
Celebre forse più per le inchieste umoristiche del commissario Sanantonio, Frédéric Dard è anche autore di una serie più che considerevole di romanzi noir che Rizzoli sta meritoriamente pubblicando in italiano tradotti da Elena Cappellini, tra cui l’ultimo La moglie del becchino (Le Pain Des Fossoyeurs, 1956). Protagonista di questo breve romanzo dove trionfa l’amour fou, è Blaise Delange, un parigino senza né arte né parte che si reca in provincia per rispondere a un’inserzione di lavoro da parte di una ditta di caucciù. Arriva tardi, il posto è già stato preso ma all’ufficio postale incontra una donna bellissima e melanconica e se ne innamora. La donna perde il portafogli e l’uomo in un rigurgito di coscienza e onestà, o forse solo per rivedere la donna, decide di non tenersi gli ottomila franchi che contiene, di cui avrebbe disperatamente bisogno, e di riconsegnare il portafogli. Così fa la conoscenza di Germaine Castain, infelice moglie di Achille Castain, il becchino del paese. Colpito da tanta onestà Castain decide di offrirgli un lavoro e così Blaise accetta rimanendo inevitabilmente invischiato nei segreti di quell’improbabile coppia. Dard ha un debole per le belle donne capaci di portare alla rovina uomini sentimentali e inevitabilmente ingenui seppure fondamentalmente poco onesti e anche in questa storia vediamo ripresentato questo schema seppure l’ironia e l’amarezza con cui Dard delinea caratteri e ambienti rende la lettura piacevole e scorrevole. I romanzi di Dard si leggono in fretta e questo non fa differenza. Abbiamo la provincia inquietante e sonnolenta, una coppia mal assortita, e l’ingenuo Blaise Delange come terzo incomodo, innamorato e poi amante di Germaine, la dark lady della storia, una ragazza giovane, bellissima, malinconica forse non raffinata ed elegante ma basta poco arrivata a Parigi per trasformarla in una vera bellezza. A ritroso poi ci si chiede se la bella Germaine ha davvero perso inavvertitamente il portafogli o è stato solo un ingegnoso e diabolico piano per catturare un ingenuo nella sua trappola. I noir non prevedono lieto fine, e anche questo non l’avrà ma è singolare vedere come Dard riesca a far sembrare tutto inevitabile, seppure l’ingiustizia del finale gridi vendetta. Particolare. Da segnalare soprattutto la scena nella tomba quando Blaise tenta di recuperare un cadavere, macabra e nello stesso tempo divertente.
Frédéric Dard (1921-2000) ha iniziato a pubblicare romanzi alla fine degli anni Quaranta e i 175 volumi della serie del commissario San-Antonio sono stati uno dei più grandi successi editoriali francesi della seconda metà del Novecento. Parallelamente, Dard ha scritto numerosi altri romanzi e racconti. Amico di Georges Simenon, come lui autore di una vastissima opera, Dard è considerato tra i più importanti esponenti del noir francese. Per Rizzoli sono usciti: Il montacarichi (2019), I bastardi vanno all’inferno (2021), Gli scellerati (2022), Prato all’inglese (2022) e Negli occhi di Marianne (2023).
Source: libro inviato dall’editore, ringraziamo Giulia dell’Ufficio Stampa Rizzoli.
Tag: Frédéric Dard, Giulietta Iannone, La moglie del becchino, letteratura francese, noir, Rizzoli
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