Ciao Brian. Grazie per aver accettato la mia intervista e benvenuto su Liberidiscrivere. Raccontaci qualcosa di te. Chi è Brian McGilloway? Punti di forza e di debolezza.
Grazie per avermi invitato. Sono un padre di 38 anni di quattro ragazzi che lavora a tempo pieno come insegnante di inglese. Il mio primo romanzo crime, Borderlands, è uscito nel 2007 e da allora ho pubblicato un libro all’anno.
Quando hai capito che avresti voluto diventare uno scrittore? Cosa ti ha fatto decidere di iniziare a scrivere gialli?
Ho sempre amato la scrittura. La cosa che mi ha spinto a scrivere Borderlands, che è il mio primo romanzo, è stato il fatto che molte delle serie che mi piaceva leggere, Rebus, Robicheaux, e Morse per esempio, sembrava stessero volgendo al termine, con gli investigatori che o morivano o erano vicini alla morte o erano in via di pensionamento. Ho deciso di scrivere il libro che mi sarei divertito a leggere se avessi perso quegli amici immaginari. Borderlands è stato scritto come il tipo di romanzo crime che avrei voluto leggere.
Quali sono le qualità tipiche di un buon scrittore?
Penso che i buoni scrittori dovrebbero portarti in luoghi in cui non sei mai stato prima, dovrebbero far si che nuovi luoghi e personaggi prendano vita, conservando sempre una voce autentica.
Parlami del tuo processo di scrittura?
Quando sto fisicamente scrivendo un libro, cerco di scrivere 1000 parole al giorno. Scrivo per circa due ore e, in una buona giornata, supero questo obiettivo. In una brutta giornata potrei scrivere 200 parole. Tendo a scrivere ogni libro un terzo alla volta. Ideato il primo terzo della trama inizio a scrivere. Poi mi fermo, torno su quello che ho già fatto e pianifico la sezione successiva. Questa è spesso la parte più lenta da scrivere perché devo far sì che tutti i fili si tendano intorno alla vicenda. La terza parte finale tende ad essere molto veloce da scrivere, perché a quel punto so dove tutto sta andando.
Raccontaci qualcosa del tuo debutto. La tua strada verso la pubblicazione. Hai ricevuto molti rifiuti?
Ho scritto Borderlands nel 2003/2004. L’ho presentato ad un certo numero di editori e agenti e ho sì avuto qualche feedback positivo, ma niente di fatto. Infine, l’ho presentato a Macmillan come parte della loro New Writing Imprint. Circa quattro mesi dopo la presentazione, ho saputo che lo volevano pubblicare. Era il 2006 e il libro è uscito nel 2007, circa tre anni dopo aver finito la prima bozza.
Quali sono i tuoi scrittori preferiti? Da chi ti senti maggiormente influenzato?
Sono un grande lettore di crime ed amo il lavoro di James Lee Burke, Ian Rankin, John Connolly, Michael Connelly, Dennis Lehane … Inoltre c’è un intero gruppo di grandi scrittori irlandesi – Adrian McKinty, Declan Burke, Tana French, Declan Hughes, Stuart Neville, Arlene Hunt e William Ryan per citarne alcuni. Suppongo come un sacco di autori di crime, che i luoghi siano una parte vitale della storia, al punto che un detective diventa strettamente connesso con il suo ambiente. Certo che hanno influenzato la mia scrittura.
Ti capita mai di utilizzare una qualsiasi delle tue paure o esperienze personali nelle tue storie?
Tutto il tempo. Ho descritto Devlin come un uomo sposato e padre di famiglia perché al momento della scrittura, ero sposato e mia moglie aveva il nostro primo figlio. Ciò ha fatto sì che il mio personaggio mi permettesse di riflettere ed esplorare le questioni che mi riguardavano. Cosa che ho continuato a fare per tutta la serie.
Ora, parlaci di Borderlands da poco pubblicato in Italia da Revolver BD con il titolo Terra di confine e tradotto da Marco Piva Dittrich. Cosa ti ha ispirato a scriverlo? Qual è stato il punto di partenza nel processo di scrittura?
Come ho già detto, ho voluto scrivere un romanzo poliziesco che prendesse il posto di tutti quei romanzi delle serie che sembravano essere finite. L’idea originale è nata effettivamente mentre stavo camminando con il mio cane lungo il confine. Mi chiedevo cosa sarebbe successo se avessi trovato un corpo. Poi ho lavorato a ritroso – come mai il corpo si trovava li, il suo posizionamento era intenzionale o accidentale, come la persona era morta, perché? La storia è cresciuta da questo. Ho cambiato molto nella scrittura e riscrittura, ma l’ idea originale, di un corpo sul confine, è restata l’apertura del libro.
Puoi dirci qualcosa sulla trama di questo libro senza rivelarci il finale?
Il libro parla del ritrovamento di un corpo sul confine e di come è collegato con la scomparsa di una donna nel 1970. Suppongo che ciò sia per l’impatto del passato sul presente, che è qualcosa di cui siamo acutamente consapevoli nell’Irlanda del Nord.
Il primo capitolo presenta la scoperta del corpo di Angela Cashell. Potresti dire ai nostri lettori cosa succede?
Questa scena è stata volutamente scritta per fare due cose – in primo luogo introdurre Ben Devlin il detective della Garda. Il suo primo pensiero quando vede il corpo nudo della vittima è quello di coprirlo con il suo cappotto. Volevo questo per delineare il personaggio come un uomo ricco di bontà e di empatia – è spinto anche a rendere sicuri i confini, non solo per la sua famiglia, ma perché è moralmente la cosa giusta da fare. Il secondo scopo in quella scena è stato quello di presentare al lettore il territorio e il fatto che è sorvegliato da due diverse forze di polizia su entrambi i lati del confine. Queste due forze stanno lavorando insieme dopo anni in cui tradizionalmente non sempre furono cooperative l’una con l’ altra. E ‘stato un modo per me di esaminare la natura mutevole della vita in Irlanda del Nord attraverso il microcosmo della natura mutevole della polizia della frontiera.
Puoi dirci qualcosa in più sul protagonista, Ben Devlin?
Ben è un padre di due bambini abbastanza felicemente sposato. E ‘un ispettore dell’ An Garda della Repubblica d’Irlanda, con sede a Lifford sul confine irlandese. E’ un cattolico, frequenta regolarmente la messa e deve equilibrare la vista delle scene del crimine con la lettura di fiabe della buonanotte ai suoi figli. Deliberatamente non è il tipico anticonformista alcolizzato e divorziato che è un classico della letteratura poliziesca. Sono più interessato a come un uomo normale bilanci tutti i diversi aspetti della sua vita.
Raccontaci gli altri personaggi del libro.
In aggiunta alla sua famiglia, il personaggio principale di questo libro, che caratterizza tutta la serie è la controparte di Devlin nel PSNI, Jim Hendry. Jim è un personaggio più divertente di Devlin e più incline a piegare le regole un po’ per soddisfare se stesso. Il loro rapporto di lavoro è quello che mi interessa maggiormente. Il libro parla anche di una coppia di sposi Johnnie e Sadie Cashell la cui figlia è la vittima ritrovata sul confine. Johnnie è un delinquente, ma Devlin sente una grande pietà per la moglie, Sadie, che sembra non avere altra scelta che subire la vita che non ha scelto.
Quale è la tua scena preferita in Borderlands?
Sono passati alcuni anni da quando l’ho riletto, ma mi piaceva l’apertura. C’è anche una bella scena con Devlin e Sadie durante la veglia funebre per la figlia. E c’è una scena che coinvolge una caccia ad un gatto selvatico, che mi è piaciuto molto scrivere.
In Borderlands quale è stato il personaggio più difficile da scrivere e perché? Il più facile e perché?
Ad essere onesti, mi è piaciuto scrivere tutti i personaggi – nessuno è stato particolarmente difficile da delineare. Detto questo, sto trovando sempre più difficile scrivere ogni libro successivo, ma penso che sia un’ esperienza abbastanza comune. In ogni libro, si vuole migliorare e costruire su quello che si è fatto prima, e dare ai lettori qualcosa di diverso.
Perché hai raccontato una storia di confine? Come il posto ha influenzato la tua scrittura?
I libri esplorano il fatto che non c’è mai niente di bianco o di nero – tutto è sempre fatto di varie tonalità di grigio, sia se sei un eroe o un cattivo. Le terre di confine rappresentano questo. Inoltre, la zona dà la sensazione del selvaggio West e questo tema attraversa tutti i miei libri – il terzo libro tratta proprio di una miniera d’oro al confine.
Raccontaci qualcosa del noir irlandese. Chi sono i migliori esponenti di questa scuola?
C’è stata di recente un’esplosione della letteratura crime irlandese. Oltre agli scrittori che ho citato sopra, ci sono Alan Glynn, Jane Casey, Gene Kerrigan, Gerard O’Donovan e Alex Barclay, che hanno goduto di grande successo. Conor Fitzgerald è uno scrittore irlandese, i cui libri davvero superbi sono ambientati in Italia. C’è anche un piccolo, ma laborioso movimento irlandese di crime comici, oltre a Declan Burke, c’è Colin Bateman, Ruth Dudley Edwards e Garbhan Downey come esempi indiscussi. Nuovi nomi si aggiungono quasi ogni settimana, in questo momento si è aggiunto al gruppo dei crime irlandesi il nuovo libro di Claire McGowan, The Fall, che ha avuto un feedback fantastico e Louise Phillips ha un nuovo romanzo in uscita a settembre, Red Ribbons, che sembra davvero interessante.
Verrai in Italia a presentare i tuoi romanzi?
In realtà ero in Italia a luglio in vacanza con la mia famiglia ma non ho partecipato a nessun evento promozionale, temo.
Progetti di film tratti dai tuoi libri?
Sia la serie di Devlin e una seconda serie di libri basati su un personaggio chiamato Lucy Black sono stati opzionati per la TV qui in Irlanda. Sono a diversi stadi di produzione e sono fiducioso, almeno uno di loro ce la farà ad arrivare sullo schermo. Detto questo, ci crederò solo quando vedrò scorrere i titoli di coda dopo il primo episodio.
Leggi altri scrittori contemporanei? Cosa stai leggendo in questo momento?
Sto leggendo un libro intitolato Eye Contact di uno scrittore che si chiama Fergus McNeill. Dopo di che ho intenzione di leggere Belle Creole di James Lee Burke.
Dimmi un aggettivo per ognuno di questi scrittori: James Ellroy, Cornell Woolrich, David Goodis, James Crumley, Jim Thompson, Ross Mc Donald, Dashiell Hammett, Raymond Chandler, James Joyce, John Connelly, Tony Black, Ken Bruen.
Potrei diventare molto ripetitivo. Stai elencando un sacco di maestri. Connelly e Bruen sono due grandi scrittori che sono stati molto generosi con quelli di noi che sono venuti dopo di loro, e sono stati ispirati dalla loro scrittura.
Ti piace fare tour promozionali? Racconta ai nostri lettori qualcosa di divertente su questi incontri.
La scrittura è un lavoro solitario, ma la promozione è completamente l’opposto. Può essere un po’ deprimente quando nessuno si presenta per un evento. Una delle mie presentazioni più recenti è stata organizzata la notte stessa della partita dell’Irlanda durante i campionati europei. Sono rimasto scioccato che ci fosse qualcuno. Tendo a non vedere questi eventi come promozione ma semplicemente come un modo per parlare dei miei libri con i lettori ringraziandoli per il sostegno.
Leggi le recensioni dei tuoi libri? Hai ricevuto recensioni negative? Pensi che i critici abbiano influenzato il tuo lavoro?
Tendo a leggere sia le recensioni buone che quelle cattive. Penso che se una critica è stata fatta più e più volte, potrebbe essere necessario considerarne la sua validità. In ogni caso, sia nel bene che nel male, si deve ricordare che è la considerazione di una singola persona. Intendiamoci, è più facile a dirsi che a farsi e si tende a fissarsi sulle recensioni negative a discapito di quelle eventualmente positive. I propri libri sono come figli – si è orgogliosi di ciascuno, e si è profondamente consapevoli dei punti di forza e di debolezza di ciascuno. Quando qualcun altro mette in luce i punti deboli può essere difficile a volte!
Qual è il tuo rapporto con i lettori? Come possono entrare in contatto con te?
Mi piace sentire i miei lettori e sono sempre incredibilmente grato che qualcuno possa passare il suo tempo, non solo a leggere i miei libri, ma anche a volere entrare in contatto con me. Posso essere contattato attraverso il mio sito www.brianmcgilloway.com
Infine, la domanda inevitabile. Stai attualmente lavorando ad un nuovo romanzo? Eventuali altri progetti?
Il quinto romanzo Devlin, The Nameless Dead è uscito qui in Irlanda pochi mesi fa. Sto lavorando ora ad un secondo romanzo con Lucy Black, che è il seguito di Little Girl Lost.
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