
“Casalinga”, 1970 Duane Hanson
Millicent viveva in un mondo fantastico fatto di soap opera e riviste di fotoromanzi a puntate.
Per lei non c’era molta differenza tra la fantasia e la realtà, ma non per questo era una pessima cuoca. Anzi la sua torta di mele era un capolavoro ed ogni fetta, era una fetta di paradiso.
Ultimamente era entrato un nuovo personaggio nella sua soap preferita, una malvagia e intrigante creatura che inveiva di continuo contro i suoi beniamini. La dolce Millicent soffriva realmente nel vederli bistrattati nel quadratino lucente del suo televisore a 24 pollici.
Così prese l’autobus e si recò negli studi dove giravano “Giorni dorati”.
Cercò i camerini e con il suo dolce sorriso inoffensivo riuscì a scivolare tra le comparse, come una vecchia zia vestita di chiffon a fiori. Prese un vassoio con una tazza di caffè con il suo dolce sorriso e senza farsi vedere vi versò dentro della polverina verde, letale come il veleno di un aspide, e con aria materna cercò il camerino giusto.
L’attrice sedeva davanti ad un tavolo bianco pieno di disordine e trucchi di scena. Uno specchio pieno di cartoline e circondato da lampadine accese rifletteva una donna con i gomiti sul tavolo, le mani piene di cleenex. Stava piangendo ma le sorrise.
“Grazie che gentile. Posi pure dove riesce” disse con estrema cortesia e Millicent ebbe una strana sensazione. Dove era l’alterigia, dove era l’arroganza, l’altezzosità del suo personaggio? Le veniva voglia di cercarla sotto il tavolo spostando la tendina di seta chiara.
Si sedette perplessa e fissò ancora più smarrita quella donna in lacrime.
“Non l’ ho mai vista qua. E’ la nuova assistente di Fred?”.
Millicent si tolse il cappellino a fiori, incrostato di pois di velluto, e annuì preoccupata.
“Perché è così infelice?” chiese. Si interessava sempre degli stati d’animo dei suoi beniamini, e anche se lei era la cattiva della storia, ora piangeva.
“A non ci faccia caso. Ho un sacco di guai. Gli indici di ascolto, l’ipoteca sulla casa, i problemi di salute di mio figlio, la paura del domani, la competizione tra colleghi” sorrise e Millicent si irrigidì turbata. Che signora deliziosa, come riusciva a sembrare tanto cattiva?
“I problemi che abbiamo tutti” bisbigliò sempre più meravigliata. La donna in lacrime si soffiò il naso e allungò una mano verso il caffè avvelenato e Millicent gliela colpì con la sua. Lottarono un po’, poi Millicent si impossessò con aria trionfante della tazza e bevve tutto velocemente con un sorriso beato.
Nota: edito nella raccolta I Racconti di Shanmei #Vol3
Giulietta Iannone è nata a Milano nel 1969. Dopo la Laurea in Scienze Politiche, indirizzo Internazionale, con tesi di ricerca in Storia Moderna e Contemporanea dell’ Asia, ha collaborato alla stesura dei testi di carattere storico e antropologico del libro fotografico “Time Stamps: The Forgotten China” (Restless Travellers Publishing, 2009). Gestisce l’archivio storico delle foto scattate in Cina, Corea e Giappone dal 1900 al 1905 del fotografo Luigi Piovano. Ideatrice, co-fondatrice e dal 2007 Editor-in-Chief del blog letterario Liberi di scrivere.
Tag: Giulietta Iannone, Golden days
17 gennaio 2020 alle 19:26 |
Ommamma!