:: La dieta della plastica. Tutta la verità sulla plastica che mangiamo e che beviamo! di Pasquale Cioffi

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Tutto ha avuto inizio con l’Età della Pietra, che inizia con la comparsa dell’uomo sulla Terra (circa due milioni e mezzo di anni fa). Poi c’è stata l’Età del Rame (3000-2200 a.C.), quella del Bronzo (2200-1200 a.C.), quella del Ferro (1200-750 a.C.) e così via, fino a giungere all’Età odierna, che io definirei l’Età della Plastica. Essa segue l’Età Contemporanea, che va dal 1815 fino all’invenzione del sacchetto di plastica, il simbolo della nuova epoca, attribuita all’ingegnere svedese Sten Gustaf Thulin, che depositò il brevetto nel 1965 per la compagnia Celloplast. L’epoca in cui viviamo sarà ricordata dai posteri come il periodo storico in cui mangiamo plastica (contaminati vari migrati dagli imballaggi), cuciniamo in tegami di plastica (stampi in silicone, carta da forno, pentole con strato antiaderente), ingrassiamo a causa della plastica (sostanze obesogene della plastica), respiriamo plastica (composti della combustione della plastica come le diossine o componenti volatili della plastica), indossiamo plastica (tessuti sintetici), dormiamo su materassi di plastica, viviamo in comodi edifici fatti di plastica, navighiamo con navi di plastica, voliamo con aerei di plastica, ci muoviamo con macchine di plastica, comunichiamo attraverso la plastica (reti, cavi, computer), vediamo attraverso lenti di plastica, i nostri figli giocano con giocattoli di plastica, facciamo l’amore con la plastica (sexy toys) e parti anatomiche del nostro corpo vengono sostituite da protesi di plastica. Poi ci ammaliamo di malattie incurabili o gravemente invalidanti a causa della plastica, pensiamo al figlio che non abbiamo mai avuto a causa della infertilità causata dagli interferenti endocrini della plastica e infine accudiamo con tutto l’amore possibile il nostro unico figlio con gravi disturbi neurologici per colpa della plastica (interferenti endocrini). Insomma la plastica è un male necessario ma comodo, è come un abito sartoriale fatto su misura ma che piano piano si ristringe e ci stritola in una spirale senza vita. Non mi sorprenderei se presto ci faranno nascere in uteri di plastica! Stiamo assistendo alla plastificazione di tutto. La plastica sta progressivamente sostituendo tutti gli altri materiali in tutti i settori. Come un’entità divina essa ha creato un suo Impero, che uccide tutte le forme di vita, compresa quella umana e domina indiscussa su tutto e su tutti: ha creato dal nulla un suo Continente, il “Pacific Trash Vortex” definito il Sesto Continente1. Si tratta di un’enorme discarica di plastica galleggiante distinta in due isole che si concentrano nei pressi del Giappone ed ad Ovest delle Hawaii, equivalenti a centomila tonnellate di ammasso di plastiche con un’estensione di superficie paragonabile a quella del Canada e che gli elementi del mare stanno polverizzando in nano-particelle, che entrano nella catena alimentare perché se ne nutrono molluschi, delfini, uccelli marini, tartarughe, ed alla fine anche noi umani. Basta mangiare cozze, vongole e ostriche per essere certi di aver ingerito microparticelle e nanoparticelle di plastica, che trasportano il loro carico di veleno fatto di ftalati e bisfenoli. A causa delle loro piccolissime dimensioni esse vengono in parte assorbite dal tratto gastro-intestinale e non si sa ancora se e dove si accumulano e quali danni potrebbero provocare. Nel 2016 su richiesta della Germania, l’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, ha ammesso che non c’è una normativa che regolamenti la presenza di questi nuovi contaminanti sia nelle bevande che nei cibi ed in attesa di nuovi studi, che possano approfondire gli aspetti tossicologici ed ambientali, si riserva di adottare misure che possano tutelare la salute pubblica. Intanto le microplastiche e le nanoplastiche non aspettano! Esse sono entrare nel ciclo dell’acqua, poiché la loro componente volatile evapora con l’acqua dei mari, dei fiumi e dei laghi e viene trasportata dalle nubi, che condensando, fanno precipitare al suolo sotto forma di pioggia o neve o altro queste minuscole particelle di plastica Le dimensioni così ridotte permette loro di penetrare negli strati più profondi del terreno e di raggiungere le falde acquifere, da cui viene captata l’acqua potabile degli acqudotti pubblici e quella imbottigliata. In uno studio internazionale, che ha coinvolto 259 campioni acqua minerale in bottigliata di 11 differenti brand, proveniente da 14 Paesi, localizzati nei cinque continenti, stati contati 325 particelle di plastica per litro d’acqua.

Oggi la normativa europea tutela il consumatore obbligando il produttore a portare sul mercato alimenti che abbiano contaminanti che rientrino in valori limite considerati tollerabili, ma non tiene conto dell’effetto additivo o sinergico (moltiplicativo) che lo stesso contaminante o contaminati diversi potrebbero avere sullo stesso individuo che, a sua volta, quotidianamente è esposto a molteplici fonti di inquinamento quali aria, acqua e alimenti. Per farvi comprendere meglio che cos’è l’effetto additivo di un contaminante, vi riporto l’esempio delle potenziali fonti di una classe oramai ubiquitaria come i perfluorocarburi (PFOS, PFOA). I perfluorocarburi sono:

–        rilasciati dalle pentole antiaderenti in pietra, magari perché durante la frittura di pesce abbiamo usato con troppa veemenza un mestolo di acciaio, che ha raschiato il fondo;

–        presenti nel pesce stesso, che è una delle principali fonti di esposizione per l’uomo per questo contaminante;

–        inalati nelle nostre case blindate a prova di ladro come polveri sottili, dove si accumulano intrappolate da porte e finestre performanti a prova di spifferi;

–       assorbiti per via trans-dermica, quando la nostra pelle entra in contatto diretto con le fodere del nostro divano, o del sedile dell’auto, oppure indossando scarpe o indumenti tecnici sportivi ad alta prestazione tutti trattati con perfluorocarburi impermeabilizzanti. In definitiva le varie frazioni di perfluocarburi singolarmente risultano al di sotto dei limiti di legge ma sommate potrebbero superarlo e quindi rappresentare un grave rischio per la salute pubblica. Questo aspetto lo ritengo un fattore chiave per comprendere come oggi la nostra salute sia messa in pericolo nonostante cerchiamo di condurre una vita sana, dedita allo sport e alle sane abitudini alimentari. Inoltre la normativa europea non tiene conto che noi siamo degli esseri viventi, non oggetti inanimati, per cui non può valere la regola del valore soglia per kg, litro o superficie di esposizione. Noi ci muoviamo, interagiamo con l’ambiente circostante ogni secondo, ne siamo parte integrante, siamo in un continuo ed inevitabile inter-scambio gassoso, materiale, spirituale con esso. E’ doveroso rimodulare le nostre abitudini alimentari ed il nostro stile di vita per ridurre e addirittura azzerare alcune importanti fonti di inquinamento e fattori di rischio. Un’immagine, che sa descrivere in maniera efficace la gravità di ogni fonte di esposizione/contaminazione è quella della “goccia che fa traboccare il vaso”. Sicuramente non possiamo evitare di respirare l’aria inquinata della nostra città, a meno che non ci trasferiamo tra i ghiacciai del Polo Nord, ma possiamo scegliere di non usare le pentole antiaderenti in perfluorato proprio per non rischiare di beccarci quella famosa goccia, che farà traboccare irrimediabilmente il nostro “vaso-salute”. Quindi ogni goccia è importante tanto quanto il vaso stesso, cioè da ogni fonte di esposizione può dipendere il nostro stato di salute. Un discorso a parte andrebbe fatto per quanto riguarda la presenza simultanea di più contaminanti, che separatamente potrebbero essere nei limiti di legge ma che insieme potrebbero generare un cosiddetto “sinergismo d’azione negativo” ossia moltiplicare la loro tossicità. Quest’area è ancora del tutto inesplorata sia dalla Scienza sia di conseguenza dal punto di vista normativo, a causa delle innumerevoli variabili in gioco e della complessità dei modelli di studio da adottare per simulare almeno le interazioni più frequenti e pericolose per la salute umana. Per un qualsiasi professionista della salute, le interazioni negative tra sostanze sono un fenomeno reale, scontato, certo. Nel mondo della farmaceutica le interazioni farmacologiche pericolose conosciute, farmaco-farmaco o farmaco-alimento, che potrebbero creare danni irreversibili o addirittura portare alla morte, sono migliaia. Per esempio: il succo di pompelmo contiene un potentissimo inibitore del più importante sistema enzimatico che a livello epatico metabolizza e quindi inattiva i farmaci. Ciò significa che se un paziente assume regolarmente un farmaco anticoagulante per anni e, ad un certo punto, comincia a bere succo di pompelmo, nell’arco di pochi giorni rischierà di andare incontro a pericolosissimi fenomeni emorragici, perché l’anticoagulante non venendo più inattivato dal fegato si accumulerà pericolosamente fino a raggiungere dosi letali. Tutto questo non deve intimorirci. Non dobbiamo vivere con l’ossessione o la paura di ammalarci ma, al contrario, dobbiamo essere consapevoli del bene prezioso che abbiamo avuto in dono da Madre Natura e quindi rispettare fino in fondo questo bene, cioè la vita che non ha prezzo, non si può vendere, né si può comprare ma solo salvaguardare. Quindi la nuova logica della rieducazione alimentare descritta in questo manoscritto vi renderà più forti nelle scelte della vita di tutti i giorni. Se vogliamo cambiare il mondo in meglio, tutti insieme dobbiamo essere consapevoli che noi siamo il mondo, noi siamo il mercato e noi con le nostre scelte quotidiane decidiamo il mercato e il mondo che viviamo! Sono certo che quando finirete di leggere questo libro vedrete il mondo con occhi diversi e prenderete coscienza che la prossima guerra da combattere sarà quella contro la plastica. Inoltre credo che per salvare noi e il nostro pianeta questa guerra dobbiamo affrontarla fin da subito ed in questo libro spiegherò come si può fare.

(Uscirà entro un mese in self pubblishing).

Pasquale Cioffi. Nato a gennaio nel 78 in valle caudina. Sin da piccolo ha mostrato subito interesse per la chimica e l’ambiente. Ha conseguito la laurea in Chimica e tecnologie farmaceutiche ed ha svolto un periodo di due anni come ricercatore chimico presso la multinazionale Sigma-Tau nella sintesi di nuove molecole ad attività anti-tumorali. Ha conseguito un dottorato in Oncologia Medica ed attualmente è impegnato nella preparazione delle terapie infusionali per i pazienti onco-ematologici presso l’Ospedale civile di Pescara. Da anni la sua vita è stata improntata alla ricerca della cause ambientali che sono alla base dei mali incurabili della nostra epoca, quali i tumori, le leucemie, e tentare di sensibilizzare l’opinione pubblica per adottare i rimedi giusti per salvarsi da questi killer silenziosi.

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