetti, Dacia Maraini, Raffaele La Capria, Antonio Tabucchi, di cui ha curato Viaggi e altri viaggi (Feltrinelli, 2010), e Nanni Moretti. È autore di testi per bambini, fra cui La mucca volante (2014; finalista Premio Strega Ragazze e Ragazzi), e per il teatro. Scrive per “la Repubblica” e per “L’Espresso”.

Source: libro del recensore.

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