:: L’avvenire dei diritti di libertà di Piero Calamandrei (Galaad Edizioni 2018) a cura di Nicola Vacca

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copertina lavveniredeidirittidilibertàPiero Calamandrei sosteneva che le libertà si pongono come elementi essenziali del sistema costituzionale, necessarie al funzionamento del sistema democratico.
Nel 1945, quando la guerra è finita e le macerie del fascismo sono ancora fumanti, il giurista e lo scrittore fiorentino con la chiarezza che sempre lo contraddistinguerà, si interroga sul significato della parola libertà.
Lo fa con un scritto che appare come prefazione alla seconda edizione di Diritti di libertà di Francesco Ruffini.
Il saggio di Piero Calamandrei divenne immediatamente celebre.
Dopo molti anni quello scritto torna in libreria. L’avvenire dei diritti di libertà. Lo ripubblica Galaad edizioni.
Calamandrei parte da un atto di fede nella libertà e nel saggio passa in rassegna, tenendo conto del particolare momento storico delicato, l’elenco aperto dei diritti di libertà, sottolineando che il cammino dei diritti di libertà si identifica con il cammino della civiltà.
Pagine dense di riflessioni queste di Calamandrei, che si stringe attorno al concetto di libertà per caldeggiarlo e per difenderlo attraverso la garanzia e il sostegno ai diritti che lo rappresentano, per evitare di regredire nuovamente verso la tirannia.
Calamendrei da riformista autentico (non dimentichiamo che siamo alla vigilia dell’Assemblea Costituente) nella sua appassionata difesa dei diritti di libertà scrive e sostiene che non bisogna mai dimenticare che la libertà è un’esigenza morale.
Tenendo conto del sistema costituzionale che si stava fondando, Calamendrei è convinto che libertà individuale e sovranità popolare si affermano insieme come espressioni di una stessa concezione politica: la democrazia.
I diritti di libertà, sostiene ancora Calamandrei, debbono soprattutto concepirsi, in un ordinamento democratico, come la partecipazione del singolo alla vita della comunità.
Calamadrei scrive queste pagine dopo che l’Italia è uscita dalla tragica esperienza del fascismo, ventennio che ha visto la soppressione di tutti i diritti di libertà.
Adesso la ricostruzione politica è iniziata e il giurista, nello scrivere della necessità di lavorare per garantire nuovamente espansione e garanzia a tutti i diritti di libertà, mostra le sue preoccupazioni e tiene alta la guardia perché dietro l’angolo si nascondono i fautori della loro soppressione.

«Difesa dei diritti di libertà significa sopra tutto difesa contro il potere legislativo; ma perché questa difesa sia effettiva, occorrerà che le norme concernente i diritti di libertà, al pari di tutte le altre norme costituzionali, siano sottratte alla disposizione degli organi legislativi ordinari…».

Sono profetiche le preoccupazioni di Piero Calamandrei.Egli si rende conto delle difficoltà che si incontrano nel sostenere in maniera incondizionata il concetto di libertà e i suoi diritti assoluti.
Scrive ancora:

«Anche la libertà è come l’equilibrio atomico: basta che sia infranta in una persona, cioè in un atomo della società, perché da questa frattura infinitesima si sprigioni un a forza distruttiva capace di sovvertire il mondo»

Ringraziamo Galaad edizioni. È coraggioso e doveroso pubblicare Calmandrei proprio in questo delicato momento in cui ci sono troppi barbari che attaccano e violano la Costituzione, dimostrando di non avere a cuore i diritti di libertà, che sono i fondamenti a cui non possiamo e non dobbiamo rinunciare. Perché senza avremo solo la tirannia e l’oscurantismo.

Giurista, scrittore, politico, Piero Calamandrei nasce a Firenze il 21 aprile 1889. Docente di diritto processuale civile nelle università di Messina, Modena, Siena e Firenze, antifascista, nel 1941 aderisce al movimento Giustizia e Libertà, nel 1942 è tra i fondatori del Partito d’Azione, nel 1946 viene eletto all’Assemblea Costituente. Nel 1945 fonda la rivista «Il Ponte», che dirige per dodici anni. Tra le sue opere principali La Cassazione civile, Studi sul processo civile, Elogio dei giudici scritto da un avvocato, Inventario della casa di campagna, Uomini e città della Resistenza. Muore nella sua città natale il 27 settembre 1956.

Source: libro inviato dall’editore al recensore. Ringraziamo l’ufficio stampa.

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