:: Recensione di L’ex avvocato di John Grisham (Mondadori, 2013) a cura di Giulietta Iannone

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L’ ex avvocato, (The racketeer, 2012), del maestro indiscusso del legal thriller John Grisham, uscito in Italia a gennaio 2013 per Mondadori nella collana Omnibus, e tradotto da Nicoletta Lamberti, è forse l’unico caso, nella nutrita produzione dell’ ex avvocato di Jonesboro, autore di vere e proprie pietre miliari del genere come Il momento di uccidere, Il Socio, Il Rapporto Pelican, che vede come protagonista principale un (ex)avvocato afro-americano. Nell’era di Obama presidente, casualmente anche lui avvocato, anche un mostro sacro come Grisham ha pensato bene di immedesimarsi nelle vicissitudini di un ex Marine, ex avvocato, ex paladino della giustizia, figlio di un integerrimo poliziotto che ha dedicato tutta la sua vita a proteggere e servire, per lanciare un vero atto di accusa contro i difetti e le carenze del sistema giudiziario e penale americano.
Per farlo ha scelto di narrare la storia di una vendetta, contro il sistema federale, e l’FBI principalmente, che verrà sbertucciata alla grande in modo a dire il vero un po’ sleale e paradossale, (con tutto il rispetto per Grisham non credo proprio che all’ FBI siano tutti così sprovveduti), di un uomo, novello Robin Hood, che si vede rovinate vita e carriera da un’ ingiusta condanna. Vendetta che porterà il protagonista a commettere poi veri e propri reati e raggiri con una naturalezza da consumato delinquente (pensiamo solo alla scena in cui vende alcuni lingottini al corpulento siriano dalla barba grigia), ormai svincolato dalla giustizia grazie all’immunità completa che si è guadagnato, lui e alcuni sui complici, patteggiando con l’FBI, perdendo la sua aura di eroe positivo, o per lo meno vittima del sistema, con cui lo conosciamo all’inizio, in favore di una patina da vero e proprio “villain”(quando non dice con una certa perfidia a Vanessa della presenza dei serpenti nel capanno i punti da cattivo se li guadagna tutti, per non parlare dell’ironia e indifferenza per la sorte del “povero” Nathan, che certo anche lui non è uno stinco di santo, ma insomma…).
Più action noir che legal thriller dunque, trama ideale per uno sciupato e cattivissimo Denzel Washington, (che tra l’altro ha impersonato nella mia mente Malcolm/Max durante tutta la lettura) già protagonista dell’ action thriller “Safe House” – “Nessuno è al sicuro” del regista, metà svedese, metà cileno, Daniel Espinosa, regista che sembra destinato a dirigere anche l’adattamento cinematografico de L’ex avvocato, secondo The Hollywood Reporter.
Ma torniamo alla trama del romanzo. Malcolm Bannister, ex avvocato di un modesto studio legale di provincia, radiato dall’albo della Virginia perché coinvolto suo malgrado in una vicenda piuttosto complicata di riciclaggio di denaro sporco, sta scontando la sua pena di dieci anni in un carcere di minima sicurezza vicino Frostburg, nel Maryland. Detenuto modello, passa il suo tempo come bibliotecario e aiutando i suoi compagni di pena nelle loro beghe legali. Quando lo conosciamo noi ormai sono passati cinque anni dalla condanna e sembra che non ci sia altro da fare che aspettare di scontare l’intera pena, con vita distrutta e corollario completo di marchio infamante di ex galeotto, una volta uscito.
Ma il nostro “eroe” ha altri progetti, ha infatti escogitato un piano ingegnoso, quanto diabolico, per uscire di galera svincolato da qualsiasi pendenza legale, conquistarsi le grazie di Vanessa, una sventola da paura molto intraprendente, tipica ragazza da gangster da film noir, (il divorzio dalla moglie e la perdita del figlio sembra che l’abbia lasciato senza ferite evidenti) e ciliegina sulla torta guadagnarsi un futuro tranquillo e privo di preoccupazioni economiche mettendo le mani su una classica pentola piena d’oro.
Ora, se sospendete per un attimo la sete di verosimiglianza e plausibilità, nei ringraziamenti l’autore mette le mani avanti e avverte che è tutta fantasia, forse ancora più del solito, e che ha ampiamente fatto uso dell’immaginazione per evitare di verificare date e fatti, è un romanzo godibile e soffuso da una vena anarchica che ai miei occhi pone Grisham sotto una nuova luce. Il classico tema dell’eroe solitario che lotta contro il sistema viene rivisitato in una sorta di gangster story un po’sgangherata in cui un apprendista “malvivente”,(vertiginosamente conscio che la sua storia di menzogne e di raggiri, ha ben poche probabilità di andare a buon fine e invece, a dispetto di tutto, funziona davvero), batte il sistema quattro a zero.
Certo i tizi dell’FBI con cui ha a che fare sono emeriti imbecilli, prima gli credono senza subodorare niente, certo presi dal vortice “è un giudice federale, cazzo, non abbiamo uno straccio di pista”, poi sono incapaci di seguire le sue tracce (fidandosi unicamente di un gps, facilmente neutralizzato dal nostro), e vedere cosa stia combinando, tra un jet privato per la Giamaica e l’altro. Perché il nostro eroe, sfuggendo ai controlli, viaggia come il più efficiente degli agenti segreti, si procura documenti falsi, contatta ex trafficanti di droga, crea una “finta” società di produzione cinematografica, affiancata da una società di Miami che risponde al telefono facendo finta che ci siano soci e dipendenti, apre e chiude conti e cassette di sicurezza in paradisi fiscali o meno, si fa la plastica a spese dei contribuenti, per non essere riconosciuto nei momenti più delicati del suo piano, e infine incastra il vero colpevole forse non troppo sveglio ma capacissimo di non lasciare alcuna traccia sul luogo del delitto, (questo sì davvero incredibile dato il personaggio).
Insomma ci si diverte. Complice l’ottima traduzione, scorrevole e ironica di Nicoletta Lamberti e i veloci colpi di scena posizionati da Grisham per tenere il lettore sulla corda non c’è tempo per annoiarsi. Malcolm ha un’ occasione di riscatto e di rivincita e la piglia al volo, in un susseguirsi di avvenimenti che si incastrano alla perfezione permettendogli di mettere in atto la sua macchinazione. La suspense è al massimo, il lettore brancola nel buio più fitto domandandosi dove l’autore voglia andare a parare, finché non succede un fatto tanto inverosimile quanto bizzarro, che non vi anticipo, starà a voi scoprirlo, che accende i riflettori su tutta l’intricata vicenda e che da quel momento in poi mi ha indirizzato sulla strada giusta.
Certo se gli agenti dell’FBI fossero stati meno gonzi, i suoi soci meno efficienti e leali, la vittima “principale” di tutto questo castello di carte meno ingenua e credulona, ma che importa Malcolm Bannister è nato infondo sotto una buona stella, e la simpatia che riesce ad ispirare pure negli FBI gabbati, rende accettabile anche il chiassoso ed esagerato happy ending. Se si deve sognare tanto vale farlo in grande sembra dirci ammiccando Grisham, che forse anche lui in fondo in fondo sogna di fare il colpaccio e non sembra calcare la mano sul biasimo morale che il protagonista dovrebbe ispirare (ok, non traffica in droga, non uccide nessuno, si limita ad entrare nelle pieghe oscure del sistema, forzandolo dall’interno), e noi lettori in questa vertiginosa sarabanda dell’inverosimile non possiamo che abbozzare, forse un po’ storditi, ma complici.

John Grisham è nato a Jonesboro, nello Stato americano dell’Arkansas, l’8 febbraio 1955. Si è laureato in legge nel 1981, per nove anni è stato avvocato penalista. Ha ricoperto anche incarichi politici come membro della Mississippi House of Representatives. È nel comitato dell’Innocence Project di New York ed è presidente del comitato del Mississippi Innocence Project alla facoltà di legge dell’University of Mississippi. È l’autore di: Il momento di uccidere, Il Socio, Il Rapporto Pelican, Il Cliente, L’appello, L’uomo della pioggia, La Giuria, Il Partner, L’avvocato di strada, Il Testamento, I Confratelli, La casa dipinta, La convocazione, Fuga dal Natale, Il re dei torti, L’allenatore, L’ultimo giurato, Il Broker, Innocente, Il professionista, Ultima sentenza, Il ricatto (2009), Ritorno a Ford County (2010), Io confesso (2010), tutti editi da Mondadori. Vive in Virginia e in Mississippi.

Source: libro inviato dall’editore, ringraziamo Anna dell’ufficio stampa Mondadori.

Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria

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