:: Marsiglia 1937 di Shanmei, a cura di Paola Rambaldi

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Marsiglia 1937 è una storia che evoca i noir di Simenon e i bei film con Jean Gabin, Marlene Dietrich, Humphrey Bogart e Lauren Bacall, ambientati negli anni ‘30. Stessi luoghi, stesse atmosfere.

André Durand, L’alsaziano, è un trentacinquenne biondastro dagli occhi chiari, che si è fatto da solo. Un duro, elegantemente vestito, che ha imparato presto a leggere, scrivere e far di conto per portare avanti le sue attività: un locale con annessa balera e un paio di negozi dislocati nella zona vecchia di Marsiglia, la partepiù malfamata della città.

Un posto rude e pericoloso come i luoghi in cui è cresciuto, dove vive gente brutta, sporca e cattiva che, come lui, ha già provato la galera per un furto, una spiata o per un colpo andato a male, ma che, come lui, non fa la spia e non tradisce i propri complici. Complici che, in cambio del suo silenzio, gli hanno tenuto da parte una ricca parte di bottino, con cui ha potuto rilevare le sue attività. Attività prettamente legali, anche se non disdegna di organizzare altri colpi come il prossimo che ha già in mente. Certo dopo la galera la polizia non ha mai smesso di tenerlo d’occhio e il commissario Pierre Marchal non gli dà tregua soprattutto per una vecchia ruggine che risale a quando erano giovani per colpa di una donna che non era neppure bella.

Intanto Marie Matignon, venticinque anni, arriva a Marsiglia in corriera per raggiungere l’anziana madre con gravi problemi di salute. Una madre anaffettiva che non l’ha mai amata, che l’ha chiamata solo perché non è più in grado di pagarsi le medicine e che vuole che trovi immediatamente un lavoro sul posto per mantenerla.

“So che sei un’inetta, un’incapace, non sai fare nulla, neanche trovarti un marito a 25 anni suonati, ma devi trovarti un lavoro. Abbiamo bisogno di soldi. Le medicine costano e io sono quasi sempre a letto. Esci e vai, finché non hai trovato un lavoro, non tornare”.

Marie è alta, magra, poco vistosa, povera ma elegante. Non indossa gioielli anche perché non ne ha i mezzi. Marsiglia non le piace, ne detesta lo squallore, ma ora sarà costretta a bussare a tutte le porte per elemosinare un lavoro. E sarà proprio André a darle da lavorare. Nel suo locale cercano una guardarobiera. André osserva Marie con occhio critico. Non la trova bella ma è elegante e ha qualcosa di misterioso che l’attira. Al lavoro poi se la cava, è veloce e sorride ai clienti.

Marie è consapevole di essere in un locale equivoco ma ha troppo bisogno di soldi per pensarci. Intanto sua madre muore, il colpo che André aveva in mente comincia a presentare qualche problema e l’attuale amante Jojo non è per nulla contenta dell’arrivo della nuova guardarobiera, per non parlare del commissario Marchal che continua a tenerli d’occhio. Cosa succederà?

Mentre leggi Marsiglia 1937 ti scorrono davanti le immagini del film in bianco e nero che l’autrice ha abilmente confezionato. Una scrittura essenziale dove tutto è descritto in frasi asciutte con colpi di scena rarefatti in favore dell’atmosfera.

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