:: Talmud Babilonese – Trattato Rosh haShanà, a cura del Rav Riccardo Di Segni

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wIl Talmud è, in un certo senso, il libro del grande mistero del popolo ebraico. È un libro misterioso non perché è scritto in una lingua diversa e con uno stile tutto suo, ma perché è un libro unico nella letteratura mondiale. Inizia come un’opera circoscritta nei suoi scopi, un commentario alla Torà Orale, ma presto arriva a affrontare ogni possibile argomento che sia rilevante per l’umanità, ovunque si trovi. Scritto in un linguaggio semplice, con tutta la sua semplicità contiene profondità di saggezza, di conoscenza e di analisi di ogni possibile domanda. Il Talmud è un libro del mistero che è totalmente aperto perché il segreto che contiene non ha bisogno di essere nascosto, essendo così profondo e criptico che ci si può solo connettere ad esso, ma non si può mai arrivare a comprenderlo appieno. Per gli ebrei il Talmud è un libro vitale perché in una certa misura da lui dipende la loro stessa esistenza, ma, contemporaneamente, il Talmud trasmette al mondo intero un messaggio, che forse il mondo, solo adesso, può cominciare a comprendere.

Rav Adin Even Israel (Steinsaltz)

Torà e Talmud sono i due testi più sacri per ogni ebreo osservante. Il cuore se vogliamo di una religione comunitaria. I profeti, i sacerdoti, gli studiosi, tutti hanno trasmesso nei secoli la parola e l’insegnamento di Dio all’uomo. Un Dio fortemente monoteista (diffusosi tra culture fortemente politeiste), capace di ispirare pensieri spirituali, ma anche norme della vita comune, ordinaria. Un Dio vicino all’uomo anche nelle sue occupazioni più quotidiane, insomma. E il Talmud se vogliamo, è uno specchio proprio di questo, di questa vicinanza.
Il Talmud contiene per la maggior parte discussioni sulla legge ebraica. Discussioni che trattano i temi più disparati: filosofici, morali, teologici, legali, filologici, folcloristici. Non solo possiamo trovare discussioni di medicina, economia, zoologia, ma tutto lo scibile umano trova un posto, una classificazione, un senso. Sempre alla luce di Dio. Le menti migliori ci hanno lavorato, intelligenze che si sono confrontate con il mistero e l’inconoscibile. Sicuramente non c’è un testo paragonabile a questo in tutta al letteratura occidentale antica e moderna.
E grande ostacolo alla sua comprensione e diffusione è sempre stata la lingua. Non tutti in Italia conoscono l’ebraico, tanto meno l’aramaico. Per ovviare a questo hanno pensato di tradurre il Talmud in italiano. Può essere sembrata dapprima una impresa impossibile, forse anche folle, e invece il Talmud – trattato Rosh haShanà (Capodanno), a cura di Rav Riccardo Di Segni, edito da Giuntina, ora è in libreria. Ci hanno lavorato più di una cinquantina di esperti, studiosi, traduttori, redattori e con il patrocinio dello stato Italiano, del Miur, del Consiglio Nazionale delle ricerche e dell’ Unione Comunità Ebraiche Italiane, ce l’ hanno fatta.
Costa 40 E, una cifra importante, ma sicuramente limitata e non corrispondente al lavoro svolto. La complessità del testo talmudico ne rende praticamente impossibile lo studio senza l’aiuto di guide e di opere di commento, dice Rav Riccardo Di Segni, non stentiamo a crederlo. Neanche gli studiosi più preparati possono comprenderlo appieno, nella sua interezza. E’ più che altro un percorso, un percorso di studio al quale applicarsi nell’intero corso della propria vita.
Può interessare solo agli italiani di religione ebraica? Non credo. Credo sia una opportunità aperta a tutti, uomini e donne. Credenti e non credenti. Perché se si parla di Dio, si parla anche delle capacità umane, dell’ammirevole intelligenza degli uomini spesa al servizio della conoscenza e della difesa della propria identità.

Rav Riccardo Di Segni Nato a Roma nel 1949. Proseguendo un’antica tradizione associa l’esercizio della professione di medico (come radiologo, direttore di un reparto di un grande ospedale pubblico romano) all’attività rabbinica. Ha conseguito il titolo rabbinico presso il Collegio Rabbino Italiano nel 1973, dove ha continuato a insegnare e che dirige dal 1999. Oltre all’insegnamento è stato attivo nell’ambito delle ricerche, pubblicando numerosi studi filologici e tre libri (l’ultimo in ebraico, Noten ta’am leshevach sul significato delle regole alimentari) e nelle attività di divulgazione della cultura ebraica tradizionale (tra l’altro con tre edizioni di una Guida alle regole alimentari ebraiche). Nominato Rabbino Capo di Roma nel novembre 2001. E’ presidente del Progetto Traduzione Talmud Babilonese.

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