:: La lettrice di mezzanotte, Alice Ozma, (Sperling & Kupfer, 2015) a cura di Giulietta Iannone + intervista a Gea Polonio

by
Oz

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C’erano alcune cose che la lettura e la Serie non potevano risolvere. Nonostante lo stupore di mio padre, Billy Whiskers non era la risposta alle paure che mi angosciavano. Anche dopo essermene sbarazzata pensai che JFK avrebbe sentito l’odore dell’inchiostro sulle mie mani, e quella sera mi lavai nella vasca con lo stesso zelo di Lady Macbeth. Corsi in camera mia a tutta velocità, e feci del mio meglio per passare oltre il letto di sotto senza guardarlo, tenendo gli occhi socchiusi per evitare anche solo di sbirciare quell’angolo. Saltai e, al sicuro sul mio trespolo, mi sporsi per guardare. Niente. Lessi per una o due ore, costringendomi a prendere sonno, finchè non ebbi la sensazione che le palpebre stessero scivolando verso il naso. Dopo mezzanotte papà mi gridò di spegnere la luce che riusciva a vedere dalla sua stanza, o almeno di chiudere la porta. Naturalmente non potevo, perché sarei dovuta scendere dal letto. E se l’avessi fatto avrei dovuto ricominciare la trafila da capo. Così diedi un’ occhiata dal lato del letto ancora una volta prima di spegnere la lampada, di tirarmi le coperte fin sopra la testa, e di piegare le gambe per non fare penzolare giù i piedi.
Al tempo non ero in grado di capirlo, ma occorreva una certa dose di creatività per restare sdraiati tremanti nel proprio letto, chiedendosi se i tuoi gatti sapranno come difenderti; e non dai fantasmi o dall’uomo nero, bensì dal cadavere immobile di uno dei più famosi e amati ex presidenti degli Stati Uniti. Grazie alla serie e a mio padre, l’immaginazione non mi mancava affatto.

L’importanza di leggere ad alta voce ai bambini è stata ampiamente sostenuta (esistono numerosi studi scientifici che lo testimoniano) da esperti di letteratura infantile, insegnanti, pedagogisti, pediatri e se vogliamo anche da semplici genitori. I bambini a cui si leggono storie sono più intelligenti, hanno più fantasia, hanno un vocabolario più ricco, una volta a scuola avranno risultati migliori, una maggiore attenzione, una maggiore capacità di analisi.
Se pensiamo anche nei tempi passati la lettura delle favole creava un legame anche affettivo più forte tra adulti e bambini e il suono stesso della voce serviva a rasserenare, confortare (un bambino malato), incuriosire, divertire, insegnare. Noi che amiamo i libri, anche da adulti, non abbiamo difficoltà a crederlo, ma sembra che soprattutto per la crisi e i tagli al budget di scuole e biblioteche, molte difficoltà stiano affrontando coloro che difendono la libertà di lettura.
I dati sconfortanti riguardanti il calo dei lettori dovrebbe far riflettere e stimolarci tutti a rivalutare questa pratica così semplice e relativamente poco costosa. Grazie alle biblioteche i libri sono a disposizione di tutti, è più che altro il tempo, il tempo di qualità che passiamo con i nostri figli la vera discriminante, la vera cosa capace di fare la differenza. I bambini a cui sono lette storie, infondo saranno i lettori di domani, e nei paesi più civilizzati questo semplice parallelismo è preso in seria considerazione.
Per esperienza personale ho svolto l’attività di lettrice ad alta voce prevalentemente per anziani e persone non vedenti, e non sono una lettrice particolarmente brillante né ho una voce molto gradevole, pur tuttavia l’esperienza è stata felice e la consiglio a tutti.
Questa breve introduzione per parlare del libro che ho appena letto, La lettrice di mezzanotte (The Reading Promise, 2011) di Alice Ozma, edito in Italia da Sperling & Kupfer e tradotto dall’inglese da Chiara Brovelli. Sono stata invitata a leggerlo in anteprima dall’editore (sarà in libreria da domani) e in tutta sincerità mi aspettavo un libro piuttosto convenzionale, che sì parlasse di libri come molti altri, ma senza coinvolgere davvero il lettore.
Devo dire invece che a parte il fatto che è scritto bene e ben tradotto, e pur narrando una storia semplice, una storia d’amore tra un padre e una figlia, e di come i libri che il padre ha letto alla figlia, ininterrottamente, per più di 3000 giorni, (fino a che lei non è partita per il college), abbiano rinsaldato il loro legame, li abbiano aiutati ad affrontare le difficoltà più o meno gravi della vita, abbiano infine trasformato in meglio le loro vite, rendendoli più felici, è davvero originale e simpatico.
Leggendo questo libro si prova una sincera invidia, almeno la provano tutti coloro che l’amore dei libri l’hanno faticosamente conquistato da soli, soprattutto perché la lettura non dovrebbe mai essere un’esperienza solitaria, ma sempre condivisa, e il proliferare dei tanti blog letterari sembra dimostrarlo. Non basta leggere, è bello parlare dei libri che si sono letti e si sono amati, è bella questa esperienza di comunione con altri lettori con gusti e esperienze anche molto diverse dalle nostre. E forse questo è il senso ultimo della lettura, oltre ai benefici che ho già citato.
La lettrice di mezzanotte è un libro davvero delizioso, il talento naturale nel narrare dell’autrice è davvero grande (per essere così giovane), è capace di rendere interessante una sosta per mangiare un sandwich, una gita al parco, il semplice guardare alcuni trapezisti nelle loro funamboliche esibizioni, dettagli minimi della vita di tutti i giorni, che le sue parole rendono speciali.
E’ un memoir, un romanzo di formazione, un romanzo per adulti e ragazzi, infondo non mi sento una chiaroveggente, se prevedo che otterrà la stessa accoglienza che ha ricevuto in America. E lo spero davvero soprattutto per il messaggio che trasmette, senza leziosità, né melensaggine, anzi a tratti con disarmante sincerità, raccontando parti della sua vita anche molto private legate soprattutto alla madre.
Ogni capitolo, precedeuto da una breve citazione presa da uno dei classici della letteratura per ragazzi, (che anticipa in un certo senso l’argomento che si tratterà) è come un racconto a parte e ce ne sono di bizzarri, da quello dedicato ai trapezisti,  a quello dedicato a JFK, e per coprenderli bisogna immergersi nello spirito del libro, considerare un mondo in cui ci sia l’immaginazione al potere.
Dalla prefazione di Jim Brozina, padre di Alice (il vero eroe del romanzo, se vogliamo) si apprende che negli Stati Uniti, la Commissione per la Lettura, fondata dal Dipartimento dell’Istruzione, esiste dal 1985, con lo scopo di promuovere la lettura, indicando che il modo migliore per farlo è leggere ad alta voce ai bambini. Mi informerò se anche in Italia esiste una commissione del genere.
Sono stata invitata a consigliare un libro da leggere ad alta voce (esattamente come l’autrice fa sul suo sito http://www.makeareadingpromise.com/streak.html ) Io consiglio: La fiera della vanità: romanzo senza eroe di William M. Thackeray. Ce ne sono diverse edizioni con numerosi traduttori. Io ho letto quella del 1967, Giulio Einaudi Editore, traduzione di Jole Pinna Pintor.

Alice Ozma, nata e cresciuta a Millville, New Jersey, si è laureata all’Università di Rowan. Vive circondata da librerie e biblioteche a Philadelphia, Pennsylvania. È appassionata di letteratura e di pedagogia. Dopo il grande successo di questo suo primo libro, è stata invitata a tenere conferenze e lezioni sul tema della lettura nell’infanzia. Alice legge a voce alta per i bambini.
twitter.com/aliceozma
www.facebook.com/AliceOzma

Per concludere lascio la parola a Gea Polonio che ci parlerà della sua esperienza di lettrice. Le ho fatto alcune domande.

Vuoi parlarci della tua esperienza?

Ho sempre adorato leggere ad alta voce, ai bambini in modo particolare.  Ai figli miei ho letto per una mezz’ora ogni sera per più di dieci anni, anche dopo che lo sapevano fare da soli.

Parlaci della reazione e dell’accoglienza che hai notato nei bambini?

Dipende molto da come sono abituati.  Però se lo fai con amore e allegria, pian pianino anche molti tra i più refrattari si avvicinano, conquistati dal tono di voce e dalle storie.

E’ difficile, impegnativo? Che difficoltà attendono coloro che vogliono leggere ai bimbi?

I bimbi sono esigenti, non sopportano condiscendenza e leziosità.  I bimbi interagiscono, ed è giusto che lo facciano. I bimbi hanno i loro tempi, che sono anche di ripetizione e rielaborazione.
Poi, più sono piccoli (si può iniziare dai sei mesi, eh) più chiaramente devi trovare la chiave della loro attenzione.

Hai notato sensibilità verso l’importanza della lettura ad alta voce ai bambini?

Con il progetto “nati per leggere“, di cui sono volontaria, stiamo cercando di sensibilizzare le famiglie, proponendo la lettura anche come momento di condivisione e intimità tra genitori e figli.

Comuni, biblioteche, scuole, organizzano incontri o è un’ attività più orientata al volontariato?

Dipende da quali comuni, scuole e biblioteche.  Queste ultime fanno spesso più del dovuto istituzionale, ma capita che possano contare solo su singoli insegnanti più che sulla scuola come istituzione. E i singoli insegnanti talvolta sono sono lasciati soli se cercano di andare oltre gli schemi strettamente didattici.

Source: libro inviato dall’editore, ringraziamo Arianna dell’Ufficio Stampa Sperling & Kupfer.

Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.

 

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5 Risposte to “:: La lettrice di mezzanotte, Alice Ozma, (Sperling & Kupfer, 2015) a cura di Giulietta Iannone + intervista a Gea Polonio”

  1. Sonia Esse Says:

    intrigante

  2. liberdiscrivere Says:

    Aspetto un tuo parere, sono davvero curiosa. E’ un libro davvero molto particolare.

  3. L'angolino di Ale Says:

    Carino, dev’essere un bel romanzo.

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