Benvenuto Alan e grazie per aver accettato questa mia intervista. Chi è Alan Furst?
Alan Furst è uno scrittore dall’età di 11 anni. Ho infatti pubblicato il mio primo lavoro nel giornalino della scuola quando ero in quinta elementare. Ho sempre saputo in cosa avevo talento e quello che sarei voluto diventare. Il successo o il fallimento non mi sono mai davvero importati. Ho iniziato facendo il poeta, fino a quando nella mia tarda adolescenza, ho scritto alcune storie brevi poi, a 29 anni, ho scritto il mio primo romanzo.
Raccontaci qualcosa del tuo background.
Sono stato cresciuto dai miei genitori che erano figli di immigrati ebrei provenienti dai ghetti della Lettonia. Sono cresciuto nella Upper West Side di Manhattan (New York) in una famiglia che lottava per rimanere nella classe media. Entrambi i miei genitori lavoravano. Non abbiamo mai avuto un auto (non ne avevamo bisogno). Sono andato a una scuola di preparazione molto buona (il denaro poi è stato trovato) e ho scoperto che non ero il bambino più intelligente del mondo. Ho avuto un’educazione molto dura e conservatrice (grazie al Cielo). Al college ho passato la maggior parte del mio tempo con le donne e occasionalmente ho scritto qualcosa.
Il tuo background ha determinato l’inizio del tuo interesse per la scrittura?
No, affatto il mio background non ha avuto mai importanza.
Parlaci del tuo esordio e della tua strada verso la pubblicazione.
Completamente senza denaro, scrissi quello che pensavo fosse un lavoro letterario di cassetta ma che alla fine fu pubblicato, con mia somma, sorpresa da un editore con molta fantasia (Atheneum) e pensai: “Forse sono un romanziere!” Il libro (Your Day in the Barrel) si rivelò un totale fallimento, ma fu tradotto e pubblicato in Francia da Gallimard. Mi sono detto: “Come è possibile?”
Sei un autore di romanzi di spionaggio con sfondo storico. Quali scrittori ti hanno influenzato maggiormente?
Sono stato influenzato da diversi romanzieri che definisco autori di opere politiche e d’avventura iniziando da Stendahl, poi Malraux, Conrad, un po’ Hemingway (Per chi suona la campana) Orwell, Isaac Babel, Bulgakov, Gregor von Rezzori, Malaparte, Moravia, Durrell, Lawrence e ho imparato a scrivere leggendo Anthony Powell.
I tuoi libri sono ambientati appena prima e durante la Seconda Guerra Mondiale. Che tipo di ricerche hai fatto? Ti sei ispirato a fatti realmente accaduti durante la creazione delle trame?
Io leggo solo libri del periodo di cui scrivo. Leggo di tutto, libri di storia, di giornalismo, narrativa, autobiografie: è tutto lì. Le mie trame sono tutte completamente basate su reali situazioni politiche, le sottotrame sono se si vuole derivati autentici di queste situazioni, i personaggi anche.
A cosa stai lavorando in questo momento?
Sto scrivendo un libro ambientato nel Sud-est dell’Europa nel ’40 / ’41. Non dico troppo fino a quando non finisco un libro.
Conoscevi Margaret Mead?
Ero un suo studente quando avevo 20 anni. Mi piaceva e pensava che io fossi qualcuno che avrebbe potuto combinare qualcosa nella vita. Era senz’altro la persona più intelligente che abbia mai incontrato.
Hai lavorato in pubblicità. Puoi dirci qualcosa della tua esperienza?
Scrivere per la pubblicità è una delle cose migliori che mi sia mai capitata. Devi scrivere efficacemente e rapidamente e fare centro con poche parole. Migliore formazione non c’è.
Raccontaci qualcosa della serie “Night Soldiers”.
Non ho mai pensato che potesse nascere nè l’ho mai pianificata. Una volta ho cominciato a leggere intensamente (non scherzo) libri del periodo, mi sono completamente innamorato dei paesi dell’Europa continentale, di Parigi, delle persone che hanno cercato di sopravvivere agli incubi politici del periodo cercando di restare dei decenti esseri umani. Il periodo tra il 1933 e il 1945 è stato un momento difficile per amare, ma la gente ha cercato di vivere dignitosamente e con onore in mezzo al male e al caos. Così, come non amarli per questo?
“The foreign correspondent” è un libro interessante ambientato nel 1938, quando molti intellettuali italiani fuggirono dal governo fascista di Mussolini e si rifugiarono a Parigi. Raccontaci qualcosa di questo libro.
Ho letto un sacco di libri di storia di quando in Italia ci fu la “svolta” e mi sono stupito di quanti uomini e donne meravigliosi fuggirono a Parigi, senza badare a quanto fosse pericoloso, per resistere a Mussolini in ogni modo possibile. Gli americani non sono a conoscenza della profondità e dell’impegno e dell’ampiezza della resistenza italiana, mi dispiace dirlo, ma ciò è stato un bene per me dato che così ho potuto avere molto da dire poiché molte poche persone sapevano la verità.
Che cosa sono la libertà e il coraggio per te?
La libertà è qualcosa per cui si deve sempre combattere. E richiede coraggio fare la cosa giusta, non badando alle conseguenze.
Ci sono film tratti dai tuoi libri?
Ho successo altrove, ma non con i film. Non ci sono ragioni reali o risposte per questo.
I tuoi libri sono stati tradotti in diciassette lingue. Chi è il tuo editore italiano?
Per molto tempo è stato Rizzoli, adesso ho uno nuovo editore Giano.
Come possono i lettori mettersi in contatto con te?
I lettori sono invitati a scrivermi e-mail all’indirizzo del mio sito web. L’e-mail è alan@alanfurst.net
Pensi che ci sia un revival della spy story?
Beh, la gente ancora scrive romanzi di spionaggio; ci fu una specie di crisi solo dopo la fine della Guerra Fredda. Ma ora scrivono di terrorismo, di estremisti islamici, o di qualsiasi altra cosa faccia notizia. Questo genere è quasi sempre (non per me, comunque) connesso alla situazione politica. Si sta evolvendo nell’attualità.
Tag: Alan Furst, Giulietta Iannone
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