L’indimenticabile Roberto Sanesi, uno dei maggiori poeti europei contemporanei e impareggiabile traduttore di Eliot e di Dylan Thomas e altri poeti importanti di lingua inglese (importante la sua antologia dei poeti americani della prima metà del secolo scorso recentemente ristampata da Bompiani), ha lavorato sulla rovine della parola costruendo intorno a essa un’esperienza assoluta.
Anche del grande Walt Whitman, Roberto Sanesi ne ha fatto una straordinaria esperienza assoluta di poesia.
Il 5 luglio per i tipi di Lindau esce Walt Whitman tradotto da Roberto Sanesi, un bel volume di 200 pagine tutto da leggere. Sanesi con la sua grande professionalità ci dà anche l’occasione per tornare sui passi di Whitman, padre indiscusso della poesia americana e influencer di buona parte della lirica contemporanea.
Foglie d’erba e l’epica della libertà di un poeta che è stato il primo eroico profeta che abbia avuto il coraggio di prendere l’anima per il collo e cacciarla in mezzo ai rottami (come scrive Lawrence).
«La poesia di Whitman ha una funzione morale, e la sua morale più alta è questa, da cui derivano tutti gli altri aspetti di una posizione articolata sulla «simpatia», sull’abbraccio del mondo, su una completa unione senza peccato. Una morale ripetuta a ogni passo, variata nelle sue infinite possibilità, da cui deriva l’insistenza, caratteristica, su una sorta di panteismo vagamente misticheggiante che finisce con l’essere anche senso di socialità, sebbene vada oltre. L’io diviene sempre l’altro, gli altri, e gli altri divengono l’io, in una fusione costante che, non essendo limitata alle presenze umane, condusse necessariamente il poeta a una volontà di «immersione totale»: il cui porto definitivo non poteva essere, dopo la coscienza dell’amore, che la coscienza della morte e il completo abbandono a essa».
Non possiamo non essere d’accordo con queste parole che abbiamo letto nella prefazione.
Roberto Sanesi nella sua traduzione ci restituisce un Walt Whitman poeta presente del suo tempo che esprime in forma letteraria e senza compromessi la sua persona fisica, emotiva, morale, intellettuale ed estetica.
Sanesi lo traduce mettendo in evidenza tutta la profondità della sua poesia che, come a pochi accade, procede in senso orizzontale e può essere letta di conseguenza in senso estensivo.
Nel tradurre Whitman Sanesi, da quell’immenso poeta che è, ci consegna una parola fatta di materia, e allo stesso tempo corale, nella quale si consumano gli strappi con il divenire e i suoi tragici mutamenti della e nella Storia, restituendoci il grande poeta americano in tutta la sua grandezza etica.
Roberto Sanesi (Milano, 18 gennaio 1930 – Milano, 2 gennaio 2001) è stato un critico d’arte, storico dell’arte, poeta e saggista italiano.
Tag: letteratura italiana, Lindau, Nicola Vacca, Roberto Sanesi, Walt Whitman
30 giugno 2018 alle 19:31 |
Caro Nicola Vacca,la ringrazio delle acute osservazioni su Roberto Sanesi e il suo lavoro. Grazie, in particolare, del clima d’affetto che anima le sue parole.
Anita Guarino Sanesi