:: L’uomo dagli occhi tristi di Piergiorgio Pulixi (Rizzoli 2025) a cura di Patrizia Debicke

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Piergiorgio Pulixi ci riporta nelle atmosfere intense e inquietanti che già avevano fatto di  L’isola delle anime un romanzo di culto. Con il suo nuovo capitolo della serie delle ispettrici Mara Rais ed Eva Croce, l’autore sardo alza ulteriormente la posta in gioco, costruendo una trama che coniuga la tensione narrativa del thriller, la denuncia civile del noir e la profondità emozionale di un’indagine sull’animo umano. La verità non è mai neutra, ma ha il sapore del peccato, e chiunque osi scavare più a fondo rischia di rimanere travolto.

La storia si apre con un’immagine sinistra: nelle acque limpide di un lago dell’Alta Ogliastra, incorniciato da boschi e montagne, un villeggiante nota un motoscafo alla deriva con a bordo il corpo senza vita di Michelangelo Esu, un bellissimo diciassettenne, travestito e truccato da donna, colpito con ventitré coltellate. La scena, che infrange l’incanto del paesaggio, costringe il lettore a calarsi subito nel lato oscuro di Saruxi,  una comunità apparentemente perfetta. Il motoscafo appartiene a Daniele Enna, ex sindaco, volto emergente della politica regionale, pronto a candidarsi alla presidenza della Sardegna con la bandiera della transizione ecologica. E subito quel delitto si trasforma in una bomba pronta a esplodere: dietro la virtuosa immagine del “paese del vento”, simbolo di prosperità e sviluppo green, affiorano interessi, ricatti e infiltrazioni mafiose legate al business dell’eolico.

La madre della vittima, Lorenza Maxia, è una figura centrale e indimenticabile. Il suo dolore, lo strazio quasi palpabile di una madre che ha perso l’unico figlio, non si limita a definire un personaggio, ma diventa voce collettiva e denuncia di una comunità che preferisce insabbiare piuttosto che affrontare la verità. Saruxi è un paese raffinato, ordinato, ricco di fiori e di servizi, ma dietro la facciata si celano inconfessabili compromessi e un potere politico che si intreccia con la criminalità. Pulixi è un maestro  nel descriverne il  contrasto: la seducente bellezza del luogo e il marcio che corrompe le fondamenta.

Sull’indagine lavoreranno Mara Rais ed Eva Croce, chiamate a occuparsi del caso dal procuratore generale con un preciso dictat: risolverlo senza clamore, proteggendo la fragile impalcatura politica che regge la candidatura di Enna. Le due ispettrici, già protagoniste di altre eccezionali indagini, si dovranno muovere in una terra che conoscono e temono, sorvegliate da vicino e ostacolate da occulti poteri che hanno solo interesse a seppellire i segreti del lago. Ciò nondimeno il romanzo non è solo la cronaca di una difficile inchiesta ma forse soprattutto il ritratto di due donne multiformi,  costrette a confrontarsi non solo con il male all’esterno, ma anche con le proprie più intime fragilità.

Mara Rais è impegnata in una devastante battaglia personale: l’ex marito è riuscito a sottrarle la figlia adolescente grazie a un’ordinanza del tribunale. La sua urgenza di risolvere il caso quindi non è solo professionale, ma principalmente legata al bisogno di dimostrare di essere una madre affidabile e di poter riconquistare un pezzo della sua vita. Eva Croce, invece, che non si concede mai tregua, vive la ricerca della verità come un percorso doloroso dentro le proprie zone d’ombra, quasi intrappolata dai suoi fantasmi e dalle sue contraddizioni. Insieme, Mara ed Eva tuttavia incarnano due diverse espressioni della stessa resistenza, benché unite da un rapporto fragile e continuamente messo alla prova. Qualcuno, infatti, trama per dividerle, alimentando sospetti e screzi: e invece l’equilibrio tra loro è indispensabile, perché solo la fiducia reciproca può condurle fino in fondo.

La struttura del romanzo è ben calibrata: tre parti precedute da un prologo che restituisce la vittima nella sua essenza più vera. Michelangelo Esu non è solo un corpo martoriato, ma anche un  giovane artista che dipingeva angosciosamente occhi maschili tristi, a immagine di un mondo interiore sofferto ed enigmatico. Una scelta narrativa che regala al romanzo un insolito spessore: non bisogna dunque  solo scoprire chi ha ucciso, ma capire chi fosse davvero Michelangelo, cosa mai lo rendesse così fragile e scomodo da meritare una morte tanto brutale.

Pulixi mischia diversi livelli narrativi: la denuncia sociale delle infiltrazioni criminali nell’economia “verde”, la critica a una politica che preferisce proteggere le proprie carriere e non la verità e  l’analisi delle dinamiche di potere in un microcosmo comunitario specchio di vizi e storture universali. Ma c’è anche un grande romanzo sulle donne. Pulixi scava nell’animo femminile con empatia e con una precisione che raramente si trova nel noir, trasformando il dolore in una lente attraverso cui guardare la giustizia e la verità.

Il paesaggio dell’Ogliastra, come sempre nella scrittura dell’autore, non è solo cornice ma personaggio: un luogo di bellezza primordiale ma minacciosa, che rispecchia la tensione dei protagonisti. L’acqua del lago, con i suoi sepolti segreti, diventa metafora delle verità sommerse che rischiano di emergere con slancio distruttivo.

Pulixi si serve di un ritmo incalzante, fatto di capitoli brevi, dialoghi affilati e colpi di scena ben dosati, ma senza mai sacrificare la profondità psicologica. La tensione cresce progressivamente, fino a un finale che lascia addosso una sensazione di ferita aperta, di giustizia parziale, di resa dei conti più interiore che processuale.

Un libro teso, attualissimo e implacabile, che ci ricorda come dietro la patina di progresso e benessere possano nascondersi abissi di violenza e corruzione. Un noir che esaltando la forza d’animo delle donne, ci spiega come la giustizia, per quanto desiderata e inseguita, sia troppo spesso contaminata dal peccato.

Piergiorgio Pulixi (Cagliari, 1982) è uno scrittore di romanzi e racconti noir. “Perdas de Fogu”, romanzo-inchiesta ideato da Massimo Carlotto, segna l’avvio della carriera letteraria di Pulixi e l’inizio della sua collaborazione con il collettivo letterario Sabot. Sempre in questo progetto corale, Pulixi ha partecipato con il suo racconto alla raccolta “Donne a perdere”. “Una brutta storia”, “La notte delle pantere”, “Per sempre”, “Prima di dirti addio” sono i titoli che compongono la saga incentrata sull’ispettore Biagio Mazzeo. Nel 2014 ha presentato al pubblico “Padre Nostro” e il thriller psicologico “L’appuntamento”. Ha vinto il premio Franco Fedeli 2015 e i Corpi Freddi Awards con “Il canto degli innocenti”. “Lovers hotel” è invece una serie audio di sei puntate creata con Carlotto, mentre “L’ira del male” rappresenta la sua prima antologia. Pulixi, i cui romanzi sono al momento tradotti anche negli Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna, pubblica alcuni dei suoi racconti anche nelle testate di «Left», «Micromega», «Narcomafie» e «Manifesto».

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