Giuseppina La Delfa è fondatrice e socia delle Famiglie Arcobaleno, di cui per undici anni ha rivestito anche l’incarico di presidente. Da sempre impegnata in prima fila nella lotta per il riconoscimento dei diritti civili.
Da trentasei anni vive con Raphaelle. Adesso Giuseppina ha deciso di scrivere un libro per raccontare la storia di questo grande amore ma anche i sacrifici e gli anni di battaglie, di conquista e di soddisfazioni.
In questi giorni è uscito Peccato che non avremo mai figli, questo è il titolo di un romanzo di formazione, intenso e avvincente in cui il privato e l’intimo si tuffano nella storia, proprio come nelle pagine più belle della grande scrittrice Annie Ernaux.
Non è un caso che il libro di Giuseppina La Delfa inizia il suo racconto con una citazione della Ernaux:
«L’intimo è ancora e sempre del sociale, perché un io puro, in cui gli altri, le leggi, la storia, non sarebbero presenti è inconcepibile».
Giuseppina, figlia di emigrati italiani e Raphaelle, appartiene a una famiglia borghese, si incontrano e si innamorano a prima vista. Tutto ha inizio più di trenta anni fa in Francia e da quel momento non si lasceranno più. Naturalmente gli ostacoli alla loro storia sembrano insormontabili.
Dai banchi di liceo, all’università sempre insieme anche contro la volontà delle famiglie. Giuseppina e Raphaelle formano la loro famiglia e vanno a vivere insieme, mettono su casa tra mille sacrifici, lavorano duro senza arrendersi mai.
Giuseppina studia e legge, lei è consapevole che i libri le salveranno la vita. Si laurea discutendo una tesi sul fantastico di Dino Buzzati. Riceve un incarico come lettrice di madrelingua presso il campus universitario di Fisciano. Successivamente anche Raphaelle la raggiungerà.
Nel libro ovviamente c’è spazio per l’impegno nella battaglia per il riconoscimento dei diritti civili. Dalla realtà delle famiglie arcobaleno alla lista lesbica italiana. Una storia intensa di militanza che l’autrice definisce ricca di incontri e di relazioni.
L’attivismo per i diritti LGBT incontra la narrazione privata. Sullo sfondo di queste pagine le protagoniste sono due grandi donne che si amano. È la storia di un grande amore al servizio di una battaglia che a che fare con la dignità di tutte le persone in antitesi a ogni forma di oscurantismo e pregiudizio.
«Stamattina, martedì 2 marzo 2016, mi sono svegliata dicendo a me stessa «Dai, alzati, vai a scrivere che voglio conoscere il seguito». È buffo. Il seguito lo conosco, non sto inventando nulla.
È la mia storia. Ma sono stupita io stessa di ciò che viene fuori, dei ricordi che tornano a galla e di come le parole tirano altre parole e di come un racconto porta a un altro racconto. È una sorpresa. Perciò voglio sapere il seguito anche io. Al di là del futuro di questo libro. Lo sto scrivendo perché penso di avere avuto una vita di ribellione testarda e non violenta. Ho fatto, tutto sommato, tutto ciò che volevo fare. Anche se è stato spesso difficile prendere decisioni e andare avanti, a volte contro tutti».
Insomma fino a oggi non mi sono mai tradita. E la mia vita, fino a oggi, è stata una bella vita, intensa, vera, onesta. È già qualcosa di cui vado fiera. Ma non ho vissuto così per andarne fiera, ma solo perché sono consapevole da sempre che la vita è un’occasione da non sprecare.
Questo libro lo scrivo soprattutto per Lisa Marie e per Andrea Giuseppe. Perché sappiano chi era la loro madre, chi erano le loro madri. Chi erano anche quando loro non erano nemmeno concepibili e quale percorso abbiamo dovuto fare, insieme, per arrivare fino a loro. E poi scrivo anche per i tanti ragazzi che ancora oggi non vivono felici e continuano a tacere. È un modo per dire loro che se ce l’abbiamo fatto noi quando eravamo davvero sole al mondo, ce la faranno anche loro a vivere la vita che vogliono ora che siamo legioni a poter accompagnarli per affrontare lo sguardo di chi pensa ancora di essere l’unico nel giusto».
Con queste parole toccanti Giuseppina La Delfa si rivolge ai lettori. Tra le pagine di questa storia vera ci siamo tutti, perché le scelte di Giuseppina e Raphaelle, non sono personali, appartengono a ognuno di noi e ci riguardano da vicino. In gioco ci sono le relazioni umane, il vivere civile e la libertà.
Giuseppina La Delfa è italo-francese, nata nel nord della Francia nel 1963. Laureata in Lingua e Letteratura italiana con specializzazioni in Letterature comparate e Didattica delle lingue straniere, nel 1990 si trasferisce in Italia con la compagna e da allora insegna lingua francese all’Università di Salerno. Nel 2000 si “pacsa” con la compagna al consolato di Francia a Napoli. Nel 2005 crea l’associazione Famiglie Arcobaleno di cui è Presidente dal giugno 2005 a ottobre 2015. Nel 2016 entra a fare parte del direttivo di Nelfa, il Network delle Associazioni di genitori LGBTQI* europee di cui è la vice presidente.
Source: libro inviato al recensore dall’ Ufficio stampa.
Tag: Aut aut Edizioni, Giuseppina La Delfa, letteratura italiana, Nicola Vacca, Peccato che non avremo mai figli, romanzo di formazione
30 Maggio 2018 alle 19:18 |
è un’emozione leggere della prima vera recensione dle mio primo libro 🙂
3 settembre 2019 alle 9:42 |
Appena terminato di leggere “peccato che non avremo mai figli” un bestseller che parla di amore e di coraggio. Cara Giuseppina hai messo a nudo ogni atomo di te stessa, della vostra bellissima vita che spesso (troppo spesso forse) non è stata facile per voi. Dal rapporto per niente facile con le vostre famiglie (senza mai perdere la pazienza di figli) alle tante difficoltà di tutti i giorni: lavoro, casa, soldi. Al vostro coraggio di uscire dal cono d’ombra da cui tante troppe persone sembrano destinate/predestinate a restare. Lo stesso coraggio che avete dimostrato nel mettervi in gioco, in discussione ogni giorno. Il coraggio di lasciare le sicurezze conquistate con estremi sacrifici in Francia (lavoro, casa, affetti) per un progetto in Italia che sembrava davvero impossibile e senza speranze (vorrei aggiungere “oggettive”)
Grazie per aver voluto condividere con ognuno di noi il vostro immenso amore, le vostre profonde solitudini, le gioie, le amicizie. Grazie per il tuo modo così semplice, fluttuante, ironico e simpatico che mi ha fatto molto sbellicare dalle risate. Ma principalmente grazie perché ogni parola di questo libro scava in ognuno di noi, penetra in noi e ci aiuta a comprendere che è solo nell’amore puro, nel confronto, nella continua ricerca principalmente di sé stessi e poi dell’altro che possiamo trovare le risposte alle domande che ci affliggono: cosa posso fare per essere più felice, più sereno. Cosa manca nella mia vita che posso migliorare? E trovare in sé stessi il coraggio, come avete fatto voi, di combattere, di amare, di vivere.
Grazie
Salvatore