
Oggi abbiamo il piacere di intervistare Fabrizio Borgio, autore del libro “Il pittore di langa (Fratelli Frilli Editori) terzo classificato alla tredicesima edizione del Liberi di Scrivere Award.
Benvenuto Fabrizio e complimenti per il terzo posto, dopo due scrittrici uno scrittore. Sei un esponente del cosiddetto folk noir piemontese. Una connotazione così regionale e sociale è parte della tua poetica narrativa?
Grazie, é stata una bella sorpresa. Non so se possiedo una mia poetica narrativa, so per certo che sono il prodotto di una determinata cultura, circoscritta a una regione che ha ancora alcune caratteristiche specifiche. C’è sempre del Piemonte in ciò che scrivo, anche quando non ambiento nella mia regione, perciò penso che si possa affermare che la connotazione di cui parli sia una componente intrinseca del Borgio Fabrizio che scrive.
Usi il dialetto piemontese nei tuoi romanzi? Conosci questa vera e propria lingua o ti avvali di consulenti?
Sì, lo uso, lo parlo anche se non con la scioltezza da madre lingua dei miei nonni e lo scrivo con ampie licenze rispetto alle grammatiche ufficiali. Lo impasto spesso nei dialoghi, nella mia scrittura, anche se realizzare una lingua ibrida, come ha fatto Camilleri con il siciliano, oggi come oggi non ha senso visto che l’utenza che lo utilizza è sempre più rada. Ho un vocabolario e un testo di grammatica piemontese che mi supportano. Infine temo, e lo dico con la morte nel cuore, che il piemontese sia una lingua minoritaria (definizione UNESCO) destinata alla scomparsa esattamente come il panorama umano e culturale tipico di questa regione, le trasformazioni in atto lo portano a una morte naturale.
Proposte di traduzioni per l’estero?
Magari. Scherzi a parte, i romanzi della Frilli editrice sono già comparsi in edizioni estere, il mercato tedesco in particolare è interessato a storie di ambientazione provinciale italiana, chissà se un giorno…
Che accoglienza hai avuto dalla stampa?
Mediamente buona, certo sono un nome piccolo, non posso parlare di fama, al limite di conoscenza da parte di media locali.
Come è nato il suo amore per i libri e la scrittura?
Da piccolo, figlio di lettori e bambino timido e chiuso: una miscela ideale per costruire un lettore in erba appassionato. I libri erano la mia compagnia, i miei amici, i miei viaggi.
Quali sono i tuoi autori preferiti?
Tanti, talmente tanti che stilare un elenco sarebbe lungo e ingrato. Pescando a caso e senza citare i soliti noti nomino Tondelli, Høeg, Despentes, Pastor e Avoledo.
Puoi dirci a cosa stai lavorando in questo momento?
Ho diversi progetti aperti, i principali consistono in una spy story ambientata in Bosnia, una novelization di un Gioco di Ruolo e un noir da proporre a un’editrice di audiobook.
Grazie per il tuo tempo e la tua pazienza, e auguri per il futuro.
Ringrazio di cuore, incrociamo le dita e aggiungo l’augurio di risentirci presto.
Tag: Fabrizio Borgio, Giulietta Iannone, Liberi di Scrivere Award
4 febbraio 2023 alle 11:28 |
[…] :: Un’intervista con Fabrizio Borgio a cura di Giulietta Iannone […]