Libro delizioso, Madame Claudel è in un mare di guai, (Mémé dans les orties, 2015), della francese Aurélie Valognes. Edito in Italia da Newton Compton e tradotto da Federica Romanò. Si sa i francesi hanno un modo tutto loro di raccontare storie un po’ magiche, leggere, dalle tinte color pastello, in bilico tra la favola e il sogno. Avete presente le atmosfere delicate de Il favoloso mondo di Amelie? Quel non so che, tutto francese, appunto, che non scade però mai nella sdolcinatezza e nella zuccherosità. Madame Claudel è in un mare di guai racconta una storia chiusa nel microcosmo rarefatto di un condominio parigino, al numero 8 di Rue Bonaparte. Protagonista è un arzillo vecchietto, un po’ scorbutico e taciturno, Monsieur Ferdinand Brun, che proprio non ne vuole sapere di finire in una casa di riposo. La figlia Marion è lontana, vive a Singapore con il nipote di Ferdinand, la moglie l’ha abbandonato per il suo carattere ruvido e insopportabile, (scappando con un postino italiano), la solitudine è alleviata solo dalla compagnia di Daisy, un alano affettuoso e intelligente. Ma un giorno il dramma, il cane viene investito e ucciso, e da quel giorno è una lotta fitta, senza esclusione di colpi, contro i condomini, e soprattutto contro la terribile Madame Suarez, la portinaia, che lo odia dal primo momento che l’ha visto per il suo carattere indipendente e ostinato. Ma Monsieur Brun, inaspettatamente trova anche due improbabili alleate, Juliette, una dolce bambina di dieci anni, che ha dovuto crescere in fretta dopo la morta della madre, e Madame Beatrice Claudel, una novantenne arzilla quanto lui e fuori dagli schemi. Ricordate Poupette, la bisnonna di Vic ne Il tempo delle mele, beh un po’ la ricorda per la sua grinta e eccentricità. Una storia, dunque non priva di conflitti, ma tenera e delicata, che ci parla di amicizia, vecchiaia, finanche amore, e lo fa usando personaggi credibili e ben caratterizzati, che subito si guadagnano la simpatia del lettore. Una storia per un pubblico giovane, ma a dire il vero senza età, in cui il bene alla fine trionfa, (il lieto fine è assicurato) in un susseguirsi però di colpi di scena, che vedranno addirittura Monsieur Brun, soprannominato il “serial killer” accusato di omicidio. Ben scritto, divertente, intelligente, in parte spaccato di una condizione sociale reale, il mondo degli anziani (tra partite di bridge, e programmi alla tv), le problematiche dei figli combattuti tra la preoccupazione per la tutela dei loro vecchi genitori, e le legittime esigenze di indipendenza di quest’ ultimi, Madame Claudel è in un mare di guai è un libro che consiglio. Nasce come romanzo autopubblicato, il cui passaparola ha attirato l’interesse di un importante editore come Michel Lafon, diventando in breve un grande succeso editoriale francese. Ora sono curiosa di vedere quale sarà l’impatto in Italia. Esce il 9 febbraio in libreria, ho avuto modo di leggerlo in anteprima.
Aurélie Valognes, si è laureata alla École Supérieure de Commerce de Reims. È specializzata in comunicazione e marketing, e ha lavorato per diverse multinazionali spostandosi tra Svizzera, Francia, Belgio, Paesi Bassi. Attualmente risiede a Milano. Il suo esordio è stato un incredibile fenomeno del selfpublishing, in seguito uscito in Francia per i tipi di Michel Lafon. Negli Stati Uniti è stato pubblicato solo in versione digitale e ha venduto oltre 160.000 copie. In Francia è uscito il suo secondo romanzo dal titolo Nos adorables belles filles. Per saperne di più www.aurelie-valognes.com.
Source: libro inviato dall’ editore, ringraziamo Antonella e Simona dell’Ufficio Stampa Newton Compton.
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Tag: Aurélie Valognes, Giulietta Iannone, Madame Claudel è in un mare di guai, Mémé dans les orties, Newton Compton
7 febbraio 2017 alle 8:19 |
E’ stato simpatico ma non mi ha ispirato granché, comunque.
7 febbraio 2017 alle 8:23 |
I francesi adorano leggere e (scrivere) queste storie, infatti sono curiosa di vedere che impatto avrà in Italia, ma io ripeto l’ho trovato delizioso, sto leggendo diversi thriller e ci voleva un po’ di leggerezza 🙂
7 febbraio 2017 alle 8:28 |
Si, la leggerezza c’è, infatti il lato divertente non mi è dispiaciuto ma tutto il resto non è stato un granchè. Almeno per me, ovvio!
Grazie Giulia e buona giornata! 🙂
7 febbraio 2017 alle 9:28 |
grazie del tuo commento 🙂
7 febbraio 2017 alle 13:38
E di che, grazie a te 😏