:: La cameriera era nuova, Dominique Fabre, (Jaka Book, 2015) a cura di Giulietta Iannone

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indexAsnières, alla periferia di Parigi. Pierre, cameriere di un bar accanto alla stazione, ama lo spettacolo della vita che si srotola davanti ai suoi occhi: i primi clienti arrivano la mattina presto, insonnoliti; una bella donna si ripara dalla pioggia sotto un ombrello rosso; uno studente legge “Se questo è un uomo” di Primo Levi. La cameriera si ammala, e una cameriera nuova arriva a sostituirla, proprio quando il matrimonio dei titolari del bar sembra franare. Mentre i rapporti si scompigliano e si riannodano, scorrono le ore sotto il cielo di Parigi, grigio e terso. Pierre partecipa a distanza delle vite degli altri, riflette sulla propria, accoglie la malinconia luminosa dell’autunno, e la lenta dolcezza della fine che si avvicina.

Dominique Fabre, parigino, classe 60, (da non confondere con l’omonimo scrittore, autore di Un beau monstre) è l’autore del romanzo breve La cameriera era nuova, (La serveuse était nouvelle, 2005) pubblicato in Italia da Calabuig, Jaka Book. Primo romanzo di Fabre edito in Italia, dopo essere stato pubblicato in Spagna nel 2006 con il titolo La Mesera Era Nueva, tradotto da Laura Masello per Beatriz Vierbo Editora, e in America nel 2008 con il titolo The Waitress Was New, tradotto da Jordan Stump, per Archipelago Books, è un delicato ritratto umano, un soffio di poesia persa nella vita quotidiana di un vecchio cameriere quasi in pensione, sul punto di essere licenziato. Una storia minima, narrata con accenni lirici e composti, in cui la tragedia appare a tratti senza mai manifestarsi apertamente. Una storia di sguardi, di accennati sorrisi, di amicizia, di solitudine, di coraggio, coraggio nell’affrontare ogni giorno le stesse sfide, compiere gli stessi gesti, in un microcosmo rarefatto, velato di malinconia e indifferenza. Parigi sullo sfondo, con i suoi cieli grigi, screziati di pioggia, malati d’autunno, le sue stazioni ferroviarie, i suoi caffè come Le Cercle, nel sobborgo di Asnières, appare e scompare perché il vero protagonista è lui, il vecchio Pierre, Pierrounet, un uomo gentile, benvoluto da tutti, rispettato dai colleghi come il cuoco Amédée, sempre circondato da cugine o la cameriera nuova arrivata all’improvviso in sostituzione della precedente malata. Non succede molto, anche il tempo è dilatato verso una fine inesorabile, ma lieve, educata, confondendo il sonno con la morte. Un piccolo dono insomma, una lettura umanamente ricca e nello stesso tempo leggera, impalpabile, come il tempo che passa. Un libro piacevole, narrato con sensibilità e eleganza, ma non priva di disincanto. Una penna felice quella di Fabre, felice davvero.

Dominique Fabre nasce a Parigi nel 1960. Scoperto in Francia nel ’95 dal grande editore Maurice Nadeau, è autore di una dozzina di romanzi. Nel novembre 2014 ha vinto il Prix Eugène Dabit. La cameriera era nuova, già tradotto in inglese e in spagnolo, è il suo primo libro a essere pubblicato in italiano.

Yasmina Melaouah si è laureata in letteratura francese moderna e contemporanea. Insegna traduzione letteraria all’Istituto Interpreti e traduttori di Milano. Ha tradotto, fra gli altri, Daniel Pennac, Patrick Chamoiseau, Fred Vargas, Colette, Jean Genet, Andrei Makine, Laurent Mauvignier, Mathias Enard. Nel 2007, in occasione delle Giornate della traduzione di Urbino, ha ricevuto il premio per la traduzione del Centro Europeo per l’editoria. Attualmente lavora alla ritraduzione de Le GrandMeaulnes di Alain Fournier.

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