:: La mosca di George Langelaan (NPE 2022) a cura di Emilio Patavini

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«Una mattina Gregorio Samsa, destandosi da sogni inquieti,

si trovò mutato, nel suo letto, in un insetto mostruoso»

(Franz Kafka, La metamorfosi, 1915)

Ritorna nelle librerie La mosca dello scrittore franco-britannico George Langelaan, un racconto breve che mischia orrore, fantascienza e dramma familiare. Dopo essere stato disponibile solo in antologie fuori catalogo, è stato recentemente ripubblicato dalla casa editrice specializzata in fumetto d’autore NPE Editore in una bellissima edizione curata da Denis Pitter, che ne è sia l’illustratore che il traduttore. Il racconto, intitolato The Fly, fu pubblicato originariamente in inglese su Playboy nel giugno 1957. Nel 1962 Langelaan riscrisse il racconto in francese pubblicandolo nell’antologia Nouvelles de l’Anti-Monde. Curioso il fatto che nel racconto originale (scritto in inglese) i nomi dei personaggi e le ambientazioni fossero francesi, mentre nella riscrittura in francese de La mouche (1962) tutti i riferimenti francofoni sono stati sostituiti da nomi anglofoni. Per fare alcuni esempi, François, André, madame Hélène e Henri Delambre diventano Arthur, Robert, lady Anne e Harry Delambre, o ancora il commissario Charas diventa l’ispettore Twinker. La traduzione della presente edizione è condotta sulla versione francese e contiene le integrazioni delle parti tagliate dalla seconda versione (1962). Il racconto ha avuto una fortunata serie di trasposizioni cinematografiche e persino una trasposizione operistica (2008), composta da Howard Shore su libretto di David Henry Hwang. La prima di queste trasposizioni cinematografiche è sicuramente The Fly, un film del 1958 con Vincent Price prodotto e diretto da Kurt Neumann. La pellicola uscì l’anno dopo la pubblicazione dell’omonimo racconto di Langelaan, ma da noi venne intitolata L’esperimento del dottor K. in riferimento a La metamorfosi di Kafka. Il film è ambientato in Canada e si apre con l’omicidio di André Delambre, il cui cadavere viene ritrovato sotto la pressa idraulica della sua fabbrica. Sua moglie Hélène (lady Anne, nel racconto) confessa l’omicidio del marito ma si rifiuta di spiegarne il movente. La strana calma di lady Anne / madame Hélène viene interpretata dai medici come sintomo di follia. Il film di Neumann e il racconto originale hanno la struttura di un noir, con un mistero da risolvere. Nel film il mistero viene svelato ricorrendo all’espediente del flashback di Hélène, mentre nel racconto lady Anne consegna una confessione scritta al cognato Arthur Browning. Se la sceneggiatura di James Clavell per il film di Neumann è molto fedele al racconto originale, tanto da trasporre intere scene e persino alcuni dialoghi, essa si discosta però nel finale. A The Fly di Neumann seguirono altri due film che composero una trilogia cinematografica: La vendetta del dottor K. (The Return of the Fly, 1959), diretto da Edward Bernds, e La maledizione della mosca (Curse of the Fly, 1965), diretto da Don Sharp.

Nel 1986 il regista canadese David Cronenberg realizzò un celebre remake di The Fly, uscito con lo stesso titolo e divenuto un film di culto. La sceneggiatura era scritta da Charles Edward Pogue e da David Cronenberg, mentre la colonna sonora, come in moltissimi altri film del maestro del body horror, venne affidata a Howard Shore. La mosca di Cronenberg ha anche un seguito, La mosca 2 (The Fly II, 1989), diretto da Chris Walas, vincitore dell’Oscar al miglior trucco 1987 assieme a Stephan Dupuis proprio per La mosca di Cronenberg.

La storia è la stessa: uno scienziato geniale è alle prese con una macchina capace di disintegrare la materia e di teletrasportarla da un luogo a un altro. Da notare che nel racconto – e nel film di Neumann – non si parla mai di “teletrasporto”, bensì della «disgregazione e la riaggregazione della materia» (p. 15). Dopo i primi tentativi fallimentari, il teletrasporto sembra funzionare, così lo scienziato decide di entrare nella macchina in prima persona, senza accorgersi che una mosca è entrata nella cabina, causando una inattesa fusione uomo-insetto. Ne L’esperimento del dottor K., quello di Delambre non è il lento e mostruoso deterioramento fisico e morale di Seth Brundle, ma un incidente improvviso. Tuttavia, nel racconto, dopo un ulteriore esperimento, Robert Browning non ha più solo la testa di mosca ma anche alcune parti appartenenti a Dandelo, il gatto disintegrato in uno dei suoi primi esperimenti, che compare anche nel film di Neumann con il nome di Isabelle, la povera gatta che continua a miagolare misteriosamente anche una volta dematerializzata.

In entrambe le pellicole è sempre l’hybris a spingere uno scienziato a varcare «confini che l’uomo non dovrebbe superare», per usare una citazione dal film di Neumann, e inoltre è di primaria importanza l’amore che lega lo scienziato a sua moglie Hélène (L’esperimento del dottor K.) o alla giornalista di cui si è innamorato (La mosca), tanto che Cronenberg ha definito il suo remake una «commedia romantica». Nel film di Neumann la tensione viene scandita dal costante ronzio della mosca in sottofondo fino al ritrovamento finale che permette a Hélène di non essere accusata dell’omicidio del marito. Ne La mosca di Cronenberg il crescendo di tensione segue il declino fisico e morale di Brundle e si accompagna a una abbondanza di sequenze raccapriccianti e disgustose.

George Langelaan (1908-1972), nato a Parigi da padre inglese e madre inglese, lavorò prima come giornalista e poi, durante la Seconda Guerra Mondiale, come spia per lo Special Operations Executive (SOE) dei servizi segreti inglesi. Come scrisse nella sua autobiografia The Masks of War (1959), fu sottoposto a interventi di chirurgia plastica per rimuovere alcuni tratti distintivi del suo aspetto, come le orecchie troppo sporgenti. Dopo la Liberazione si dedicò alla scrittura di romanzi di spionaggio e di racconti del soprannaturale. Era inoltre amico dell’occultista e scrittore britannico Aleister Crowley.

Source: inviato dall’editore. Si ringrazia l’Ufficio Stampa NPE Editore.

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