
Milano, ancora euforica per il successo dell’Expo, si prepara alla consueta vivace esplosione di luci natalizie. Ma l’8 dicembre, una cupa ombra cala sulla città: Giovanni Ferri, noto e rispettato antiquario di Brera, viene ritrovato senza vita in un confessionale del Duomo, al termine della messa dell’Immacolata. A un primo sguardo, parrebbe un infarto. Ma Luca Botero, il commissario insofferente anzi allergico alla tecnologia e con uno spirito d’osservazione degno di un moderno Sherlock Holmes, ritiene invece che sia stato ucciso.
Quando l’autopsia conferma in pieno i suoi sospetti, l’indagine decolla. Molti, forse troppi, avevano un motivo per desiderare la morte di Ferri. E qualcosa di ancora più oscuro avanza minacciosamente : risorto dal passato torna a riaffacciarsi l’incubo peggiore del commissario — Jacek Kaminski.
Il criminale spietato che anni prima aveva quasi ucciso il commissario è tornato, e questa volta lo sfida apertamente.
Stavolta Botero dovrà mettere in gioco tutto: intuizione, coraggio, e forse anche la propria vita. Perché affrontare Kaminski sarà per lui come affrontare anche i suoi fantasmi. E non è detto che i cervellotici enigmi disseminati lungo il cammino non di rivelino l’ennesima trappola.
Con L’enigma Kaminski, terzo capitolo della serie con protagonista il commissario più analogico del noir contemporaneo, Paolo Roversi colpisce ancora nel segno. Il ritmo narrativo sempre serrato, la tensione costante e la trama si rivela densa di colpi di scena. Nulla è mai come sembra tanto che il lettore si sente in prima linea, costretto a indagare accanto a Botero, condividendone limiti e intuizioni, dubbi e folgorazioni.
Come nei precedenti romanzi, Milano è più di uno sfondo: è una presenza viva, quasi tangibile, palpitante, nervosa, apparentemente già pronta per il Natale ma attraversata da inquietudini sotterranee. Tuttavia, la caccia all’uomo porta Botero e la sua squadra anche fuori città: da Bologna alla Versilia, e persino fino a Macugnaga. Ogni diverso luogo diventa tessera di un puzzle complesso e affascinante.
Il passato si fa largo con prepotenza, e con questo la resa dei conti tanto attesa tra Botero e il suo nemico di sempre. Kaminski è la sua nemesi perfetta, capace di metterlo a dura prova sia sul piano investigativo che su quello personale. In un duello mentale all’ultimo respiro, in una partita senza esclusione di colpi.
Il commissario, fedele al suo Borsalino e al trench d’ordinanza molto americaneggiante, resta sempre coerente con la sua tecnofobia e il suo sguardo disincantato sulla realtà, chiuso in sé come un campo da biliardo all’italiana, anche se stavolta, Roversi apre qualche spiraglio sul suo mondo interiore, rendendolo più vicino al lettore, più umano.
Intorno a lui, la squadra Alfa, i “confinati” della Cortina di Ferro, l’ex caserma militare trasformata in base operativa. Al suo fianco il fedele cane meticcio Duca e l’amico Domenico, memoria storica e unica medicina alla ormai cronica insonnia che accompagna ogni indagine di Botero.
La scrittura di Roversi è rapida, diretta, quasi cinematografica. Fatta di : piani sequenza, zoomate, cambi di ritmo che mantengono costantemente l’attenzione al top. I dialoghi sono vivaci, i personaggi ben calibrati. E poi c’è Milano, sempre lei, a respirare contemporaneamente alla narrazione, a vibrare sotto la tensione crescente del racconto.
Gli enigmi lanciati da Kaminski saranno solo l’inizio di una vorticosa spirale che travolgerà Botero e i suoi. Il finale sarà da batticuore, con alla fine un colpo di scena che spalanca le porte a un nuovo capitolo. Perché, a volte, non è riconoscere il nemico la parte più difficile, mentre lo è il capire dove e come attaccherà la prossima volta.
Paolo Roversi, scrittore, giornalista e sceneggiatore, si è laureato in Storia contemporanea all’Università Sophia Antipolis di Nizza (Francia). Ha pubblicato romanzi gialli con protagonista il giornalista hacker Enrico Radeschi: Blue Tango – noir metropolitano (Stampa Alternativa), La mano sinistra del diavolo (Mursia) con cui ha vinto il Premio Camaiore di Letteratura Gialla 2007 ed è stato finalista del Premio Franco Fedeli 2007, Niente baci alla francese (Mursia), La marcia di Radeschi (Mursia), L’uomo della pianura (Mursia) e La confraternita delle ossa (Marsilio). Con Marsilio, nel 2015 ha pubblicato il dittico Città rossa, due romanzi sulla storia della criminalità milanese degli anni Settanta e Ottanta ecc. ecc.
Tag: Gialli thriller noir, L'enigma Kaminski, letteratura italiana, Mondadori, Paolo Roversi, Patrizia Debicke
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